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SANGIOVESE, MERLOT, CABERNET SAUVIGNON: I TRE VITIGNI PIU’ VENDUTI DAI VIVAI IN ITALIA NEL 2000. LA CRESCITA PIU’ FORTE E’ COMUNQUE PER LE CULTIVAR ITALIANE. BOOM DEL SAGRANTINO DI MONTEFALCO

Italia
Il vitigno italiano per eccellenza: il Sangiovese

Dall’alto del suo osservatorio, l’agronomo Eugenio Sartori, direttore generale dei Vivai di Rauscedo, l’azienda leader nel mondo nella produzione vivaistica delle barbatelle (ha il 52% del mercato italiano; produce 45 milioni di piante - di cui 32 milioni per l’Italia - e 13 milioni all’estero, soprattutto Spagna, Grecia, Francia, Germania, Argentina; fattura 114 miliardi), non può sbagliare: la “hit parade” dei vitigni più venduti, nel 2000, vede al primo posto il Sangiovese (12 milioni di barbatelle), quindi, in ordine, Merlot (4 milioni), Cabernet Sauvignon (3,5 milioni) e Montepulciano d’Abruzzo (3,4 milioni). “Ma l’aspetto più importante, in questi ultimi anni, è soprattutto la riscoperta di tante cultivar italiane (Sangiovese, Montepulciano d’Abruzzo, Barbera, Aglianico, Nero d’Avola, Refosco ...)”. Ed il boom più grande ? “E’, sicuramente, quello del Sagrantino di Montefalco - spiega Eugenio Sartori, della friulana Vivai Cooperativi di Rauscedo (cooperativa nata negli anni Trenta) - passato dal nulla del ‘95/’96 alle 220.000 barbatelle del 2000”. I vitigni italiani sono insomma risaliti di molto, dal 29% al 36%, in pochissimi anni: un aspetto che contrassegnerà, di sicuro, il futuro del vino italiano (la formula vincente è e sarà quella dei “blend” tra vitigni autoctoni ed internazionali, che, del resto, hanno già contraddistinto la storia del vino italiano negli ultimi 30 anni).

La produzione vivaistica italiana è all’avanguardia nel mondo, con 90 milioni di barbatelle innestate (nel 2000, i vitigni più richiesti sono stati quelli a bacca rossa, con il 74%), per la stragrande maggioranza prodotte nel distretto friulano di Rauscedo (Pordenone), e con 27 milioni di barbatelle selvatiche (senza sovrainnesto), prodotte soprattutto ad Otranto in Puglia (ma anche in Sicilia e Sardegna). Nel nostro Paese, arrivano anche 4 milioni di barbatelle di varietà internazionali più diffuse (dalla Francia e dalla Germania). Il business del settore, in Italia, è di 250 miliardi (di cui oltre 220 miliardi di barbatelle innestate).

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