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SI SCONFIGGE CON LA "CONFUSIONE SESSUALE" UNO DEI PIU' TEMIBILI NEMICI DELLA VITE, LA "TIGNOLETTA"

Italia
Nel vigneto è sempre più usata la lotta biologica

Uno dei più temibili nemici della vite ha un nome che ispira curiosità: lobesia botrana. I profani la chiamano semplicemente tignoletta: è un lepidottero, una farfallina, che depone le uova nell'acino; alla loro schiusura, larve voracissime causeranno seri danni in vigna. Dopo decenni di insetticidi chimici, dannosi per la fauna utile, dagli anni '80 si è affermato un nuovo tipo di lotta biologica: la confusione sessuale. Sui filari vengono distribuiti piccoli dispenser contenenti ferormoni sintetizzati chimicamente, identici a quelli liberati durante il "volo nuziale" dalla femmina pronta alla fecondazione. Soltanto la
tignoletta maschio può avvertire questi impulsi odorosi, dai quali è irresistibilmente attratta: il richiamo "naturale" è però confuso dai ferormoni artificiali, e l'incontro fra i due sessi impedito. Quest'astuta alternativa ai pesticidi dà migliori risultati negli appezzamenti di grandi dimensioni, almeno 8 ettari, oppure in vigneti isolati, non infestabili dalle femmine provenienti da quelli confinanti. Per minimizzare gli eventuali accoppiamenti ai margini dei filari, i
dispenser vengono collocati intorno al perimetro del vigneto per circa 20 metri, in giardini e frutteti.
In Germania ben 21.000 ettari ospitano diffusori ai ferormoni, in Francia 5.500. Lo scorso anno in Italia 4.200 ettari erano protetti da questo metodo, e il 70 per cento si trovava in Trentino: qui, entro il 2001, il 62 per cento della vigna sarà "confuso". La cantina Lavis di Trento utilizza i dispenser su tutti i suoi vigneti, circa 800 ettari. "Abbiamo iniziato nel '92 con 22 ettari", dice
l'agronomo Corrado Aldrighetti, "passati a 250 l'anno scorso. La confusione sessuale si è rivelata persino più efficace dei pesticidi contro la tignoletta. Inoltre, la lotta biologica sensibilizza concretamente soci della cantina e consumatori sul tema del rispetto dell'ambiente".
Un'idea di successo, dunque, quella dei ferormoni. Almeno in
agricoltura: non è stato così per quel maître parfumeur che lanciò una fragranza femminile basata su impulsi odorosi capaci, si disse, di attrarre l'altro sesso...


Francesca Facchetti

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