Per i wine-lovers a caccia di rarità e per gli amanti di uno dei vini più importanti d’Italia ecco una “chicca enologica”: il “caveau dei cru” della Cantina Valpolicella Negrar apre le sue porte per mostrare al mondo il cimelio della più antica bottiglia di Amarone, grazie a “Sabato on Wine”, l’evento ideato dal Movimento Turismo del Vino con appuntamenti mensili alla scoperta delle cantine con degustazioni e visite guidate nelle vigne per vivere appieno il nettare di bacco, di scena per questa occasione nella Cantina Valpolicella Negrar L’1 ottobre, il 5 novembre e il 3 dicembre (info: www.movimentoturismovino.it, www.cantinanegrar.it).
In questa azienda vinicola fu imbottigliato, per la prima volta, questo vino, era il lontano nel 1939, dopo che per un fortunato errore il cantiniere di villa Mosconi ad Arbizzano, frazione di Negrar, Adelino Lucchesi, lasciò fermentare troppo a lungo una botte di Recioto, vino d’eccellenza della Valpolicella apprezzato per la dolcezza, e così nel 1936 invece che “Recioto andato in amaro”, nacque un grande “Amarone”.
Dopo la riscoperta del cimelio, il tour continua nel “Museo sui metodi di appassimento” adottati nel tempo in Valpolicella per produrre Recioto e Amarone: dalle distese di uve per terra ai “picai” (appesi in dialetto veneto), corde sottili pendenti dalle travi del soffitto a cui venivano legati i grappoli d’uva - e in alcune aziende vinicole lo sono tuttora - si passa alle distesa di uve sulle “arele” (graticci in canne di bambù), usate in altri periodi dell’anno per l’allevamento dei bachi da seta, sino ad arrivare alla sistemazione in cassette di legno e poi, in epoca odierna, in quelle di plastica.
Nel museo, sono visibili anche 40 campioni di uve autoctone della Valpolicella, alcune rare e pressoché sconosciute, a testimonianza del lavoro di riscoperta di antichi vitigni che la Cantina conduce da anni con ricerche sul campo e sperimentazioni in cantina. Non mancheranno le degustazioni di questi vini che avverrà nella sala “Domini Veneti”, dopo aver visitato le “bottaie”, usate per invecchiare i rossi veronesi più apprezzati al mondo, l’Amarone, il Recioto e il Ripasso.
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