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ECONOMIA

Ristorazione in crisi, Fipe-Confcommercio: “allentare smart working per spingere la ripresa”

Dopo l’annuncio del prolungamento dello Stato di Emergenza, un nuovo appello: “prorogare gli ammortizzatori sociali straordinari”
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Ristorazione in crisi, Fipe-Confcommercio: allentare smart working per spingere la ripresa

Allentare lo smart working e prorogare gli ammortizzatori sociali straordinari come la cassa integrazione per ridare ossigeno alle imprese della ristorazione. Fipe-Confcommercio (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi), lancia un appello al Governo sottolineando, ancora una volta, le difficoltà di un comparto duramente colpito dai numeri ridotti del turismo e anche dal lavoro che dagli uffici si è spostato, in misura importante, a casa. “Il nostro Paese, i cittadini, i lavoratori, le imprese stanno dando prova di grande responsabilità - personale e collettiva - in questi mesi di emergenza, dimostrando di essere pronti ad affrontare la fase post-emergenziale in maniera corretta e capace di recuperare la necessaria normalità, che passa anche dal rientro delle persone nei posti di lavoro. Non possiamo accettare, oltre i danni economici che l’emergenza Covid-19 ha indotto sul sistema delle imprese della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo in generale, anche il rischio di un mortale indebolimento del già fragile tessuto imprenditoriale di un settore determinante all’interno delle filiere agro-alimentare e turistica del Paese, nelle quali valorizza le qualità, l’identità e l’attrattività della nostra straordinaria offerta”.
Parole del presidente della Fipe-Confcommercio Lino Enrico Stoppani che ha riassunto le ragioni che hanno spinto la Fipe a scrivere al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e al Ministero della Funzione Pubblica Fabiana Dadone, all’indomani dell’annuncio del Presidente del Consiglio di estendere lo Stato d’Emergenza oltre il 31 luglio, presumibilmente per altri sei mesi. “La desertificazione dei centri storici e dei quartieri direzionali, causata anche dall’assenza dei lavoratori - viene riportato nella lettera - rischia di generare una diffusa chiusura di numerosi pubblici esercizi ed attività commerciali ubicati nel centro delle città, già duramente provati dalla totale mancanza di turismo nazionale ed estero. Come certificato dall’ultima nota mensile dell’Istat sull’andamento dell’economia italiana, ricordiamo come oggi il 65,2% delle attività di ristorazione e alloggio rischiano la chiusura, con danni incalcolabili in termini economici e sociali”.
Parallelamente la Fipe/Confcommercio chiede il rifinanziamento degli strumenti di protezione sociale. “Proprio per far fronte al drammatico calo dei consumi, si impone l’esigenza di prorogare gli ammortizzatori sociali straordinari, già usufruiti da parte delle imprese del settore. La quasi totalità delle aziende del comparto ha, infatti, già utilizzato interamente le diciotto settimane di ammortizzatori a disposizione, trovandosi ora senza alcuna copertura in una situazione di crollo dei fatturati. La cassa integrazione rappresenta una necessità in questa fase post-emergenziale, indispensabile per preservare le professionalità presenti nel settore, faticosamente costruite nel corso degli anni, necessarie per agganciare l’auspicata ripresa”.

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