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SALGONO A 11 I PROGRAMMI ITALIANI DI SVILUPPO RURALE APPROVATI DALLA COMMISSIONE EUROPEA. ECCO I NUOVI INVESTIMENTI PER IL FUTURO, REGIONE PER REGIONE

Dopo il via libera ottenuto da Toscana e Sardegna nel mese di ottobre, il Comitato della Commissione Europea ha approvato i Piani di Sviluppo Rurale (www.reterurale.it) di altre nove Regioni e Province Autonome italiane: Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Umbria, Valle d’Aosta Trento e Bolzano. Salgono così a undici, su un totale di 21 i Piani di Sviluppo Rurale approvati dall’omonimo comitato della Commissione Europea.
I nuovi Piani di Sviluppo Rurale recepiscono i contenuti delle recenti riforme riguardanti la Politica Agricola Comune e la strategia europea anticrisi. Tali riforme, insieme al trasferimento di parte delle risorse Ocm vino allo sviluppo rurale, significano, per l’Italia, un aumento complessivo dei fondi pubblici dedicati ai Piani di Sviluppo Rurale di oltre 1.156 milioni di euro. I fondi aggiuntivi saranno utilizzati principalmente per attuare le cosiddette “nuove sfide” dello sviluppo rurale, ossia misure dedicate all’espansione delle energie rinnovabili, alla tutela della biodiversità, alla mitigazione dei cambiamenti climatici, alla gestione delle acque, a interventi di accompagnamento alla ristrutturazione del settore lattiero-caseario e alla diffusione della connessione internet a banda larga nelle aree rurali.

Focus - Ecco i fondi e gli interventi, regione per regione
In particolare, nell’ambito delle priorità definite dalla strategia nazionale, la Regione Abruzzo ha scelto di utilizzare i 29 milioni di euro addizionali, privilegiando interventi agroambientali per la tutela della biodiversità e a operazioni di infrastrutturazione per la diffusione della banda larga. Inoltre, sono state stanziate risorse per interventi atti a ripristinare il potenziale produttivo agricolo danneggiato dal recente terremoto.
La Regione Emilia-Romagna, grazie agli oltre 122 milioni di euro addizionali ricevuti in dotazione, potrà mettere in campo un più ampio ventaglio di interventi aggiuntivi. Tra le nuove sfide, la più rilevante, in termini di risorse, è quella dedicata alla gestione delle risorse idriche (circa il 46% dei fondi Health Check), che prevede la creazione e il miglioramento delle infrastrutture idriche a servizio della aziende agricole e zootecniche. A ciò si aggiungono interventi aziendali per la ristrutturazione del settore-lattiero caseario (29%) e per la banda larga (16%). Una quota più limitata di risorse è, invece, dedicata a misure per la biodiversità e il cambiamento climatico.
Anche per il Friuli Venezia Giulia, che riceverà maggiori risorse pubbliche per quasi 20 milioni di euro, la priorità è la gestione delle risorse idriche (“azioni agro ambientali”), seguita da misure aziendali per la ristrutturazione del settore lattiero caseario. Il 69% delle risorse addizionali Healt Check è dedicato a tali sfide, mentre la tutela della biodiversità e la banda larga si dividono il resto della torta.
Al Lazio spettano 48,5 milioni di euro di risorse aggiuntive. La tutela della biodiversità è la principale priorità della Regione cui è dedicato il 44% delle risorse Health Check. Saranno affrontate, inoltre, le sfide relative alla banda larga, al cambiamento climatico (azioni agroambientali) e allo sviluppo di energie rinnovabili per le aziende agricole. Una parte rilevante delle risorse sarà utilizzata per l’infrastrutturazione finalizzata al miglioramento delle risorse idriche.
Il settore lattiero-caseario assorbe un terzo delle risorse aggiuntive della Regione Lombardia, ammontanti a 125 milioni di euro. A tale scopo saranno finanziati interventi aziendali per agevolare la ristrutturazione del settore, dovuta alla graduale eliminazione delle quote latte. Importante è la sfida dedicata alla tutela della biodiversità nelle aree coltivate a riso. Le altre due priorità della Regione sono orientate alla realizzazione di interventi infrastrutturali per una migliore gestione delle risorse idriche e per lo sviluppo della banda larga nelle aree rurali.
Il Piano di Sviluppo Rurale dell’Umbria riceverà circa 32 milioni di euro di risorse aggiuntive; per questa Regione la sfida principale da affrontare con i fondi Health Check è quella della lotta al cambiamento climatico. Sono previsti dunque interventi agro ambientali, come il miglioramento della qualità del suolo attraverso l’uso di fertilizzanti organici di qualità; azioni di forestazione e di prevenzione degli incendi. Inoltre, saranno realizzati investimenti aziendali per il sostegno alla ristrutturazione del settore lattiero caseario, azioni agroambientali a tutela della biodiversità (miglioramento dei pascoli e prati e messa a riposo dei terreni) e azioni per la diffusione della banda larga.
Per la più piccola delle Regioni italiane, infine, sono disponibili poco più di 5 milioni di euro aggiuntivi. La Valle d’Aosta ha deciso di puntare tutte le risorse aggiuntive su biodiversità ed energie rinnovabili. La prima sfida sarà perseguita rafforzando le misure di compensazione per gli agricoltori operanti nelle aree Natura 2000 e incentivando la realizzazione di investimenti agricoli non produttivi con finalità ambientali. La seconda sfida, invece, attraverso la concessione di un sostegno alle aziende agricole per la realizzazione di investimenti mirati alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
Sono due le nuove sfide che la Provincia di Trento ha deciso di affrontare nel proprio Piano di Sviluppo Rurale: la lotta al cambiamento climatico e la tutela delle acque. Parte dei 24,5 milioni di euro aggiuntivi (circa il 15%), saranno utilizzati per sostenere interventi nelle aziende zootecniche, in modo da ridurre le emissioni dannose per il clima mentre, sul versante della gestione delle risorse idriche, le risorse saranno utilizzate (25%) per interventi aziendali atti a ridurre l’impatto ambientale delle macchine irroratrici e per interventi infrastrutturali (60%) che favoriscono il risparmio delle risorse idriche, attraverso l’ammodernamento delle condotte esistenti e l’adozione di tecniche di micro-irrigazione.
Diverse, invece, sono le scelte operate dalla Provincia di Bolzano che, in virtù delle caratteristiche del proprio territorio, ha scelto di utilizzare le risorse aggiuntive, ammontanti a circa 19 milioni di euro, per interventi dedicati alla mitigazione dei cambiamenti climatici, alla ristrutturazione del settore lattiero-caseario e alla gestione sostenibile delle acque.

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