
A José Vouillamoz, ampelografo e genetista svizzero, autore del volume di riferimento mondiale “Wine Grapes”, nonché di numerose opere divulgative che rappresentano un contributo fondamentale alla civiltà del vino, “per la sua attività di ricerca, apprezzata a livello internazionale, che integra le più avanzate biotecnologie con il patrimonio culturale e storico delle varietà autoctone”, il “Premio Masi Internazionale Civiltà del Vino”, dedicato alle personalità più rappresentative che hanno contribuito a livello internazionale ad esaltare l’antica cultura della vite e del vino. E ancora, a Alberto Bombassei, imprenditore vicentino, fondatore del Parco Scientifico Kilometro Rosso, “per il contributo straordinario offerto all’innovazione tecnologica nel settore automotive e alla valorizzazione del made in Italy”, insieme a Federica Manzon, scrittrice triestina, “per un’opera letteraria che indaga con finezza le complesse dinamiche tra identità, memoria e appartenenza”, ed a Fabrizio Plessi, artista internazionale e pioniere della videoarte, “per la sua opera che fa convivere la tradizione artistica con il cangiante tecnologico. Le sue testimonianze sull’umanizzazione delle tecnologie e le numerose realizzazioni lo consacrano pioniere e maestro della videoarte e delle videoinstallazioni a livello internazionale”, il “Premio Masi Civiltà Veneta”, che celebra le personalità venete per nascita o adozione che si sono distinte nei campi della letteratura, dell’arte, del giornalismo, della scienza, dello spettacolo e dell’economia, e che con la loro opera hanno promosso e valorizzato le capacità della gente veneta nei più vasti campi dell’attività umana, facendosi portatrici dei valori fondamentali di quella terra plasmata dalla Serenissima Repubblica di Venezia e dalla sua millenaria civiltà. E infine, a Gilles Kepel, politologo francese, “per l’instancabile impegno nel promuovere la comprensione tra culture, religioni e civiltà; per l’analisi lucida e profonda dei fenomeni che minacciano la coesione sociale e la pace; per aver messo la conoscenza al servizio del dialogo e della verità, offrendo strumenti preziosi per una convivenza fondata sul rispetto e sull’ascolto”, il “Premio Masi Internazionale Grosso D’Oro Veneziano”, riservato a personalità che hanno contribuito a diffondere un messaggio di cultura nel mondo, generando quella comprensione tra i popoli che si sviluppa in solidarietà, progresso civile e pace. Ecco i vincitori del Premio Masi n. 44, che dal 1981 porta in Valpolicella figure di rilievo nazionale e internazionale altamente rappresentative di civiltà e cultura, grazie all’impegno di Masi Agricola, tra le realtà di riferimento del territorio, guidata dal Sandro Boscaini. “Progresso e conflitti: paradossi del presente” è il fil rouge dell’edizione 2025, scelto in considerazione delle straordinarie accelerazioni tecnologiche riscontrabili oggi in contrappunto con crisi globali, disuguaglianze, guerre e lacerazioni culturali. Il Premio Masi riflette su questi paradossi, selezionando figure che da diversi ambiti - industriale, artistico, letterario, scientifico e sociopolitico - sono in grado di offrire chiavi di lettura critiche del nostro presente.
“Viviamo un’epoca di straordinario potenziale, ma anche di grandi contraddizioni”, afferma Isabella Bossi Fedrigotti, presidente Fondazione Masi, mentre Sandro Boscaini, vicepresidente della Fondazione e presidente Masi Agricola, sottolinea come “non possiamo considerare il progresso solo in termini di innovazione tecnica. Il vero progresso è quello che si mette al servizio dell’uomo e della sua dignità. Anche il vino, in questa visione, assume un valore simbolico: frutto di una cultura millenaria, del rispetto per la terra e dell’armonia con il paesaggio, ci parla di relazioni, di identità e di tempo. In questo senso, la vitivinicoltura continua a rappresentare in concreto, anche in questo momento di difficoltà e profonda incertezza, una civiltà che concilia sviluppo, rapporti umani e senso estetico”. Marco Vigevani, segretario generale della Fondazione, commenta: “i vincitori di questa edizione del premio non si limitano a eccellere nei propri ambiti: offrono letture profonde della realtà, sollevano questioni essenziali e propongono modelli concreti di azione. È anche un modo per affermare che il progresso, per essere davvero tale, deve orientarsi verso un bene collettivo, inclusivo e condiviso. Emblematica, in questo senso, è la figura di Gilles Kepel, vincitore del “Grosso D’Oro Veneziano”. Da anni decifra con rigore le dinamiche del radicalismo e della crisi del Mediterraneo. Il suo impegno nel promuovere il dialogo tra culture e civiltà ci richiama alla responsabilità di comprendere a fondo i motivi di conflitto, rispettando le differenze per trasformare le difficoltà in occasione di crescita, coesione e pace”.
L’appuntamento è il 24 ottobre, con la tradizionale firma sulla Botte di Amarone nelle storiche Cantine Masi e la cerimonia di premiazione nel nuovo polo di eno-cultura Monteleone21 a Gargagnago di Valpolicella, con un momento di confronto tra i premiati moderato dal giornalista Alessandro Milan.
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