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PRIMITIVO DI MANDURIA, LA PRIMA VENDEMMIA DELLA PRIMA DOCG DI PUGLIA. MA LE NOVITÀ SONO SOPRATTUTTO NELLA DOC. I CAMBIAMENTI IN ATTO IN UNO DEI “FUORICLASSE” D’ITALIA. FOCUS: UNO DEI VITIGNI SPECIALISSIMI DEL SUD ITALIA ...

Italia
L’alberello di Primitivo a Manduria

Sembrerebbe il classico caso di montagna che partorisce un topolino. Dopo quattro anni di discussioni, il vitigno Primitivo di Manduria è dall’inizio di quest’anno, con grande soddisfazione dei produttori, può fregiarsi di essere la prima Docg di Puglia, ma in una tipologia marginale, il dolce naturale, appena 30.000 bottiglie, su una produzione complessiva di 5 milioni di bottiglie. Il perché di questa scelta apparentemente, come minimo, bizzarra, ma che invece riflette importanti dinamiche in atto, lo si comprende bene parlando con i produttori, in questi giorni, impegnati in vendemmia, la prima dopo il riconoscimento ufficiale della Docg. Ma anche della nuova Doc, che si scopre essere la vera protagonista dei movimenti in atto intorno a questo vitigno specialissimo, precoce, alcolico, robusto, pronto e piacevole subito, ma capace anche, come stanno dimostrando alcune etichette, di dar vita a vini più complessi e longevi.
Il Primitivo di Manduria e l’imbottigliamento
La vendemmia 2011 del Primitivo in Manduria è cominciata all’inizio settembre, è la prima uva rossa autoctona ad essere vendemmiata. Il nome del vitigno non deriva da una sua presunta origine antica, ma sottolinea invece la sua precocità, in alcune annate e zone particolarmente calde lo si raccoglie già a fine agosto. Le vecchie vigne ad alberello, arse e contorte dal sole salentino, naturalmente poco produttive, trasmettono comunque sensazioni arcaiche. Come le sue radici profonde che penetrando sotto la terra rossa, nella roccia calcarea della Messapia, trovano quella freschezza che consente, malgrado la varietale ricchezza di zuccheri, e quindi l’alto tenore alcolico, profumi decisamente fruttati. Ernesto Soloperto è il figlio di quel Giovanni, trai promotori nel 1974 del disciplinare della Doc Primitivo di Manduria, che è stato primo imbottigliatore in provincia di Taranto, tra i primi a credere che quel vino alcolico non doveva servire solo a irrobustire i vini del nord. L’azienda Soloperto oggi produce il maggior numero di bottiglie di Primitivo di Manduria Doc, circa un milione, ed Ernesto è anche il presidente del Gal (Gruppo di Azione Locale) Terre del Primitivo: “la svolta c’è stata - spiega - tutte le aziende che prima lavoravano solo per produrre sfuso da commercializzare in cisterna, hanno rivisto la loro tecnologia in cantina e hanno chiuso la filiera. Dopo tanti anni le modifiche della Doc erano necessarie, ma per evitare un crollo delle vendite - ammette Ernesto Saloperto - una scelta di prudenza è stata quella di chiedere la Docg solo per il naturale dolce”. Che ha l’obbligo di imbottigliamento nella zona di produzione, mentre né il vecchio disciplinare della Doc né quello nuovo lo contemplano.
L’apertura ai blend, un passo avanti o indietro?
Una grande novità della vendemmia 2011 del Primitivo di Manduria è inoltre che nella Doc d’ora in poi sono ammessi i blend con altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, autorizzati in zona. Con il Negroamaro innanzitutto, che sviluppa profumi secondari più ampi dopo qualche anno di affinamento. Una scelta che va nella direzione quindi di creare un prodotto di maggiore complessità e vita più lunga. Risultato che finora è stato perseguito anche con leggere surmaturazioni e, soprattutto, con l’utilizzo delle barrique, in media soltanto qualche mese e con legni non nuovi, per non rischiare di coprire troppo l’identità del vitigno. Ma c’è chi al Primitivo fa pure superare l’anno in legno. “Sono favorevole all’introduzione del blend - afferma schiettamente Cosimo Varvaglione della cantina storica Vigne&Vini, che prosegue l’attività di tre generazioni - perché è anche una scelta di trasparenza”. Eppure il Primitivo di Manduria in purezza continua a piacere molto e ad essere di moda, basti pensare al pluripremiato cru “Sessantanni”, da vigne di sessant’anni, con raccolta a maturazione avanzata nella seconda metà di settembre, un anno di elevazione in barrique, quasi masticabile, che qualche mese fa è stato servito al matrimonio di Sofia Coppola. E’ prodotto da Feudi di San Marzano, una grande realtà da 8 milioni di bottiglie, diretta da Mauro di Maggio che, malgrado le dimensioni, ha fatto della qualità la sua stella polare. Comunque chi vuole, può continuare a produrre Primitivo Doc in purezza.
L’identità e il mercato, l’immediatezza e la struttura
La gradazione alcolica minima della nuova Doc è poi scesa dal 14 a 13,5%, un passo piccolo ma significativo nella direzione che sembra indicata dalla fascia più ampia dei consumatori, ma sotto il quale sembra difficile andare molto con il Primitivo se si vuole una perfetta maturazione polifenolica. La gradazione alcolica minima di 14° prevista dal disciplinare della Doc del ’74 è stata invece indicata per la nuova tipologia Riserva, con un affinamento di 18 mesi di cui almeno nove in legno. La Docg dolce naturale mantiene la gradazione a 16°.
Tra i maggiori sostenitori del nuovo disciplinare, il presidente del Consorzio Produttori Vini, Fulvio Filo Schiavoni, la più vecchia cooperativa della Puglia, fondata nel 1932 con 400 soci detti “maestri del Primitivo”, Il Consorzio sostiene le novità introdotte ma contemporaneamente va alla ricerca del clone originale del primitivo ed è famoso per il suo ricco Museo della civiltà del vino Primitivo. Nuovo e antico si intrecciano in una terra che ha pure finalmente capito il connubio proficuo tra viticoltura e turismo. E le cantine diventano anche Resort come nel caso dell’azienda Le Fabriche della bella Alessia Perrucci. Così come produce anche vino il raffinatissimo Resort Masseria Potenti di Maria Grazia di Lauro e il marito Paolo Tommasino, psichiatra per trent’anni a Milano, oggi è anche il sindaco di Manduria. E alle grandi realtà produttive cooperative, con un occhio inevitabilmente rivolto al mercato e ai grandi numeri, si affiancano sempre più piccoli produttori appassionati ed estremi nella ricerca dell’autenticità, penso all’Accademia dei Racemi, a Simona e Gianfranco Fino. Così sul mercato continueranno probabilmente ancora a lungo a trovarsi bottiglie di Primitivo di Manduria Doc da quattro euro, e anche meno, insieme a quelle da quaranta euro, e anche più.
Alma Torretta

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