Sono giorni turbolenti per il vino in Russia. In un intreccio eno-politico, Mosca potrebbe decidere a breve di bloccare l’import di vino dalla Moldavia, come già fatto dal 2006 al 2009, sia perché non ritenuto di qualità e sicurezza accettabile, sia perché il Governo moldavo ha istituito una giornata in memoria delle vittime dell’occupazione russa che il Cremlino non ha gradito. Per ora l’unica certezza è un irrigidimento dei controlli stabilito dal Ministero dell’Agricoltura russo, ma un nuovo stop alle etichette di Moldavia, non è da escludere a priori. Un vuoto di mercato di cui, però, difficilmente potrà approfittare l’Italia, come spiega a WineNews Alessandro Niccolai, direttore vendite Europa di Castello Banfi, cantina leader del Brunello di Montalcino, in Russia in questi giorni, “perché il vino italiano viaggia su canali e punta a target ovviamente diversi da quello moldavo”. E se la Russia è considerata uno dei mercati più promettenti, Niccolai precisa: “è vero che ci sono buone prospettive di crescita per l’Italia, ma non per tutti. La crisi a picchiato duro anche in Russia, e il numero degli importatori è molto diminuito. E questi si fidano di chi è già presente da qualche anno con un marchio riconoscibile, affidabile e affermato, e non guardano tanto alle nuove entrate ... ”.
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