02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

SCELTA INNOVATIVA DELLA CANTINA LA VIS: METTERA’ I TAPPI DI SILICONE SUI SUOI VINI

Italia
Fausto Peratoner e Roberto Giacomoni, direttore e presidente della Cantina La Vis di Trento

Dopo un’attenta valutazione, unita anche ad alcuni anni di sperimentazione sulla produzione, la Cantina La Vis, una delle cantine migliori d’Italia (lo ha confermato, di recente, sia la guida del Gambero Rosso/Slow Food che quella di Luca Maroni) e che ha nel rapporto qualità-prezzo uno dei suoi punti d’eccellenza, ha deciso di fare una scelta innovativa proprio a cominciare dal 2000: metterà i tappi di silicone su tutti i suoi vini (ad esclusione della sua linea “Ritratti”: 350.000 bottiglie). “Questa scelta - spiega il direttore della Cantina La Vis, Fausto Peratoner - l’abbiamo presa per garantire i nostri clienti di fronte a qualsiasi tipo di problema (gusto di tappo, leggeri difetti al gusto e all’olfatto collegati al processo di lavorazione del sughero). I nuovi tappi per la “linea La Vis” (vale a dire 3.500.000 bottiglie) siglano, dunque, un altro passo importante per la nostra azienda che basa la sua filosofia nel rapporto qualità-prezzo”. “La nostra cantina - continua il direttore della La Vis, Peratoner - segue una filosofia di qualità a 360 gradi ed, in quest’ottica, la “linea La Vis” ci è sembrata la più idonea per comunicare al pubblico questa innovativa scelta, che vuol evidenziare la modernità dell’azienda in grado di stare al passo con i tempi. A partire con il Novello 2000, dunque, la Cantina La Vis trasmetterà un segnale di novità e di modernità anche su questo fronte”. Ed i vantaggi di questa scelta, sicuramente una delle prime in Italia, almeno per un’azienda di qualità e di grandi dimensioni? “Numerosi - spiega ancora Peratoner - sono a nostro parere gli elementi che avvalorano questo utilizzo: per quanto concerne la salvaguardia del prodotto, i tappi in silicone presentano dei vantaggi di sterilità sono infatti atossici e completamente sterili a differenza del sughero (in taluni casi i diversi trattamenti di sterilizzazione sono i responsabili dell’insorgenza di caratteri anomali del vino). Insomma, la nostra è sicuramente un’innovazione al servizio della qualità”. “Il tappo in silicone - continua la responsabile marketing della Cantina La Vis, Cristina Zambanini - è estraibile con un normale cavatappi ed il consumatore non rinuncia quindi al caratteristico suono che si produce quando si stappa la bottiglia; il tappo non si sbriciola e non si rompe, evitando gli spiacevoli inconvenienti dei frammenti di sughero nel bicchiere; la svariata gamma di colori permette di realizzare dei packaging coordinati in ogni parte (etichetta, capsula e … tappo). Inoltre, il materiale utilizzato offre dei vantaggi in termini di design per la leggibilità e le scritte dei marchi”. Ed i mercati come risponderanno a questa innovazione? “Il mercato enologico inglese - conclude il direttore della Cantina La Vis, Fausto Peratoner - ha assunto una posizione “pionieristica” nei confronti di questi nuovi sviluppi e tendenze, valutando seriamente l’inserimento del tappo in silicone nei propri mercati. Tra i primi a muoversi in questa direzione, ci sono grandi catene di centri commerciali, a cui vanno ad aggiungersi negozi di vino, che hanno accolto positivamente il tappo in silicone ed alcune di esse li richiedono espressamente ai loro fornitori. La Cantina La Vis, come altre aziende del settore, ha ritenuto opportuno fare questa scelta moderna, dopo aver anche verificato le carenze di tanti sugheri”.


Le carenze produttive del “tappo di sughero”

La “storia” del tradizionale tappo di sughero inizia dalle quercete di sughero (Quercus Suber), così longeve che possono vivere anche oltre i 3 secoli. Il sughero può essere esportato dalle piante solo dopo 14 anni per dare tempo alla pianta di riprodursi: si segue pertanto un iter preciso. Oltre al lungo processo produttivo, da un punto di vista temporale, va considerato che la produzione del sughero è strettamente legata ad un clima mediterraneo. In Italia, la produzione si aggira attorno ai 270.000 quintali. La regione che detiene il titolo di maggiore produttrice di sughero è la Sardegna, seguita da Sicilia e dalla Toscana. Sono, quindi, evidenti le carenze produttive che andranno incrementando, con il passare degli anni, a cui vanno ad aggiungersi una serie di problematiche, come il classico ed ormai conosciuto gusto di tappo oltre ad altre ragioni di carattere più tecnico.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli