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SI INTITOLA “IL VINO E IL MARE. GUIDA ALLA VITE DIFFICILE DELLE PICCOLE ISOLE” L’ULTIMA FATICA LETTERARIA DI ANDREA GABBRIELLI. UN AFFASCINANTE VIAGGIO MA ANCHE UNA DENUNCIA. L’ANTIDOTO? LA VITICOLTURA VIA PER UN REDDITO DIGNITOSO ANCHE PER I GIOVANI

Si intitola “Il Vino e Il Mare. Guida alla vite difficile delle piccole isole” (Iacobelli Editore), l’ultima fatica letteraria di Andrea Gabbrielli, giornalista storico del mondo del vino (e collaboratore di WineNews). Un affascinante viaggio nella viticoltura insulare, una storia millenaria ma anche una denuncia dei rischi che queste isole corrono in un mondo sempre più distratto, nei confronti dei valori universali del lavoromanuale. Una denuncia che però individua nella stessa viticoltura l’antidoto più efficace contro l’abbandono, e, per i giovani, una via verso un reddito dignitoso. Un percorso assecondato, evidentemente, da un’azione di miglioramento della qualità di questi rari e originali vini e di penetrazione sui mercati, sotteso ad un alleanza tra le isole che attraverso un progetto comune di conoscenza, formazione e promozione possa superare le barriere storiche dell’isolamento e della povertà. Di questo si è parlato, oggi a Roma, per la presentazione del volume alla Libreria L’Argonauta, dove insieme all’autore, sono intervenuti Riccardo Cotarella, uno dei più affermati enologici del panorama enologico italiano, docente alla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi della Tuscia, il professor Attilio Scienza dell’Università degli Studi di Milano, tra i massimi esperti mondiali di vitivinicotura, e Roberto Gaudio, presidente del Cervim, il Centro di Ricerca, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana.

In questa articolata realtà sono poi elementi di grande valore: la coltivazione di antichi vitigni che ancora oggi caratterizzano il vigneto insulare come il Moscato a Pantelleria, l’Aleatico all’Elba, la Malvasia nelle Lipari, l’Ansonica al Giglio, il Greco a Capri, il Biancolella o il Piedirosso a Ischia e tanti altri ancora. Anche la produzione dei vini passiti, una delle pratiche di vinificazione più antiche, è una tradizione che nelle isole è stata tramandata nei secoli e tuttora continua. La tradizionale forma di allevamento ad alberello, tuttora diffusa nell’Egeo, in Sicilia, Sardegna oltre che nelle isole ma anche in Spagna, Svizzera e Francia dove prende il nome di gobelet, è un altro filo che si riannoda con il passato. Le tecniche costruttive dei vigneti a partire dai terrazzamenti, gli stessi utilizzati a Santorini, Creta, Pantelleria, Canarie, Madera, Ischia, Capraia, Elba ... Questi muretti di pietra a secco che si inerpicano dal mare e salgono alle quote più alte, avvolgendo le isole come una ragnatela, non solo hanno disegnato il paesaggio ma sono il simbolo di una tradizione e di una storia che si perde nella notte dei tempi.

Il libro oltre a percorrere un interessante cursus storico e a fotografare l’attualità di questa particolare produzione viticola, registrando ciò che è cambiato nella vitivinicoltura delle piccole isole italiane in questi anni e tenta di dare anche un impulso per la sua tutela e per il suo sviluppo attraverso un’agricoltura mirata, e non di sola sopravvivenza, capce, invece, di entrare nella programmazione del futuro aziendale basandosi sullo sviluppo dei territori di frontiera per produzioni d’alta gamma e allo stesso tempo ad alto contenuto di comunicazione e immagine Le isole, da questa angolazione, sono una fonte di ispirazione dove soddisfare quella voglia di ritorno alla terra che interessa settori crescenti della nostra società, accomunando vecchi e nuovi contadini.

“Come i passi e i guadi hanno permesso gli attraversamenti - spiega nell’introduzione al testo Attilio Scienza, professore all’Università di Milano e uno dei maggiori esperti di archeoviticoltura - così le isole sono stati i posti avanzati che hanno favorito gli scambi, una sorta di confini valicabili dalle rotte delle navi. Le piccole non hanno favorito la circolazione varietale ma hanno consentito che il vino diventasse, da semplice prodotto alimentare, la bevanda legata al dio protettore della viticoltura, Dioniso e il protagonista del rafforzamento dei legami di un gruppo sociale o dello sfogo catartico di tensioni attraverso il simposio”.

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