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PROMOZIONE NEI PAESI EXTRA UE, TANTI SOLDI DALLA NUOVA OCM ... SE USATI BENE! 35 MILIONI DI EURO A LIVELLO NAZIONALE E REGIONALE PER IL 2009/2010. IL BANDO SCADE IL 30 OTTOBRE. E ALTRI 335 MILIONI DI FINANZIAMENTI SONO IN ARRIVO FINO AL 2013 ...

Italia
335 milioni di euro in arrivo per la cantine italiane

I soldi ci sono, e non sono pochi, ma vanno usati bene. Sono i fondi per la promozione del vino italiano nei paesi terzi, ovvero quelli extra Ue, stanziati dalla nuova Ocm vino, regolamento Ce 479/2008, per progetti da presentare entro il 30 ottobre 2009, e da realizzare entro l’esercizio comunitario dell’anno successivo all’approvazione e alla firma del contratto. A poco più di un mese dalla scadenza del bando, WineNews è andata a spulciare i decreti del Ministero delle Politiche Agricole (www.politicheagricole.it) per fare il punto della situazione, e per ricordare che i fondi in questione, se non utilizzati nei tempi e nei modi previsti, andranno persi, perché non possono essere utilizzati per altri scopi. Un lusso che, soprattutto in un momento economico come questo, nessuno si può concedere.
Per la campagna 2009/2010, si parla di 35.015.687 euro, di cui 10.504.706 gestiti a livello nazionale, e 24.510.981 ripartiti in quantità diverse tra le Regioni (dai 116.335 euro della Valle d’Aosta ai 3.435.517 del Veneto), attribuiti per il 40% in base alla superficie vitata, per un altro 40% in base a quella rivendicata a Do o Igt nel 2008, per il 10% in base al volume di export degli ultimi 3 anni, secondo le elaborazioni Inea dei dati del Commercio estero, e per il restante 10% in base al valore del vino prodotto a prezzi correnti riferiti agli ultimi 5 anni su dati Istat.
Fondi che si sommano agli 11 milioni complessivi per la campagna 2008/2009, per i quali i bandi sono già scaduti, e, per gli anni a venire, dal 2010 al 2013, ad altri 335 milioni.
A poter accedere ai finanziamenti sono una pluralità di soggetti, che vanno dai produttori (purché procedano al confezionamento del 25% della loro produzione o imbottiglino almeno 600.000 bottiglie, e comunque esportino almeno il 15% del totale), alle associazioni di categoria agli enti pubblici, comprese le Regioni.
I progetti potranno essere cofinanziati per un massimo del 70%, con il restante 30% minimo a carico del beneficiario. Possono avere una durata massima di 3 anni, ma in ogni caso possono contare solo su finanziamenti che attingono al plafond stanziato per l’anno di presentazione.
Il costo complessivo minimo del progetto, perché sia ammissibile, deve essere di 200.000 euro per Paese e per anno per le campagne 2009/2010 e 2010/2011, e di 300.000 per quella 2011/2012, ma, se a presentarlo è una micro, piccola o media impresa, la soglia scende a 100.000.
I progetti che attingono alle risorse nazionali devono essere presentati all’Agea, che ha anche il ruolo di organismo pagatore, e al Ministero delle Politiche Agricole.
Le Regioni, per la loro dotazione, possono emettere propri bandi anche a parziale modifica di quello nazionale, e indicare gli enti a cui presentare i progetti che devono essere poi autorizzati con decreto del Ministero (ad oggi, da quanto si trova sul sito delle Politiche Agricole, al 5 giugno 2009, lo avrebbero fatto solo Lombardia e Puglia), ma qualora non lo facciano, vale la stessa procedura dei progetti che si appoggiano alla quota nazionale.
Le risorse, dunque, per il mondo del vino, posso essere davvero tante, se utilizzate con criteri di insieme, con un ottica da “sistema Paese” (per questo è stato istituito anche un “Comitato per la strategia e il ordinamento della misura”, presieduto da un membro del Ministero e formato da 4 membri nominati dal Ministero stesso, 6 rappresentanti delle Regioni e Province autonome, 4 rappresentanti della filiera, e uno a testa di Buonitalia spa e Agea) ma anche molto poche se polverizzate e atomizzate in una serie infinita di azioni individuali, mal programmate e poco efficaci. Rischio da evitare più che mai, anche perché i progetti, una volta approvati, verranno valutati dagli enti pagatori, durante e dopo la loro attuazione, sia sulla conformità e che sull’efficacia, potendo ridurre, in caso di valutazioni non positive, la misura del finanziamento prevista all’origine. Di più, dalla campagna 2009/2010, se il beneficiario chiede il pagamento integralmente anticipato, deve versare una cauzione pari al 120% dell’importo.
E’ necessario, per ottimizzare l’efficacia di questi soldi (ricordiamolo, sono pubblici) che le tante realtà del vino italiano si coordinino, pensino come una squadra e non come concorrenti (e un’ottima occasione per farlo è la possibilità di presentare progetti multiregionali, come previsto dal bando), per mantenere e conquistare posizioni nei mercati consolidati come in quelli nuovi.
Anche perché la concorrenza dei produttori esteri è sempre più forte, e arrivare primi e meglio su certi mercati può determinare il futuro, in positivo o in negativo, del vino italiano.
I testi dei decreti nazionali che stabiliscono le regole e le modalità per il finanziamento dei progetti si trovano sul sito del Ministero delle Politiche Agricole, e sono il decreto 3890 dell’8 maggio 2009, il decreto 1992 del 29 luglio 2009, il decreto 5992 del 12 agosto 2009.
Federico Pizzinelli

I fondi regionali per la campagna 2009/2010

Veneto - 3.435.517
Sicilia - 2.889.552
Toscana - 2.606.322
Piemonte - 2.556.024
Puglia - 2.368.871
Emilia Romagna - 2.323.310
Trentino Alto Adige - 1.037.755
Lombardia - 1.027.812
Abruzzo - 957.889
Friuli Venezia Giulia - 876.426
Lazio - 783.111
Sardegna - 731.900
Campania - 717.810
Marche - 681.905
Umbria - 507.997
Calabria - 337.229
Molise - 207.848
Basilicata - 194.681
Liguria - 152.687
Valle d’Aosta - 116.335
Totale - 24.510.981

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