Il miglior vino dolce, un ice wine da uve Moscato “Ottonel” prodotto in Moldavia, seguito dal passito calabrese di Greco di Bianco dell’azienda Baccellieri. Il miglior rosso? Il portoghese della Adega Cooperativa de Cantanhede, da varietà Baga, seguito dall’Avvoltore, base Sangiovese della toscana MorisFarms. È trentino, invece, il miglior bianco, prodotto con uve Nosiola dalla Cantina di Toblino. Il miglior spumante è il Brut da uve Baga della portoghese Casa de Sarmento, seguito dal Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene della Sartori, da uve Glera. La medaglia d’oro al Brut Rosè della cantina Armando Peterlongo, prodotto a Garibaldi, in Brasile, mentre come miglior biologico la spunta il Lison Pramaggiore di Le Carline, una vendemmia tardiva da uve Verduzzo. Ecco i verdetti più importanti del concorso enologico internazionale della “Selezione del Sindaco” by Città del Vino che, complessivamente, ha distribuito 27 Gran Medaglie d’Oro, 141 Medaglie d’Oro e 129 Medaglie d’Argento (www.cittadelvino.it).
La Selezione del Sindaco, così, sottolinea ancora una volta la sua attenzione al legame vino-vitigno-territorio, che caratterizza questo particolare concorso enologico, visto che prevede la partecipazione congiunta delle cantine e dei territori delle Città del Vino, con le prime che non possono partecipare se non si iscrive anche il Comune di riferimento.
Il concorso prevede anche un limite minimo e massimo, da 1.000 a 50.000 bottiglie, con un’attenzione particolare a vitigni autoctoni, vini passiti, vini maturati in argilla e produzioni di qualità delle cantine sociali.
“La qualità riconosciuta dalle commissioni d’assaggio va oltre i risultati ottenuti - commenta il direttore delle Città del Vino, Paolo Benvenuti - e testimonia la capacità dei produttori pur in presenza di annate difficili, dovute alle bizzarrie del tempo e ai cambiamenti climatici, di saper produrre bene. In tal senso i vitigni autoctoni sembrano dimostrare migliori potenzialità in vigna e in cantina. La grande prestazione di questi vini è un biglietto da visita dei territori anche in senso turistico e di sviluppo locale. Un ruolo che non deve essere snaturato, ma accompagnato con intelligenza negli anni a venire, grazie anche all’impegno costante delle associazioni del vino europee che rappresentano un’eccellenza da tenere sempre più in considerazione”.
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