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LA CURIOSITÀ

San Michele Appiano, una nuova cantina d’autore per il “gioiello” Appius

A progettarla, l’architetto Walter Angonese: “un tempio dedicato al vino, all’arte e allo scorrere del tempo” tra i vigneti del Trentino Alto Adige

Il futuro è quanto mai incerto, per tutti, ed in ogni settore, oggi più che mai. Non fa eccezione il vino, ovviamente, che però accompagna l’uomo da millenni, e che in un modo o nell’altro deve guardare al futuro. Che vuol dire anche investire per valorizzare i propri gioielli migliori. Come ha deciso di fare la Cantina San Michele Appiano, una delle realtà di riferimento del vino del Trentino Alto Adige (fondata nel 1907, oggi con 320 soci viticoltori e 390 ettari di vigneto, per una produzione di 2,8 milioni di bottiglie e 29 milioni di euro di fatturato 2024, ndr), che ha fatto un investimento importante per la nuova cantina d’autore di Appius, uno dei suoi vini di punta, dedicando “un tempio al vino, all’arte e allo scorrere del tempo. Progettata e realizzata tra il 2023 e il 2024, la cantina Appius è uno straordinario progetto architettonico che trasforma e valorizza spazi preesistenti, dedicando un’intera sala alla preziosa cuvée nata oltre 10 anni fa dal sogno dello storico winemaker Hans Terzer. Più che una semplice cantina: un luogo di raffinata contemplazione dove vino, arte e design si incontrano”, spiega una nota della cantina.
Che, così, ha deciso di dare un palcoscenico unico ad una delle sue cuvée più celebri, che nasce dalle selezioni di Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio e Sauvignon prodotte dai vigneti storici del Comune di Appiano sulla Strada del Vino, “in un’atmosfera immersiva, dove spazi e geometrie esaltano la grandezza di questo vino e la sua evoluzione nel tempo, la nuova cantina Appius rappresenta la spinta all’eccellenza di una realtà che, con oltre 110 anni di storia, oggi si distingue per una viticoltura di qualità e per vini riconosciuti e premiati in tutto il mondo”.
A progettare la cantina, l’architetto Walter Angonese, con uno spazio che, tra le altre cose, vede al centro “un’intima sala degustazione di circa 30 metri quadrati, illuminata dalla luce naturale che passa dalla discreta finestra zenitale: anche qui regna il contrasto tra il nero e i colori caldi del legno di rovere, mentre tutto intorno sono esposte le eleganti bottiglie nere e oro di tutte le precedenti edizioni di Appius. Una collezione che celebra lo scorrere del tempo inteso non solo come la durata dell’affinamento che consente ad Appius di elevarsi, ma anche come ricerca continua e perseverante della qualità”.
“Fin dalle prime fasi di progettazione, nella nostra visione, la cantina dedicata ad Appius doveva essere un luogo ideale e ispirante, dove il tempo, il vino e la bellezza potessero dialogare in un equilibrio discreto e potente”, spiega l’enologo di Cantina San Michele Appiano, Jakob Gasser. Ma una volta terminato il progetto architettonico della cantina, è nata l’idea, aggiungono da San Michele Appiano, di completare lo spazio con un contributo artistico capace di valorizzare la vocazione estetica e la visione artistica del vino simbolo. E così, “il linguaggio sperimentale di Robert Pan, artista bolzanino noto per le sue opere astratte realizzate con resine, pigmenti e materiali traslucidi, ha rappresentato l’abbinamento perfetto tra arte e vino. L’opera di Robert Pan esposta in cantina è stata scomposta in 10 elementi unici riprodotti su etichette in resina di un’edizione speciale e limitata di Appius 2019. L’incontro tra il linguaggio visivo dell’arte contemporanea e l’universo sensoriale del vino ha dato vita a un progetto che intende superare la sola dimensione produttiva, configurandosi come esperienza culturale e multisensoriale”. Tutto all’insegna del motto storico della Cantina: “la qualità non conosce compromessi”.

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