
Il legame esistente tra vino ed arte è di quelli che hanno scritto pagine di storia e di cui è impossibile rintracciarne una data di inizio. Quello che però è certo è che questo feeling si mantiene in ottima forma, tanto che sempre più cantine “cercano” l’arte per raccontare i valori culturali che stanno dietro alla nascita dei loro vini e, allo stesso tempo, per l’arte contemporanea le cantine sono diventate nuovi spazi espositivi, arrivando ad ospitare opere e personali di artisti prestigiosi. Tra le cantine più importanti in Italia che hanno aperto una “strada maestra” nel sodalizio tra vino & arte c’è sicuramente Ca’ del Bosco, uno dei nomi più prestigiosi della viticoltura italiana, realtà creata da Maurizio Zanella (e che ha visto l’ingresso della famiglia Marzotto nel 1994 che, con il gruppo Herita Marzotto Wine Estates, oltre a Ca’ del Bosco, riunisce alcune delle tenute più importanti del vino italiano, da Santa Margherita in Veneto a Kettmeir in Alto Adige, da Lamole di Lamole e Vistarenni in Chianti Classico a Cà Maiol nel Lugana, da Torresella nel Veneto Orientale a Sassoregale in Maremma, da Cantine Mesa in Sardegna a Roco Winery, in Oregon, ndr), uno dei simboli vincenti della Franciacorta e di tutto il vino del Belpaese e non solo.
A Ca’ del Bosco si respira arte sin dall’ingresso dove si viene accolti dal “Cancello Solare”, l’opera commissionata ad Arnaldo Pomodoro nel 1985, la porta di accesso di una cantina che è una galleria d’arte diffusa e che dialoga, all’interno e all’esterno, con opere di pregio. Come, tra le altre, “Eroi di luce” di Igor Mitoraj, “Codice Genetico” di Rabarama, “Il peso del tempo sospeso” di Stefano Bombardieri, “Blue Guardians” di Cracking Art, “Water in dripping” di Zheng Lu, “Il Testimone” di Mimmo Paladino e “Sound of Marble” di Tsuyoshi Tane. E, dal 2024, “handandland” di Irene Coppola, vincitrice della prima edizione del “Premio Scultura Ca’ del Bosco”. Un premio, ideato da Maurizio Zanella, presidente della prestigiosa griffe del Franciacorta, riservato a grandi sculture da esterni di artisti under 40 e che torna anche nel 2025 con l’edizione n. 2. Il premio è nato con un doppio obiettivo: rafforzare e rendere indelebile il forte legame che esiste tra l’arte e Ca’ del Bosco e la volontà di rendere istituzionale il forte rapporto già esistente con un’azione di mecenatismo in grado di rafforzarlo con le infinite capacità e possibilità immaginative della nuova generazione artistica. L’annuncio è avvenuto nel gala dinner di raccolta fondi organizzato da Venetian Heritage a Venezia (organizzazione internazionale non profit con sedi a Venezia e a New York che sostiene iniziative culturali tramite restauri, mostre, pubblicazioni, conferenze, studi e ricerche, ai fini di far conoscere al mondo il patrimonio dell’arte veneta) in concomitanza con le vernici della Biennale di Architettura di Venezia n. 19.
“Sono molto felice di proseguire in questa avventura che ci permette di valorizzare artisti italiani che si dedicano alla scultura da esterni - ha detto Maurizio Zanella, presidente Ca’ del Bosco - un’attività impegnativa e maestosa, spesso trascurata proprio a causa degli investimenti importanti che richiede. Fin dalla sua fondazione, Ca’ del Bosco ha visto nell’arte le caratteristiche creative e sentimentali che più si avvicinano al vino, che è il suo prodotto. Tra le forme d’arte, la mia predilezione è sempre andata alla scultura perché come il vino è nelle vigne, così ogni scultura è contenuta nel blocco del materiale da cui nasce. Credo fermamente nella capacità dell’immaginazione delle nuove generazioni. Sono inoltre lieto di proseguire l’impegno in questo premio con Venetian Heritage perché il lavoro che la Fondazione e il suo direttore Toto Bergamo Rossi, che è anche il coordinatore di questo progetto, conducono sul patrimonio artistico e culturale veneziano muove dalle stesse motivazioni che guidano l’azione di mecenatismo di Ca’ del Bosco: un rinascimento che costruisce la cultura del futuro attraverso le intuizioni d’avanguardia delle nuove generazioni che sono chiamate in causa in questo progetto. Il motto di Venetian Heritage è “Restoring the past, building the future”, un concetto che non è molto diverso dall’equilibrio tra la tradizione e l’innovazione che, da sempre, guida la rinascita della nostra cultura del vino”.
Toto (Francesco) Bergamo Rossi, direttore Venetian Heritage ha detto che “è un onore per me e per la Fondazione che rappresento avere una partnership con un’eccellenza italiana come Ca’ del Bosco. Venetian Heritage si occupa di preservare, restaurare e promuovere l’immenso patrimonio culturale veneziano che necessita costantemente di cure e attenzioni. Sono orgoglioso di coordinare la seconda edizione del “Premio Scultura Ca’ del Bosco”, un’importante iniziativa atta a promuovere giovani scultori under 40”.
Il “Premio Scultura Ca’ del Bosco” ha cadenza biennale, ed uno dei parametri più importanti per la valutazione delle opere è la sostenibilità ambientale, secondo le linee espresse nel Manifesto di Ca’ del Bosco. Il vincitore verrà annunciato nella Biennale d’Arte di Venezia nel maggio 2026. Oltre ad un premio in denaro destinato ai primi tre classificati, il vincitore vedrà realizzata la propria opera che sarà collocata nel Parco Artistico di Ca’ del Bosco nell’autunno 2026. Oltre al presidente, Toto Bergamo Rossi, la giuria è composta da Lidia Berlingieri Leopardi, collezionista; Caroline Corbetta, art curator; Davide Dotti, critico d’arte, curatore di Palazzo Martinengo di Brescia; Arturo Galansino, direttore generale Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze; Pepi Marchetti Franchi, senior director Gagosian e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
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