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SEMPRE PIÙ VINI PRODOTTI PER L’ESTERO E NON PER I NOSTRI GUSTI, PERCHÉ L’EXPORT CONTINUERÀ A VOLARE, ATTENZIONE MASSIMA AI CLIENTI FINALI, GIOVANI IN PRIMIS. COSÌ IL PROFESSOR SCIENZA NEL “FORUM EVOLUZIONE DEL MERCATO DI VINO” (SOAVE, 16 NOVEMBRE)

Italia
Tendenze e consumi nel mondo

Calano i consumi interni e vola l’export per l’Italia del vino? Una tendenza che continuerà, con il Belpaese che produrrà sempre più vini da esportazione e dovrà rispondere a gusti sempre più specifici dei consumatori, a partire dai consumatori di domani, ovvero i più giovani, sempre di meno in Italia ma, potenzialmente, tanti milioni oltreconfine. E, per la quale, a giocare un ruolo fondamentale, sarà soprattutto la comunicazione, strumento capace di raggiungere tutti i target di consumatori ed andare incontro ai loro gusti diversi, forte di strumenti come internet, che sono soprattutto i giovani “nativi del web” a saper utilizzare. E’ l’analisi del professor Attilio Scienza, tra i massimi esperti di vitivinicoltura al mondo, che il 16 novembre sarà al Palazzo del Capitano a Soave, nel parterre di esperti che si confronteranno al “Primo Forum Vinum Loci sull’evoluzione del mercato del vino, promosso da “Vinum Loci”, in collaborazione con le Città del Vino (info: www.vinumloci.com), in partnership con FriulAdria - Credit Agricole”.
“La tendenza che vede il calo dei consumi in Italia e volare l’export dei nostri vini nel mondo, continuerà - spiega il Attilio Scienza - e questo farà sì che si producano sempre più soprattutto vini da esportazione, come è già il caso oggi del Pinot Grigio o del Moscato. Del resto però i nostri gusti non corrispondono sempre a quelli degli altri. E tra gli altri vi sono differenze di età, passioni, stile di vita. In pratica, stiamo producendo per gli altri e non per noi”. Al problema del calo dei consumi c’è poi, secondo il professor Scienza, anche una risposta antropologica: “in Italia ci sono sempre meno giovani, ovvero quella fascia di età e quel target di persone che rappresentano i potenziali consumatori di domani dei nostri vini. In una popolazione di 60 milioni di abitanti in Italia, i giovani sono solo 7-8 milioni, a fronte di tanti 60enni e oltre che di vino ne bevono ben poco”. Ecco perché per rilanciare i consumi così come per sostenere i nostri vini nel mondo, l’Italia del vino deve procedere unita e puntare sulla comunicazione, il cui ruolo è sempre più fondamentale. Una comunicazione che, però, sottolinea Scienza, “non può più essere generica, ma sempre più mirata ai diversi target di consumatori e alle loro esigenze, puntando sui nuovi mezzi, nel caso per esempio di messaggi rivolti in particolare ai più giovani. Il web infatti è il canale fondamentale di comunicazione utilizzato soprattutto dai consumatori di domani, i giovani appunto, i cosiddetti “nativi del web”, nati e cresciuti di pari passo con lo sviluppo della rete”. Basti pensare agli Usa, nostro primo mercato estero, dove la “Millennium Generation” è formata dai giovani tra i 21 e i 34 anni, 85 milioni di potenziali consumatori, con un grado culturale più omogeneo ed elevato, che amano scegliere prodotti e vini esteri e che utilizzano internet per informarsi.
E, in fatto di gusti diversi, grazie soprattutto al suo ricco patrimonio di vitigni autoctoni, l’Italia del vino ha molto da dire, anche perché rispetto alle produzioni dei così detti vini internazionali, valore e peculiarità dei vitigni autoctoni si sono consolidati nel corso di questi ultimi anni e spesso hanno rappresentato un fenomeno innovativo importante: sappiamo che il mondo che racchiude una bottiglia di vino autoctono si può trovare solamente in una determinata (e spesso ristretta) zona del mondo, dove è ancora “il territorio” a guidare il mercato.
Il Forum, promosso dal comitato Vinum Loci, la cui mission è proprio quella di tutelare e valorizzare il patrimonio dei vitigni autoctoni italiani, vuole concentrarsi sul mercato globale del vino in continua evoluzione a causa dell’emergere di nuove aree di consumatori e dalle politiche comunitarie del settore. In questo nuovo contesto, alcuni quesiti sono diventati di estrema rilevanza: le problematiche commerciali dei vini autoctoni sono le stesse che stanno attualmente vivendo i vini internazionali? La questione “dimensionale” (piccole aziende e relative piccole produzioni), spesso caratteristica delle aziende legate alla produzione unicamente degli autoctoni, diventa ora un problema insormontabile? Oppure la magia del vino autoctono può essere un volano per le piccole aziende che non potrebbero mai confrontarsi con i numeri dei colossi vinicoli nazionali ed internazionali? E a che condizioni? Quale futuro per le politiche di settore, alla luce degli incentivi comunitari (Ocm vino) e della imminente riforma della Pac? Quale remuneratività potrà in futuro avere questo mondo delle produzioni legate ai territori? Quali margini e quali problemi potrebbero presentarsi alle aziende medio-piccole relativamente ai canali horeca e gdo? Interrogativi nuovi e quindi di grandissima attualità, ferma restando l’importanza dei temi collegati alla cultura, alla ricerca e alle risorse necessarie per affrontare bene il futuro.
Tutti interrogativi a cui “Vinum Loci”, guidato da Paolo Benvenuti, chiama a rispondere, tra gli altri, Vasco Boatto, docente all’Università di Padova, che parlerà di “Le evoluzioni del mercato del vino ed il posizionamento del SistemaVinoItalia”, Attilio Scienza, docente all’Università di Milano, che interverrà su “Le opportunità della viticoltura italiana nel panorama internazionale”, Eugenio Sartori, direttore Vivai Cooperativi Rauscedo, Patrizia Felluga, presidente del Consorzio di tutela dei vini Collio e Carso, Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di tutela Vini Soave, e Alessandro Regoli, direttore di WineNews, con le conclusioni di Franco Manzato, assessore all’agricoltura della Regione Veneto; il moderatore sarà il giornalista Carlo Cambi, curatore di “Libero Gusto”.

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