“Per crescere bisogna orientarsi sempre di più sui mercati esteri, considerato il calo costante dei consumi interni (-3% in valore nel 2013), e lavorare per una maggiore concentrazione nella filiera, rendendola più equa e trasparente”. Così la Cia a “Fruit Logistica,” la più importante fiera internazionale del settore, in corso a Berlino (info: www.fruitlogistica.de).
“Con i suoi 14 miliardi di euro di fatturato complessivo e 463.000 aziende coinvolte, l’ortofrutta rappresenta uno dei segmenti strategici dell’agricoltura italiana - ricorda la Cia - ma il notevole incremento dei costi produttivi, la “concorrenza sleale” delle economie emergenti con bassi controlli fitosanitari, la forte polverizzazione dei soggetti, insieme al calo costante dei consumi interni, stanno incrinando la sua storica leadership europea. Ecco perché, per tornare a crescere e ottenere più competitività, occorrono prima di tutto politiche che valorizzino sempre di più l’aggregazione del prodotto - sottolinea la Cia - perché, solo tramite una maggiore cooperazione e concentrazione nella filiera, ci saranno migliori condizioni e opportunità di affrontare con successo i mercati”.
“Contestualmente- evidenzia la Cia -, bisogna puntare verso il massimo incremento della capacità di esportazione, che oggi garantisce in media il 25-30% del giro d’affari del settore. Una scelta indispensabile per compensare almeno in parte il crollo dei consumi domestici di frutta e verdura, che anche nel 2013 sono diminuiti del 2% in quantità e del 3% in valore. Ma “Fruit Logistica” - aggiunge la Confederazione - è stata anche l’occasione per avere un confronto tra le interprofessioni (Oi) europee di Spagna, Francia, Italia. Nazario Battelli, presidente dell’Oi “Ortofrutta Italia e delegato Cia per i rapporti di filiera, ha incontrato i presidenti delle Organizzazioni interprofessionali europee. Uno scambio importante da cui è emersa una priorità su tutte: è necessario omogeneizzare le norme di commercializzazione e per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari a livello Ue, che oggi ledono la competitività delle imprese”.
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