“La mia terra è ricca, di un’abbondante varietà di vitigni autoctoni e di una moltitudine di territori differenti che, insieme, costituiscono un patrimonio prezioso di valori, storia, tradizioni e cultura. Sta a noi enologi italiani portarlo avanti, non solo producendo vini della migliore qualità, ma anche seguendo l’esempio degli enologi francesi per diffonderlo e valorizzarlo nel mondo”: così Riccardo Cotarella, uno dei più grandi enologi d’Italia, personalità di spicco nel panorama del vino mondiale, alla guida di Assoenologi e presidente della Union Internationale des Œnologues, e ora anche “Chevalier de l’Ordre du Mérite Agricole”, riconoscimento assegnato dal Governo francese, oggi, nel cuore di Parigi, nella prestigiosa sede dell’Oiv, l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, in vita dal 1924 e che oggi rappresenta 46 Paesi nei 5 Continenti, pari all’85% della produzione mondiale di vino. Un riconoscimento, ha detto Cotarella “che voglio condividere con tutti i miei colleghi italiani, che per molti anni e con grande passione e professionalità hanno contribuito con determinazione ad innalzare non solo l’alta qualità, ma anche l’immagine del vino italiano”.
Assegnato da l’Ordre du Mérite Agricole, ordine onorifico di grande lignaggio, il titolo di “Chevalier de l’Ordre du Mérite Agricole” venne istituito in Francia il 7 luglio 1883 dal Ministro delle Politiche Agricole Jules Méline per premiare le personalità meritevoli di aver reso grandi servizi all’agricoltura. Ennesimo riconoscimento al lavoro di Cotarella, produttore anche con la cantina di famiglia, Famiglia Cotarella, consulente enologo tra i più affermati d’Italia, che lavora con importanti realtà di tutto il Belpaese e anche all’estero, fino al Giappone, e che tra le altre cose presta gratuitamente la propria opera a progetti di grande valore sociale come quello della produzione di vino nella Comunità di San Patrignano, o a Cremisan, Monastero gestito dai Salesiani al confine tra Israele e Palestina.
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