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SCIENZA

Se l’oro, legandosi all’idrogeno solforato, elimina i sentori di zolfo dal vino

Flinders University e Australian Wine Research Institute: il processo è in grado di rimuovere fino al 45% di idrogeno solforato libero dal vino
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Il vino (credit: Max Tutac per Unsplash)

Tra i tanti difetti olfattivi che si possono trovare nel vino, quello di solfuri è tra i più fastidiosi. Colpa dello zolfo: la reazione dell’alcol etilico con l’idrogeno solforato dà infatti vita ad un composto dall’odore particolarmente sgradevole, l’etilmercaptano. In base ai diversi mercaptani, si possono trovare nel bicchiere difetti diversi, comunque riconducibili allo zolfo: uova marce, cipolla, aglio. L’acido solfidrico, che è molto volatile, se è dovuto ad una riduzione può scomparire semplicemente arieggiando il vino, nel calice o in un decanter. In caso contrario, ci troveremmo di fronte ad un vino irrimediabilmente fallato. Qualche anno fa, su diversi blog, girava un rimedio casalingo piuttosto semplice per risolvere i problemi legati alla riduzione: immergere nel vino una moneta 1 o 2 centesimi, per 10-15 minuti. In questo modo il metallo, in quel caso il rame, reagisce con l’H2S presente nel vino trasformandolo in solfuro insolubile - e inodore - di rame.
In effetti, il solfato di rame è usato comunemente, ma con qualche controindicazione in termini di sentori rilasciati nel vino. Anche l’argento ha una funzione simile, ma la novità riguarda l’oro, alla luce di quanto dimostrato, scientificamente, dai ricercatori della Flinders University e dell’Australian Wine Research Institute, che hanno spiegato come le nanoparticelle d’oro possano rimuovere con successo gli aromi di zolfo indesiderati. Nell’esperimento, è stata creata una “superficie intelligente” di nanoparticelle d’oro, che si legano fortemente ai composti di zolfo nel vino. La ricerca ha concluso che il processo è in grado di rimuovere fino al 45% di idrogeno solforato libero dal vino, e il trattamento è stato efficace anche nella rimozione di composti di zolfo più complessi, come il metantiolo. Le superfici nano-ingegnerizzate sviluppate sin qui sono indipendenti dal materiale del substrato, per cui l’applicazione potenziale è particolarmente estesa, e va dalle attrezzature per il vino - dispositivi di filtrazione, aeratori - ai decanter, dai materiali di imballaggio alle chiusure.

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