Il viaggio della vite dal Caucaso alle soglie dell’Occidente lungo le tracce della sua origine e uno studio di ricerca sul vino italiano, il più importante al mondo insieme a quello francese, senza però una visione strategica delle sue potenzialità: ecco, in sintesi, i contenuti dei volumi “La Vite e l’Uomo - Dal Rompicapo delle origini al salvataggio delle reliquie” di Osvaldo Failla, Francesco Del Zan ed Attilio Scienza e “Strategie per il vino italiano - Una ricerca de L’Informatore Agrario” di Angela Mariani ed Eugenio Pomarici che questa sera a Parigi riceveranno il “Premio Oiv 2011”, prestigioso riconoscimento promosso dallìOrganisation internationale de la vigne e du vin, dedicato alle migliori opere il cui contenuto rappresenta un contributo scientifico originale, pertinente e di portata internazionale per il settore della vite e del vino (info: www.oiv.int).
“La Vite e l’Uomo - Dal Rompicapo delle origini al salvataggio delle reliquie” firmato da Osvaldo Failla, Francesco Del Zan ed Attilio Scienza, “Premio Oiv Histoire et Littérature” (Edito da Ersa, l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale del Friuli Venezia Giulia), è uno studio che ha visto collaborare quindici fra università ed enti di ricerca di nove Paesi. Alla descrizione dei vitigni propri della storia di tali Paesi, questo lavoro unisce una teoria sull’origine delle varietà di vite, frutto delle più recenti ricerche condotte con metodo pluridisciplinare: dalla genetica molecolare all’antropologia, dalla linguistica all’archeobotanica. Dopo i profondi interventi introduttivi di Gaetano Forni, “Dall’origine della viticoltura alla sua introduzione in Italia”, e di Attilio Scienza, “Il terzo anello, storia di un viaggio”, più di ottocento pagine ripercorrono il viaggio della vite dal Caucaso alle soglie dell’Occidente, presentando la realtà del Mar Nero settentrionale, della Transcaucasia, dell’Asia centro-settentrionale, di Bulgaria, Romania, Grecia, Albania, Serbia e Montenegro, Croazia, Slovenia, Friuli Venezia Giulia, Magna Grecia e Sicilia. Ciascun capitolo delinea la storia e la situazione contemporanea della viticoltura dei singoli Paesi e riporta una serie di brevi schede ampelografiche dedicate ai vitigni locali più importanti. Un’opera parte da due considerazioni di fondo: la prima, che le regioni viticole ad oriente dell’Italia rappresentano una riserva di diversità varietale di enorme importanza, non solo per la conoscenza delle nostre radici storiche, ma anche per la possibilità di un loro utilizzo futuro in programmi di miglioramento genetico; la seconda, che in queste regioni l’erosione genetica viticola è attualmente così rapida che si rischia in pochi anni di perdere ciò che l’uomo ha conservato e coltivato per centinaia di generazioni.
Il volume “Strategie per il vino italiano - Una ricerca de L’Informatore Agrario” di Angela Mariani ed Eugenio Pomarici, “Premio Oiv Monographies et études spécialisées” (edito da Edizioni Scientifiche Italiane), presenta, invece, i risultati di una ricerca diretta dagli autori e svolta nel Centro per la Formazione in Economia e Politica dello Sviluppo Rurale di Portici per conto delle Edizioni “L’Informatore Agrario”, per proporre una riflessione strategica per il settore partendo dalle esperienze imprenditoriali e professionali esistenti nel mondo del vino italiano, partendo dalla consapevolezza che sistema produttivo del vino italiano, benché fosse insieme a quello francese il più importante del mondo per produzione, volume dell’esportazione e per dimensione del mercato interno, mostrava una difficoltà a esprimere una visione condivisa dei rischi cui era esposto e delle opportunità di sviluppo e, quindi, una progettualità strategica capace di valorizzarne tutte le risorse e potenzialità.
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