Dalla riduzione dei limiti all’utilizzo del rame in viticoltura al sistema di voto e rappresentanza all’interno dei Consorzi, passando per l’accumulo di cariche di chi svolge al contempo il ruolo di amministratore di un Consorzio e di un organismo di controllo: ecco i punti cardine che la Fivi - Federazioni Italiana Vignaioli Indipendenti ha portato sul tavolo del Ministro delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio. In primo luogo, tra le questioni ritenute urgenti dall’associazione dei produttori guidata da Matilde Poggi, la proposta europea di riduzione dei limiti di utilizzo del rame, che rischia di essere fortemente penalizzante per la viticoltura biologica italiana. I Vignaioli hanno poi espresso le proprie preoccupazioni per l’attuale regolamentazione del sistema di voto e di rappresentanza nei consorzi di tutela delle denominazioni di origine, all’interno dei quali si verificano situazioni di concentrazione del potere decisionale che possono penalizzare la partecipazione più ampia da parte degli attori delle filiere vitivinicole e segnatamente dei viticoltori. Infine, la Fivi ha sottoposto al ministro le proprie perplessità riguardo alle situazioni di cumulo di cariche che possono oggi verificarsi tra lo svolgimento del ruolo di amministratore di un consorzio di tutela e il medesimo ruolo ricoperto negli organismi di controllo deputati a svolgere l’attività nei confronti e a tutela delle denominazioni di origine.
“È stato molto importante per Fivi - ha spiegato Matilde Poggi - poter rappresentare al Ministro le proprie istanze che, come si può constatare agevolmente, non sono richieste a beneficio dei Vignaioli Indipendenti bensì oggettivi miglioramenti per tutta la filiera vitivinicola di qualità in Italia. Durante l’incontro abbiamo inoltre sottolineato il fatto che Fivi non fornisce servizi a pagamento ai suoi associati, ma si limita a rappresentarne gli interessi. Il proposito di Fivi - ha aggiunto Matilde Poggi - da ora innanzi è quello di mettersi a disposizione del Ministero per collaborare sull’implementazione delle proposte e vigilare sull’effettiva traduzione in atti concreti della volontà, emersa in modo comune e convergente, di rafforzare la competitività del comparto vino e l’affidabilità delle strutture organizzative che lo guidano e lo controllano”.
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