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SE LE CANTINE DIVENTASSERO PATRIMONIO DELL’UMANITA’ UNESCO? PER LUCIO ALBERTO SAVOIA (SEGRETARIO GENERALE DELLA COMMISSIONE ITALIANA UNESCO), INTERVISTATO DA WINENEWS, E’ UN PERCORSO POSSIBILE

Ci sono territori e paesaggi bagnati dal vino che sono candidati (o già riconosciuti) a diventare Patrimonio dell’Umanità Unesco. Ma allora, perché non pensare ad un percorso anche per i luoghi in cui il vino e la sua tradizione nascono, si sviluppano, crescono, ovvero le cantine? Qualche esempio isolato già c’è, come “le cattedrali sotterranee di Canelli”, dove è nato il primo spumante italiano per mano di Carlo Gancia nel 1865. Ma non parliamo di una singola realtà, ma di una rete, anche piccola, di cantine importanti per quello che fanno per uno o più territori. Un percorso possibile, secondo Lucio Alberto Savoia, segretario generale della Commissione Italiana Unesco intervistato da WineNews, per il quale se un insieme di cantine rappresenta un valore comune importante per una comunità e per un territorio, allora può puntare ad essere iscritto al registro Unesco. Forse un obiettivo ambizioso che, però, se raggiunto, potrebbe dare, almeno ad una parte del vino italiano, una chiave in più per farsi conoscere su mercati che, magari, capiscono difficilmente il nome di un vitigno o di un territorio, ma che di certo riconoscerebbero un attestato di prestigio come quello Unesco. Perché non provarci?

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