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LA CURIOSITÀ

Se anche la Francia “nazionalizza” la filiera del grano duro, con un piano quinquennale di rilancio

45 milioni messi sul piatto dalla filiera “Intercéréales”, e 11 arriveranno dal Ministero dell’Agricoltura. Francia secondo produttore di pasta in Ue
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In Francia piano da 45 milioni di euro in 5 anni per la filiera nazionale del grano duro

Sembra l’Italia, ma invece è la Francia. Che anche puntando sulla produzione nazionale di pasta, ha visto il comparto francese dei cereali lanciare un “piano di sovranità sul grano duro” con l’obiettivo di rilanciare la produzione nazionale e riconquistare quote di mercato sia per il mercato interno sia per l’export. “Il grano duro è una coltura a rischio, una coltura che, purtroppo, subisce molteplici fattori, una coltura che è stata un po’ tralasciata”, ha sottolineato il presidente della filiera Intercéréales, Jean-François Loiseau, nell’intervento al Salone dell’agricoltura di Parigi, nei giorni scorsi. Oltralpe, le superfici consacrate alla coltivazione di grano duro sono dimezzate in meno di 15 anni. Di qui, l’idea di un piano congiunto per il rilancio della produzione basato su un bilancio di 45 milioni di euro in cinque anni. Il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Marc Fesneau, ha annunciato che lo Stato contribuirà a questo piano con un contributo di 11 milioni di euro. Per il Ministro, vedere questa filiera “in sostanziale decrescita” è “straziante”.Oltralpe, il grano duro presenta una situazione singolare. Sulla carta, la Francia è il secondo produttore europeo dietro all’Italia, ma sugli 1,3 milioni di tonnellate prodotte annualmente circa un milione viene esportato verso altri Paesi dell’Unione europea e del Maghreb. In parallelo, due terzi della pasta alimentare acquistata in Francia, tra i principali consumatori di pasta al mondo, viene importata principalmente da Italia e Spagna.

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