Se c’è un mondo in cui il vino, a qualsiasi latitudine, fa fatica ad imporsi, è quello dei locali notturni, delle discoteche, della musica elettronica. Chissà perché, ma una volta varcata la soglia di un club, anche il più intransigente dei wine lover si butta su cocktail e long drink, spesso e volentieri di scarsissima qualità. Un fenomeno irreversibile? Probabilmente no, visto il fermento che c’è in California, dove due sommelier di Los Angeles stanno lanciando una vera e propria moda, quella delle “Wine Rave Club Night” (www.wineravela.com), serate di musica elettronica e Bacco, in cui ai classici shot di vodka si sostituiscono quelli di vino, e lo stesso avviene con i cocktail, visto che ormai i cocktail a base enoica non sono più una novità. A scegliere i vini, i due fondatori di “Wine Rave”, Adam Vourvoulis e Maxwell Leer, che con il loro progetto vogliono provare a semplificare l’approccio dei più giovani al vino, togliendo quella sacralità che spesso avvolge il mondo delle degustazioni, rendendo difficile un’apertura ai neofiti, che non sono necessariamente interessati ad aspetti come il terroir o i livelli di acidità: “è un approccio troppo astratto ed alienante - ha spiegato Leer al “Los Angeles Times” (www.latimes.com) - stiamo parlando del vino con troppa serietà, mentre quello che vogliamo fare è far sentire la gente a proprio agio con un calice in mano”.
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