Sequestro amministrativo per bilinguismo non autorizzato. Una vicenda di ordinaria burocrazia, che ha colpito uno dei vini più chiacchierati e reclamizzati degli ultimi tempi. Parliamo del “Già”, il vino di Fontanafredda, un “Langhe Rosso Doc” lanciato a fine 2010, di cui l’Icq ha sequestrato 80.000 bottiglie, con soddisfazione del Ministro Romano che ha detto: “è nostro preciso obiettivo assicurare che attraverso i controlli si mantenga la correttezza del sistema combattendo quei comportamenti, a volte solo ambigui, altre dichiaratamente fraudolenti, che ingannano i consumatori”. Ad essere contestato sarebbe il bilinguismo italo-francese in retroetichetta, non consentito (ma che, spiegano dall’azienda, è stato fatto per ottimizzare lo spazio in vista dell’esportazione verso il Canada, che richiede la traduzione), così come la non corretta (per l’Italia) indicazione del grado alcolico effettivo (ma corretta secondo le norme americane, spiegano ancora da Fontanafredda). E, ancora, alcune diciture “ambigue” per l’Icq, “come “fresco” e “giovane” tali da richiamare nel consumatore le caratteristiche di un vino novello”. L’azienda ha chiesto il dissequestro, che dovrebbe arrivare in una decina di giorni, per rietichettare le bottiglie e aggiungere un adesivo con la traduzione in francese per quelle destinate all’export. “Se abbiamo sbagliato correggeremo. Ma a passare da truffatori non ci stiamo” dicono dall’azienda. D’altra parte, “maestà” burocrazia vuole così. Intanto il gruppo vinicolo, di proprietà di Oscar Farinetti, Luca Baffigo (con il 32% ciascuno) e della Fondazione Monte dei Paschi di Siena (al 36%) ha un nuovo presidente, Vittorio Galgani, vice presidente vicario della Fondazione Mps.
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