02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
OGGI E DOMANI

Prodi: “uniti in Ue per avere più rispetto”. Tremonti: “agricoltura schiacciata dalle regole”

L’analisi del settore con voci “storiche” della politica, e non solo, al Forum Coldiretti-The European House-Ambrosetti. Tra Pac, dazi, salute e Ia

Dai rischi legati al consumo di cibi ultraprocessati al rapporto cibo e salute, dai dazi sull’export europeo minacciati da Trump alla Politica Agricola Comune europea (Pac), dal sostegno agli agricoltori all’Intelligenza Artificiale. È cominciata fissando queste tematiche l’edizione 2024 del “Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione”, organizzato da Coldiretti con la collaborazione dello studio The European House-Ambrosetti, di scena a Villa Miani a Roma (28-29 novembre). Una due-giorni entrata nel vivo con il panel “Rifondare la Pac: un’Europa diversa dopo l’inganno della transizione” e che è stata l’occasione per diffondere alcuni dati del rapporto Coldiretti/Censis, redatto e reso pubblico proprio in occasione dell’evento. Si parte da un’indagine statistica: sei italiani su dieci temono che la proliferazione delle guerre e gli effetti dei cambiamenti climatici finiscano per ridurre la quantità di cibo disponibile. E se torna la paura di una carestia globale, allora occorre razionalizzare l’utilizzo delle risorse, a partire dalla necessità di destinare i fondi agricoli europei della Pac solo ai veri agricoltori per continuare a garantire in futuro la produzione alimentare.
La Pac in Europa vale oggi 386 miliardi di euro in totale fino al 2027, di cui 35 miliardi di euro per l’Italia. Negli Usa il Farm Bill (il programma di sostegno all’agricoltura statunitense, ndr), vale 1.400 miliardi di dollari in dieci anni, “con un gap profondo che penalizza gli agricoltori europei e che l’Ue dovrebbe impegnarsi a colmare per garantire la sovranità alimentare - afferma Coldiretti -
una necessità ancora più impellente se si considera l’elezione a Presidente degli Stati Uniti di Donald Trump nel cui programma c’è proprio una serie di misure fiscali e incentivi per rafforzare la produzione alimentare statunitense e incrementare la presenza sui mercati esteri”.
Non a caso - a margine del Forum - il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha espresso “preoccupazione” per i possibili dazi in arrivo dagli Usa sull’export europeo, ma manifestando al contempo fiducia per “il ruolo di mediazione che il Governo italiano può giocare per i rapporti che ha saputo costruire con il neorieletto Presidente”. Stima totale, invece, nei confronti di Raffaele Fitto, recentemente nominato vicepresidente esecutivo della Commissione Europea: “le sue deleghe sono di grande importanza per l’Italia - ha spiegato Prandini - perché ha la possibilità di supervisionare tutto ciò che riguarda l’agricoltura, l’agroalimentare e la pesca e questo vuol dire riequilibrare quel posizionamento che storicamente veniva rivolto nei confronti dei Paesi del Nord Europa a favore del Sud Europa. Io lo traduco come una difesa della Dieta Mediterranea”.
E di Trump, Usa, made in Italy e Unione Europea si è parlato anche nel confronto tra Romano Prodi, presidente Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli, e Giulio Tremonti, presidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati. Il primo ha ribadito la necessità, a Bruxelles e Strasburgo, di fare unione tutti assieme: “durante la campagna elettorale americana - ha ricordato l’ex Primo Ministro - nessuno dei candidati ha mai nominato l’Europa, come se non esistessimo. Il problema nodale in Europa è avere l’unità che ci permetta di essere attori e che ci farebbe avere il rispetto sia degli Stati Uniti che della Cina. Con Trump rischiamo un bel problema - ha aggiunto - perché vedrete che non metterà subito la dogana su tutte le cose, ma colpirà ogni Paese in modo singolo sul prodotto che più gli sta a cuore: comincerà con lo Champagne in Francia e poi con formaggi e olive in Italia. Ne picchierà a uno a uno. Facciamo la difesa insieme oppure le prendiamo e basta”. Più diretto l’intervento di Tremonti che ha puntato il dito contro le attuali normative europee, giudicate “troppe” e che pongono “l’agricoltura schiacciata da una dimensione infinita di regole, deliranti e nemiche dell’idea stessa dell’Europa e del settore. Bisognerebbe dare agli Stati membri la possibilità di disapplicare quelle che non vogliono”, ha detto.
Successivamente il focus del Forum si è spostato sul tema dell’Intelligenza Artificiale legato al settore agricolo. Secondo un’analisi Coldiretti infatti, entro il 2030 un’azienda agricola italiana su cinque adotterà strumenti di gestione direttamente basati sull’Ia, che diventerà sempre più centrale nello sviluppo dell’agricoltura 5.0. E perciò servono investimenti: per sostenere l’innovazione in agricoltura, per contrastare i cambiamenti climatici e assicurare la produzione alimentare, secondo l’associazione degli imprenditori agricoli, occorre raddoppiare gli investimenti a 6 miliardi entro il 2030. Sempre secondo i dati Censis inoltre, l’89% degli italiani ritiene prioritaria la realizzazione di investimenti pubblici con particolare attenzione a quelli per finanziare nuove tecnologie, inclusa l’Intelligenza Artificiale, specificamente orientati a potenziare l’agricoltura italiana. L’importanza dell’innovazione per il settore è confermata anche da un’altra analisi Coldiretti, sui dati Smart Agrifood, che evidenzia una crescita del 19% nel fatturato del settore in un solo anno, con oltre 2,5 miliardi di euro di investimenti. Attualmente, le aree agricole che impiegano strumenti avanzati coprono oltre 1 milione di ettari, pari al 9% del totale, limitando gli sprechi e operando in maniera più precisa.
Tra gli elementi approfonditi a Villa Miani, corroborati anche stavolta dai numeri del rapporto Coldiretti/Censis, la tematica cibo e salute con particolare riferimento agli alimenti ultraprocessati.Il punto di partenza è stato un dato piuttosto singolare, ovvero che l’82% delle famiglie italiane chiede un piano pubblico per salvaguardare la salute dei propri figli, sempre più “drogati” di energy drinks, merendine e cibi ultra-trasformati, “una vera e propria dipendenza che crea enormi pericoli per il loro sviluppo”. Un grido d’allarme da parte dei genitori che vedono fallire il ricorso a divieti o altre forme di coercizione proprio mentre si levano più forti gli allarmi del mondo medico scientifico e che ha trovato il completo appoggio di Matteo Bassetti, professore di Malattie Infettive all’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, intervenuto a tal proposito durante il Forum (e intervistato da WineNews): “i cibi ultraprocessati sono un problema per la salute soprattutto dei più giovani che sono anche i più vulnerabili e fragili perché hanno meno possibilità di avere accesso a certi tipi di informazioni e vengono bombardati da pubblicità e video di “cattivi maestri” sui social. Parlo non solo delle classiche merendine, ma soprattutto delle bevande gassate e degli energy drink”. E così per Bassetti è fondamentale fare educazione a scuola, con particolare attenzione alle macchinette automatiche presenti nei corridoi: “distribuiscono solo cibi ultra processati e bevande gassate e zuccherate. I ragazzi oggi non seguono la Dieta Mediterranea. Occorre che a scuola non si insegni solo l’educazione sessuale, ma anche l’educazione alimentare”.
Sull’alimentazione sana e i suoi benefici per corpo e organismo si è concentrato invece il discorso del Ministro della Salute, Orazio Schillaci: “dobbiamo incoraggiare le persone ad essere protagoniste del proprio stato di salute, a partire da una corretta alimentazione, valorizzando l’eccellenza delle nostre tradizioni - ha detto - è riconosciuto a livello mondiale che la Dieta Mediterranea è il modello alimentare che comporta maggiori benefici per la salute. Riduce la mortalità totale e previene lo sviluppo di malattie cardio-vascolari, del diabete di tipo 2, di numerosi tipi di cancro e delle malattie neuro-degenerative e l’obesità. La Dieta Mediterranea è sostenibile anche sul piano ambientale e contribuisce a salvaguardare la biodiversità”. Vantaggi, che ricadono anche sull’aspetto economico: “gli alimenti locali e stagionali sono più economici rispetto a quelli fuori stagione e a quelli provenienti da filiere lunghe. Inoltre, prevenendo l’insorgenza di molte malattie, una sana alimentazione comporta una importante riduzione della spesa sanitaria”, ha concluso il Ministro.
Altro tema affrontato è quello del cambiamento climatico. Il rapporto Coldiretti/Censis ha stimato danni nel 2024 per il settore agricolo pari a 8,5 miliardi di euro, con il Sud colpito dal caldo e il Centro-Nord flagellato dal maltempo. Secondo l’indagine la siccità ha bruciato in Italia un campo di grano duro per la pasta su cinque, con punte di calo del 40/50% al Meridione. In calo dell’8% anche la produzione di grano tenero per il pane. La prolungata assenza di pioggia ha colpito un’altra coltura simbolo della Dieta Mediterranea: l’olio extravergine d’oliva, con un calo del 32%. La siccità ha pesato anche sulla produzione di vino, in calo del 13% rispetto alla media produttiva degli ultimi anni, nonostante un aumento rispetto al pessimo dato del 2023. A questi danni si aggiungono quelli del maltempo. A farne le spese sono state diverse colture a partire dal riso: nonostante l’aumento delle superfici coltivate si attende un calo significativo delle produzioni, ma flessioni sono attese anche su mais e soia, oltre alle nocciole. Una situazione drammatica dinanzi alla quale la Coldiretti rilancia la proposta di un piano invasi con pompaggio, che consentirebbe di garantire acqua nei periodi di siccità ma anche di limitare l’impatto sul terreno di piogge e acquazzoni sempre più violenti che accentuano la tendenza allo scorrimento dell’acqua nei canali asciutti. Anche perché, sempre in base al rapporto, l’89% degli italiani ha dichiarato di ritenere prioritario un piano di gestione, dalla creazione di invasi alla manutenzione dei fiumi, per combattere la siccità e ridurre il rischio di alluvioni e catastrofi naturali.
E intanto la proposta di legge europea della Coldiretti, che mira a estendere a tutti i prodotti alimentari commercializzati nell’Unione Europea l’obbligo di riportare in etichetta l’origine geografica, trova una sorta di primo endorsement popolare nel rapporto redatto insieme al Censis e approfondito anche nella seconda giornata del Forum. Stando al documento, il 91% degli italiani chiede informazioni semplici e trasparenti sulla provenienza di tutti gli ingredienti del cibo che mettono in tavola, così da poter capire bene di cosa si tratta. Poter sapere sempre e comunque quel che si mette nel carrello e nel piatto è diventato un desiderio fondante della cultura alimentare degli italiani, anche rispetto alla consapevolezza dell’esistenza di un “italian sounding” che rinvia a un’etichettatura fuorviante. Oltre un cittadino su due (53%) dichiara che gli è capitato di consumare un prodotto pensando che fosse italiano prima di scoprire che così non era. Ma per fare sì che la proposta arrivi sulle scrivanie di Bruxelles occorre raggiungere un milione di firme. In tale ottica, rileva l’associazione degli imprenditori agricoli, è importante la recente sentenza della Corte dei Conti Ue sulla necessità di colmare le lacune del quadro giuridico dell’Unione in materia di etichettatura degli alimenti per garantire maggiore trasparenza ai consumatori. Interessante poi il dato rivelato dal rapporto Coldiretti/Censis durante il panel dedicato a “L’Italia e l’auto propulsione sociale” con Giuseppe De Rita, presidente Censis e Giuliano Amato, presidente emerito della Corte Costituzionale. Il documento rende noto che per il 64% degli italiani l’agricoltura incarna più il futuro che il passato, capovolgendo un po’ lo stereotipo del passatismo rurale che ha caratterizzato gli anni passati: addirittura, i più accesi sostenitori delle campagne sarebbero coloro che vivono nelle grandi città oltre i 500.000 abitanti. L’appeal dell’agricoltura presso fasce sempre più consistenti della popolazione è ben evidenziato anche dal fatto che ben l’89% nutre fiducia negli agricoltori e che il 75% degli adulti e degli anziani sarebbe contento se i figli o i nipoti scegliessero di lavorare nei campi. E per l’83% del campione intervistato l’agricoltura italiana rappresenta e difende valori molto attuali e positivi come la sostenibilità, la qualità e la tutela e promozione della buona salute.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024