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SCUOLA & VINO: DAL DIPLOMA UNIVERSITARIO AL CORSO DI LAUREA IN VITICOLTURA ED ENOLOGIA

Il successo del vino, alimento tramutatosi da fenomeno di consumo a fenomeno di costume, ha tra le sue conseguenze la necessità di formare tecnici preparati, lontani dallo stereotipo del vignaiolo improvvisato. Negli ultimi anni l’offerta educativa rivolta a queste figure professionali si è notevolmente ampliata, con il successo delle specializzazioni e la tendenza a portare l’insegnamento a livelli universitari.

La laurea breve in enologia, il cosiddetto diploma universitario, è stata istituita nel 1993 e rappresenta il passo obbligatorio per fregiarsi del titolo di enologo e ottenere l’iscrizione all’albo professionale. I nuovi corsi post-diploma hanno contribuito a formare molti giovani tecnici, aprendo loro interessanti prospettive di lavoro. Tuttavia, a causa della recente riforma universitaria, da ottobre i diplomi universitari saranno convertiti in corsi di laurea di primo livello, sempre con durata triennale, con possibilità di prosecuzione al secondo livello, di durata variabile, che sfocerà nella laurea specialistica. Con il nuovo corso di laurea in viticoltura ed enologia verrà impartita una formazione interdisciplinare che permetterà all’enologo di operare lungo tutto il percorso della filiera produttiva, dal vigneto alla cantina, dal laboratorio alla gestione economico-finanziaria fino al marketing. L’unico ateneo ad avere recepito pienamente le novità normative è quello di Milano, che ha attivato il corso di secondo livello coordinato dal professor Attilio Scienza. Le sedi operative sono Pavia e il capoluogo lombardo per il triennio, Brescia per il biennio di specializzazione. Accanto alla novità milanese sono innumerevoli i corsi di specializzazione post-laurea e i master di perfezionamento attivati in tutta Italia.

A fronte di tanto fervore formativo, e dell’entusiasmo generato nei giovani, che oggi vedono, a ragione, nel settore una concreta e brillante opportunità professionale, resta da chiedersi se, superata l’impasse della carenza di docenti e attrezzature da parte delle università, questi viti-enologi troveranno domani uno sbocco lavorativo concreto.

Francesca Facchetti

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