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ANIMALI SELVATICI

Quello della fauna selvatica è ormai un problema fuori controllo: la Cia propone una nuova legge

Da cambiare, per Cia-Agricoltori Italiani, sono innanzitutto le finalità di fondo: da “conservazione” a “gestione” della fauna
CIA-AGRICOLTORI, FAUNA SELVATICA, Non Solo Vino
Quello della fauna selvatica per la Cia-Agricoltori Italiani è un problema ormai fuori controllo

Sostituire il concetto di “protezione” con quello di “gestione”, ricostituire il Comitato tecnico faunistico venatorio, distinguere le attività di gestione della fauna selvatica da quelle dell’attività venatoria, rafforzare l’autotutela degli agricoltori, risarcimento totale del danno, tracciabilità della filiera venatoria: sono questi i punti fondamentali della riforma radicale della legge sulla fauna selvatica proposte oggi dalla Cia-Agricoltori Italiani, presentandola a Camera e Senato la proposta di modifica alla legge attuale. Quello della fauna selvatica è, infatti, un problema ormai fuori controllo, tra danni milionari ad agricoltura e ambiente, rischio malattie, incidenti stradali sempre più frequenti e minacce alla sicurezza dei cittadini anche nelle aree urbane, che richiede una risoluzione concreta.
Secondo la Cia, la finalità di fondo, indicata già nel titolo della legge, deve essere modificata passando dal principio di protezione a quello di gestione della fauna selvatica. Se la legge del 1992 si focalizzava sulla conservazione della fauna, in quegli anni a rischio di estinzione per molte specie caratteristiche dei nostri territori, oggi la situazione si è ribaltata, con alcune specie in sovrannumero o addirittura infestanti. L’esempio più lampante riguarda i cinghiali, responsabili dell’80% dei danni all’agricoltura: si è passati da una popolazione di 50.000 capi in Italia nel 1980, ai 900.000 nel 2010 fino ad arrivare a quasi 2 milioni nel 2019. È del tutto evidente, secondo la Cia, che bisogna tornare a carichi sostenibili delle specie animali, in equilibrio tra loro e compatibili con le caratteristiche ambientali, ma anche produttive e turistiche, dei diversi territori. L’attuale legge, inoltre, divide le competenze in diversi ministeri; per la Cia è invece fondamentale riportare alcune competenze di fondo alla Presidenza del Consiglio. E, in merito a questo, è anche necessario intervenire nella governance dei territori, garantendo l’effettiva partecipazione del mondo agricolo a tutela delle proprie attività.
Per quanto riguarda le attività di controllo, per Cia deve essere prevista o rafforzata la possibilità di istituire personale ausiliario, adeguatamente preparato e munito di licenza di caccia, per essere impiegato dalle autorità competenti in convenzione, mettendo in campo anche strumenti di emergenza e di pronto intervento. E, inoltre, sui propri terreni, i produttori devono poter essere autorizzati ad agire in autotutela, con metodi ecologici, interventi preventivi o anche mediante abbattimento.
Ad oggi, i danni diretti al settore agricolo accertati dalle Regioni corrispondono a 50-60 milioni di euro l'anno. Secondo Cia, gli agricoltori hanno diritto al risarcimento integrale della perdita subita a causa di animali di proprietà dello Stato, comprensivo dei danni diretti e indiretti alle attività imprenditoriali. Ai fini della sicurezza e della salute pubblica, occorre infine assicurare un efficace controllo e un’adeguata tracciabilità della filiera venatoria, partendo dalla presenza di centri di raccolta, sosta e lavorazione della selvaggina, idonei e autorizzati, in tutte gli areali di caccia.

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