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Sciopero mondiale dei fast food: oggi migliaia di lavoratori delle maggiori catene si fermano in 150 città Usa e 33 Paesi. Al motto “#FighFor15” chiedono di aumentare i salari dagli attuali 7,25 dollari a 15 l’ora. In Italia si lotta per il contratto

Non Solo Vino
manifestante

Al motto “#FighFor15”, migliaia di lavoratori delle maggiori catene di fast food chiedono di aumentare i salari dagli attuali 7,25 dollari a 15 l’ora, fermandosi per protesta in 150 città degli Usa e in 33 Paesi. Ecco lo sciopero mondiale che ferma oggi i fast food. Anche in Italia, dove, oltre al salario, la protesta riguarda anche orari, conciliazione vita-lavoro, tutela delle donne e delle mamme, cioè il contratto più in generale. Perché Fipe-Confcommericio - cui aderiscono grossi marchi come Macdonald’s (16.000 dipendenti), Autorgrill, MyChef, ChefExpress - ha disdetto il contratto nazionale lanciando una sfida senza precedenti ai sindacati, e vorrebbe passare al superamento del controllo nazionale, per applicare dei regolamenti aziendali unilaterali, abbattendo gli scatti di anzianità, i permessi retribuiti, le maggiorazioni per notturni e festivi, la quattordicesima.

La protesta dei fast food è iniziata in realtà nel 2012, con un primo sciopero di 200 dipendenti, ed è poi cresciuta. Il 7 maggio 2014 a New York un incontro mondiale ha riunito i rappresentanti dei lavoratori di fast food sotto l’egida della International Union of Food, Agricultural, Hotel, Restaurant, Catering, Tobacco and Allied Workers’ Associations (Iuf), la federazione che riunisce quasi 400 associazioni sindacali di oltre 120 Paesi e rappresenta 12 milioni di lavoratori. I lavoratori in sciopero si battono per il loro salario, mentre Congresso e Casa Bianca discutono per aumentare la paga minima a 10,10 dollari l’ora.

In Italia, ricorda Cristian Sesena segretario nazionale Filcams Cigl, che ha indetto lo sciopero con Cisl e Uil, “McDonald’s non ha mai voluto sedersi per distutere un integrativo”. La disdetta della Fipe “era stata comunicata a partire dal 1 maggio 2014, poi hanno deciso di prorogarla fino al 31 dicembre: forse ora vogliono sedersi a un tavolo - spiega Sesena - per questo, all’azione globale del 15 maggio seguirà, domani, lo sciopero generale unitario di Cgil, Cisl e Uil”. In una nota, McDonald’s ha spiegato che “le retribuzioni vengono stimate sul costo della vita locale e sulla mansione svolta, e che l’80% dei ristoranti è indipendente e gestito da piccoli proprietari”.

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