Ogni vino presente nella “Liv-ex Power 100” del 2014 ha ricevuto nell’ultimo anno, dal re della critica internazionale, Robert Parker, fondatore di “The Wine Advocate”, punteggi superiori ai 90 punti, mentre i primi venti hanno superato i 95, ad eccezione di Domaine de la Romanée-Conti, Opus One and Château Lafite Rothschild. Segno che la critica enoica conta ancora molto, pur pesando solo per un quinto sulla Power 100 del Liv-ex, punto di riferimento per i vini da investimento nel mondo, che chissà come sarebbe se avesse come criterio solo i punteggi delle ultime 5 annate di ogni etichetta. A mischiare le carte, e riscrivere la “Top 10 Liv-Ex Power 100 Average Scores”, ci ha pensato “The Drinks Business”, ed il risultato è un successo dell’Italia.
Sul gradino più alto, infatti, c’è il Masseto, che con un punteggio di 97,6, frutto della media delle ultime cinque annate in commercio, si mette tutti alle spalle (nella “Liv-Ex Power 100”è alla posizione n. 25). Al secondo posto, Chapoutier Ermitage Pavillon, con 97,2 punti, per un soffio davanti ad un altro italiano, Giacomo Conterno, che con il suo Barolo si ferma a 97,1. Alla posizione n. 4 troviamo il Domaine Jean-Louis Chav, Hermitage, con 97 punti, seguito, alla n. 5, dal californiano Screaming Eagle, a quota 96,9 punti. Alla posizione n. 6, con 96,7 punti, c’è un mostro sacro come Château Pétrus, unico vino di Bordeaux in classifica, mentre dalla Côte-Rôtie, alla n.7, c’è Guigal, a quota 96,6. Ancora Italia, e ancora Bolgheri, alla posizione n. 8 (anche se in realtà sarebbe più corretto parlare di ex aequo, ndr) con l’Ornellaia a quota 96,6 punti, seguito da un altro Barolo, quello di Bruno Giacosa, sempre con 96,6 punti, mentre a chiudere la classifica è uno Champagne, il Krug Brut, con 96,5 punti.
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