Carlo Belladonna, da Moncalieri (Torino), con la tesi “Nutricalc: collaudo di un sistema per la documentazione nutrizionale di ricette e menù”; Giorgia Chiodi Latini, da Piossasco (Torino), con “La gastronoma: analisi di un caso”; Giorgia Croce, da Faido (Svizzera), con la tesi “Il gusto delle molecole: ricerca sulla gastronomia molecolare”; Till Lukas Haas, da Francoforte (Germania), con “Eco-Gastronomy”; Anna Ruini, da Pontassieve (Firenze), “Andare lenti. Percorsi a mobilità dolce nell’area della Comunità Montana Fiorentina”; Maria Elena Sidoti da Grugliasco (Torino), con la tesi “La comunità della piccola pesca costiera del medio adriatico: relazioni tra mestieri e prodotti”; Alice Saglia da Bra (Cuneo), con “In vino veritas? Alcune riflessioni intorno alla naturalità del vino”; Annalisa Sivieri da Codevilla (Pavia), con “Il cibo declinato alla follia”e Annette Weber da Berna (Svizzera), con “The Slow Look: a walk from Bra to Bras (Michel)”: ecco i nove neo-gastronomi che l’Università degli Studi in Scienze gastronomiche” sfornerà, con la solenne cerimonia di discussione della tesi, domani a Pollenzo.
L’ateneo, voluto da Slow Food, Regione Piemonte e Regione Emilia Romagna, con le due storiche sedi, a Pollenzo in Piemonte e Colorno in Emilia Romagna, è la prima Università in Italia dove gli studenti, provenienti da tutto il mondo, entrano in contatto con una realtà accademica di profilo internazionale. Si forma qui una nuova figura professionale: il gastronomo, capace di comunicare e promuovere la cultura alimentare di qualità, patrimonio di ogni Paese.
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