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SPORT & WINE

Riparte il campionato di calcio, il wine & food fa gol tra sponsor di maglia e forniture ai club

Ecco “cosa bevono” le squadre di Serie A ed i nomi dei brand che compaiono sulle divise ufficiali del torneo più amato dagli italiani

Ci siamo, il fischio d’inizio è arrivato per l’evento più amato dagli appassionati sportivi italiani: il campionato italiano di serie A è ripartito, archiviando la prima giornata. Non che la palla rotonda che più fa sognare e, allo stesso tempo, soffrire, abbia lasciato i tifosi in “solitudine” per un lungo periodo di tempo; i calendari, infatti, sono sempre più “intasati”, e questo è uno dei temi più discussi. Eppure, quando le maglie con i colori del cuore tornano nel rettangolo verde di gioco, per la prima giornata di campionato che si è appena conclusa, l’emozione è quella di sempre e non ha età. Già, le maglie. Anche loro sono cambiate negli anni, dai materiali alla grafica, evolvendosi con le esigenze del marketing visto che il merchandising, del resto, è “ossigeno puro per i club”, così come gli sponsor che hanno preso il largo: non se ne vede più uno solo all’altezza del petto, anche se rimane il principale, scritte e loghi, infatti, sfruttano più centimetri possibili nella maglia da gioco. Guardando ad un passato più o meno recente, la scelta di abbinare un marchio alla maglia del club ha creato dei veri e propri miti ed alcune storie di successo, perché il calcio, come noto, è uno sport globale come pochi altri, e le aziende legate al food sono state protagoniste di binomi memorabili: dalla Buitoni ai tempi del Napoli di Maradona alla Cirio con la Lazio che, alla pari del Parma (lo sponsor era Parmalat), è riuscita a vincere tanto in Italia che in Europa. E poi il Milan “imbattibile” con la scritta Motta tra le strisce rossonere; in tanti, poi, si ricorderanno di Barilla sulla maglia della Roma o di Rana in quella della squadra della sua città, l’Hellas Verona. Ed ancora, l’Inter dei “record” di Giovanni Trapattoni aveva sulle divise neroazzurre la scritta Misura, campioni straordinari come Baggio e Del Piero hanno indossato la casacca bianconera della Juventus con lo sponsor Danone. Ma la lista di esempi celebri sarebbe davvero lunga, e se è vero che oggi il mondo food resiste sulle magliette, si può dire che ha un peso inferiore rispetto al passato, in un’epoca dove sono arrivati anche i “colossi” dall’estero nel nostro campionato, un effetto della globalizzazione che, ovviamente, non ha risparmiato nemmeno il calcio.
Ma nomi di spicco del settore, insieme a brand più territoriali, sono comunque presenti anche per la stagione 2024/2025 della Seria A (che, a proposito, ha tra i propri partners il noto formaggio spalmabile Philadelphia). Iniziamo, in ordine alfabetico, dall’Atalanta, ormai uno dei club più importanti e di riferimento a livello nazionale e non solo, come dimostra la recente vittoria dell’Europa League, che sulle maglie nerazzurre ha il marchio dell’acqua Lete, già visto in passato in quelle del Napoli. Tra le squadre più attese, con tanto di partecipazione, per la prima volta, alla Champions League, c’è il Bologna che porta sul petto il nome del Gruppo del patron, Saputo, realtà internazionale specializzata in prodotti lattiero-caseari, mentre nel retromaglia campeggia il brand della patata bolognese “Selenella”. Il Cagliari, la squadra simbolo della Sardegna, ha storicamente puntato sui prodotti con un legame con la propria terra (gli appassionati si ricorderanno la birra Ichnusa e, in anni più lontani, il Pecorino Sardo); per questa stagione, come “jersey sponsor”, oltre alla conferma di Arborea, produttore di latte e formaggi dell’isola, c’e il birrificio sardo Doppio Malto. L’Empoli cercherà una nuova e “dolce” salvezza con le maglie azzurre che avranno, sulla manica, il logo dei gelati Sammontana, anch’essi empolesi, una partnership che dura da tanti anni. L’Hellas Verona ha iniziato il campionato in modo straordinario con una sorprendente ma meritata vittoria sul Napoli di Antonio Conte: un debutto con le “bollicine” e con la scritta 958 Santero in bella vista; l’azienda vitivinicola piemontese è stata, infatti, main Sponsor dell’Hellas Verona proprio nella prima giornata della stagione che celebra i 40 anni dallo scudetto vinto nel 1984/85. Il brand vinicolo piemontese ha comunicato che sarà partner, oltre che dell’Hellas Verona, anche di altri club, di Serie A e B. Passando al Napoli, da segnalare la presenza del logo di Coca-Cola sul materiale utilizzato dalla prima squadra e dalla Primavera durante le sessioni d’allenamento e prima di tutte le gare ufficiali del club partenopeo. Il Torino come “second main partner” ha Fratelli Beretta, una collaborazione che va avanti da tempo con il celebre Gruppo di salumi che ha nel proprio portafoglio ben 19 produzioni Dop/Igp. Ed infine il Venezia, tornato quest’anno a calcare il palcoscenico della serie A, che ha scelto Cynar Spritz come main sponsor. Ideato proprio in Veneto, nel 1950, da Angelo Dalle Molle, imprenditore e filantropo di Mestre, Cynar Spritz è parte del Gruppo Campari.
Sponsor che, anche se non presenti nella divisa ufficiale, si moltiplicano, a vari livelli, con brand e aziende del wine & food del Belpaese che affiancano le squadre di calcio di serie A. Ad iniziare dal vino (ma particolarmente “ricca” è anche la presenza dei brand legati al food) con il Bologna che, tra i suoi Premium partner, ha i Vini d’Italia dell’imbottigliatore Alessandro Berselli. Il Cagliari tra i Training partner presenta Silvio Carta, storica azienda della Sardegna nata nei primi anni Cinquanta del Novecento e che, oltre a produrre la nota Vernaccia di Oristano, è specializzata anche in distillati. E poi Cantina di Santadi, un “gigante” per la viticultura della Sardegna, con 650 ettari a vigneto da cui arrivano quasi 2 milioni di bottiglie, distribuite in un ampio portafoglio di etichette dalla solida costanza qualitativa. L’Empoli ha tra i propri sponsor il birrificio senese L’Olmaia; dal Chianti Classico, zona di produzione di pregio della Toscana, arriva invece l’azienda vitivinicola Vallepicciola (107 ettari vitati) che è Official wine partner della Fiorentina, per un sodalizio tutto toscano. Il Genoa, club più antico d’Italia, in veste di Official hospitality supplier conta su “La Baia del Sole”, cantina della famiglia Federici, che si trova a Luni, al confine tra Liguria e Toscana. L’Official wine supplier dell’Inter, ormai da tempo, è invece il brand Santa Margherita, le cui bollicine di Prosecco accompagneranno anche quest’anno i campioni d’Italia che in nel campionato in corso esibiscono sulla maglia la seconda stella. Da anni, a bagnare i brindisi delle vittorie della Juventus, compresa l’ultima Coppa Italia, c’è lo spumante di Ferrari, icona del Trentodoc e che conferma il forte legame con il club bianconero. La Lazio, tra i propri Official supplier hospitality ha due aziende di vino, Caparzo, prestigiosa realtà del Brunello di Montalcino di proprietà di Elisabetta Gnudi Angelini, di storica fede biancoceleste, e Vini Fantini, gruppo dalle radici abruzzesi ma che abbraccia tutto il Meridione d’Italia, guidato da Valentino Sciotti. Nella categoria dei supporter del Lecce, club salentino che punta ad un’altra salvezza, c’è Paololeo, cantina salentina che si trova all’interno del Parco del Negroamaro, nata per volontà di Paolo Leo. Il Wine Supplier della Roma, guidata in panchina dalla bandiera Daniele De Rossi, è, invece, Valdo Valdobbiadene, tra i più grandi produttori di Prosecco mentre il Torino ha tra i propri Official supplier le bollicine della propria regione, il Piemonte, ancora con Santero 958 ed i vini di Montaribaldi, produttore di Barbaresco che ha nel proprio portafoglio i famosi vini del territorio, Barolo e Barbaresco in primis. Infine, il Venezia, dove, tra i local sponsor, figura Canella, azienda che produce il Bellini, uno dei più celebri cocktail made in Italy, inventato nel 1948 da Giuseppe Cipriani, capo barista all’Harry’s Bar di Venezia, che lo intitolò al pittore veneziano Giovanni Bellini, per via del colore rosato che gli ricordava quello della toga di un angelo in un suo dipinto.

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