Nel 2015 sono stati 36.864 controlli ispettivi eseguiti sui generi alimentari, quasi 10.000 i campioni analizzati in laboratorio, 53.490 prodotti e 24.003 produttori verificati. Emerge dal Rapporto annuale n. 7 sulle frodi alimentari di FareAmbiente, e che affronta il fenomeno degli illeciti agroalimentari a 360 gradi. Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, la contraffazione in generale sottrarrebbe al nostro Paese più di 100.000 posti di lavoro, 18,6 miliardi di euro di produzione interna e un valore aggiunto di 6,7 miliardi. E, oggi più che mai, l’agroalimentare rappresenta il settore privilegiato dalla criminalità organizzata, tanto che più che di illeciti tradizionali, si parla dell’altra faccia oscura della medaglia dell’economia nazionale. Il principale sanzionatore dell’agroalimentare italiano, e una delle maggiori Autorità di polizia giudiziaria europea in materia agroalimentare, con 4.052 sanzioni amministrative elevate a cui si aggiungono 2.786 diffide, è l’Icrf-Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (secondo i dati del Ministero della Salute, nei settori del vino e dell’olio effettua l’80% dei controlli nazionali, forze di polizia comprese, e oltre il 90% dei controlli sui prodotti da agricoltura biologica): nel solo 2015 sono state inoltrate 255 notizie di reato all’Autorità giudiziaria, operati 676 sequestri, per un valore economico di oltre 68 milioni di euro e un quantitativo complessivo di prodotti agroalimentari sequestrati pari a 77.000 tonnellate.
I prodotti contraffatti più popolari in Italia sono abbigliamento e accessori (2,2 miliardi di euro, il 32,5% del totale), seguono gli audiovisivi (2 miliardi di euro, 28,5% del totale) e, quindi, i prodotti alimentari, vino, olio, pasta in primis, per 1 miliardo di euro, pari al 14,8% del totale. La Regione più fragile da un punto di vista di “illeciti” è il Lazio, anche se i maggiori danni economici (valore della merce) si registrano in Calabria.
Scendendo nel dettaglio degli illeciti agroalimentari nel 2015, i 38.914 controlli mirati per la verifica di aspetti igienico sanitari e merceologici effettuati dai Carabinieri per la Tutela della Salute (Nas) hanno evidenziato 12.321 non conformità. L’attività del Ministero delle Politiche Agricole-Icqrf per il controllo della qualità merceologica e la lotta alle frodi dei prodotti alimentari generici, da agricoltura biologica e di qualità regolamentata, ha comportato lo svolgimento di 25.974 controlli e l’analisi di 6.259 campioni. Le irregolarità riscontrate hanno dato luogo a 59.480 provvedimenti amministrativi e 1.028 notizie di reato. Le Capitanerie di Porto hanno invece espletato circa 17.504 verifiche lungo l’intera filiera dei prodotti ittici. Il Corpo delle Capitanerie di Porto nell’ambito della propria attività di vigilanza e controllo ha rilevato 2.635 illeciti relativi alla sicurezza alimentare. Poi c’è il comando Carabinieri per le Politiche Agricole e Alimentari (Nac) che opera sull’agropirateria, cioè la contraffazione dei prodotti agroalimentari, e che ha controllato 586 imprese agricole sequestrando 722.837 kg di merce, elevando 52 sanzioni penali e 273 sanzioni amministrative. Sono state segnalate 55 persone (13 del settore lattiero caseario, 11 nel settore vitivinicolo). Nello specifico per l’agropirateria i prodotti più colpiti sono proprio per valore economico il settore lattiero caseario con 3.884.780 euro e vitivinicolo con 285.950 euro. Per le illeciti erogazioni gli uomini dei Nac hanno poi riscontrato come il settore maggiormente a rischio sia il cerealicolo (1.574.082 euro), quindi l’ortofrutta (337.109 euro) e i fondi strutturali (249.217 euro). Le principali sanzioni amministrative sono state elevate nel settore cerealicolo (320), uguale per quelle penali (6).
Il Corpo Forestale dello Stato ha intensificato la lotta alla contraffazione dei prodotti agroalimentari a Denominazione e Indicazione di origine protetta e dei prodotti certificati made in Italy, con 8.486 controlli effettuati, 179 reati accertati, 1.589 illeciti amministrativi accertati e sanzionati, per un importo notificato pari a 1.900.000 euro, 45 operazioni complesse, 160 tonnellate di merce sequestrata e 4.000 litri di prodotti sequestrati delle filiere olearia, lattiero casearia e vitivinicola. Infine, la Guardia di Finanza, che ha complessivamente sequestrato oltre 8.800 tonnellate di prodotti agroalimentari solidi e oltre 31 milioni di litri di generi alimentari liquidi, oggetto di frode commerciale e/o sofisticazione. I prodotti maggiormente oggetto di illecito è il vino (31.094.942 litri) seguito dai cereali (7.443.219).
Questi dati mostrano come le azioni intraprese anche se stanno limitando il fenomeno non riescono ancora del tutto a contrastarlo, mentre gli “agrofurbi” modificano il loro modo di lavorare e puntano anche sul web. Tanto che, nel 2015, l’Icqrf ha avviato procedure di contrasto a usurpazioni ed evocazioni che hanno riguardato 561 casi (nel 2014, 160 operazioni ): 220 sono stati i prodotti in vendita sul market place e-Bay, 65 quelli su Alibaba, 63 prodotti hanno riguardato segnalazioni fatte come Autorità ex-officio, 213 come Organismo di contatto per il settore vitivinicolo. Tra questi ultimi, 4 casi hanno interessato Paesi extra Ue ed è stato richiesto l’intervento da parte della Commissione Europea. Bloccati flussi di commercio di falso Parmigiano per 99.000 tonnellate al mese, ovvero 11 volte la produzione mensile di quello autentico, mentre su siti web irlandesi e svedesi sono stati intercettati wine kit evocanti le Denominazioni Barolo, Brunello di Montalcino, Chianti, Piemonte, Vino Nobile di Montepulciano e Amarone della Valpolicella. Il prodotto più “falso” sul web è stato il Prosecco. Il sito web più “illegale” è stato e-Bay.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024