02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)
STIME

Sicilia, mentre la vendemmia 2025 prende piede, cresce la fiducia per qualità e quantità delle uve

Le stime Assovini Sicilia per la raccolta più lunga d’Italia, già iniziata a luglio, e che finirà a settembre/ottobre, sull’Etna
ASSOVINI SICILIA, SICILIA, STIME, VENDEMMIA 2025, Italia
Sicilia, mentre la vendemmia 2025 prende piede, cresce la fiducia per qualità e quantità

I primi grappoli, nel “continente enoico” che è la Sicilia, sono strati tagliati già a metà luglio, mentre gli ultimi, sull’Etna, finiranno in cantina a settembre inoltrato, se non ad ottobre. Eppure, ad oggi, le previsioni della vendemmia in Sicilia - la più lunga d’Italia, con una durata media di cento giorni - sono caute, ma trovano già riscontro nel lavoro dei tecnici e nel primo raccolto. E raccontano, in estrema sintesi, di “un ritorno alla normalità nei tempi di raccolta, un miglioramento della quantità sul 2024, una gestione equilibrata e consapevole delle sfide climatiche e una qualità che si preannuncia già ottima”. A dirlo, Assovini Sicilia, l’associazione che riunisce 101 tra le più virtuose aziende siciliane, fondata nel 1998 dai grandi “patriarchi” del “rinascimento” del vino siciliano, Giacomo Rallo, Diego Planeta e Lucio Tasca, e oggi guidata da Mariangela Cambria.
Determinante, spiega Assovini, il ruolo dell’andamento stagionale: “un inverno tendenzialmente piovoso e una primavera mite hanno favorito uno sviluppo vegetativo più gestibile, accompagnando al meglio la maturazione delle uve e consentendo un calendario di raccolta più allineato ai periodi consueti. Queste condizioni hanno contribuito a mantenere le vigne in un buono stato fitosanitario, con una minore incidenza delle criticità osservate in passato, sebbene alcune aree abbiano dovuto gestire sfide specifiche legate all’umidità. Dal punto di vista della quantità, le stime suggeriscono un miglioramento sul 2024, con una ripresa attesa nella produzione di uva. Tuttavia, la cautela rimane d’obbligo, in attesa delle dinamiche climatiche di agosto che potranno ancora influenzare il risultato finale. Per quanto riguarda la qualità, l’equilibrio climatico e la buona salute delle uve pongono le basi per un’annata interessante”.
“Ritorna il rito della vendemmia che vede impegnati i nostri produttori. La Sicilia mostra resilienza e capacità di gestire le difficoltà legate al cambiamento climatico, con l’obiettivo di tutelare e garantire la qualità del raccolto”, commenta Mariangela Cambria, presidente Assovini Sicilia.
Ma, come detto, la Sicilia è un piccolo grande “continente enoico”, con un’ampia diversità di versanti, zone, territori, microclimi e, ovviamente, varietà. E dunque, viaggiando di zona in zona, la vendemmia 2025 nella Sicilia Occidentale, spiega Assovini, si preannuncia con ottime aspettative, segnando un ritorno alla normalità nei tempi di raccolta rispetto all’anno precedente. L’equilibrio climatico, l’integrità fitosanitaria delle uve e un inizio vendemmiale creano le basi per una raccolta di grande qualità. “Le condizioni sono state particolarmente favorevoli: il clima mite, unito alle piogge abbondanti, in particolare quelle del 15 maggio, ha permesso uno sviluppo vegeto-produttivo eccellente per le viti - commenta Filippo Buttafuoco, agronomo Cantine Settesoli - questa combinazione ideale ha garantito che i vigneti e le uve si presentassero in un ottimo stato fitosanitario, senza particolari criticità. Il risultato attuale è anche frutto della costante attenzione e della cura meticolosa dei viticoltori locali nei trattamenti. Per quanto riguarda le stime produttive, si prevede una quantità di uva nella media per la vendemmia 2025. Sebbene l’anno precedente avesse lasciato intravedere un aumento rispetto al 2023, per questa stagione si mantiene una certa cautela”.
Nella Sicilia Sud-Orientale, invece, la 2025 si prospetta come un’annata di riscatto dopo le sfide climatiche degli ultimi anni. In particolare, dopo un 2024 caratterizzato da siccità e un anticipo della vendemmia, quest’anno si respira un’aria di maggiore equilibrio, grazie a un inverno piovoso e una primavera mite che hanno favorito uno sviluppo vegetativo ottimale delle piante. “Anche le stime sulla quantità sono incoraggianti: si prevede un miglioramento significativo rispetto al 2024, con un aumento stimato del 20% nella quantità di uva raccolta”, commenta l’enologo di Feudi del Pisciotto, Marco Parisi. Ancora una volta, il Frappato si conferma come il vitigno di punta per la regione, dimostrandosi estremamente resiliente ai cambiamenti climatici e privo di particolari problemi fitosanitari. “La sua capacità di adattamento lo consacra, senza dubbio, come una “varietà del futuro” per la viticoltura siciliana. Dal punto di vista della salute dei vigneti e della qualità delle uve, le prospettive sono eccellenti. Se l’andamento attuale dovesse persistere, la vendemmia 2025 potrebbe essere ricordata come la migliore degli ultimi quattro anni. La presenza di fitopatie è molto bassa e persino la cicalina, che in passato ha causato non pochi problemi, è sotto controllo”, conclude Parisi.
Parte con un anticipo di circa una settimana, sull’anno precedente, la vendemmia 2025 nelle Isole Eolie. “Questo anticipo - spiega Assovini - è il risultato sia di fattori climatici, che portano a una maturazione più rapida, sia di una mutata preferenza del mercato, che predilige vini meno strutturati, più freschi, minerali e acidi, caratteristiche spesso ottenibili con una raccolta precoce. L’inverno è stato insolitamente mite, con un riposo vegetativo molto breve che ha portato a un germogliamento precoce. La primavera, sebbene non abbia registrato abbondanti piogge, è stata caratterizzata da un’elevata umidità”. “Questa condizione, unita alla limitata presenza di freddo, ha contenuto la peronospora, ma ha favorito la diffusione dell’oidio, che si è rivelato la principale problematica fitosanitaria nei vigneti. Tuttavia, grazie a trattamenti mirati e rispettosi del suolo, l’inizio dell’estate è stato gestito con serenità”, commenta Pietro Colosi, enologo dell’azienda Colosi. Che aggiunge: “la carenza idrica ha avuto un impatto sulla produzione: si stima un calo del 15% sulla quantità di uva, dovuto principalmente alla dimensione ridotta degli acini. Essendo una zona senza impianti di irrigazione, la disponibilità di piogge è cruciale, e si spera in precipitazioni ad agosto per un potenziale recupero. Nonostante queste sfide, la vendemmia 2025 si presenta bene dal punto di vista qualitativo. La vera incognita rimane il mercato: con un’offerta elevata e una domanda in calo, la capacità di vendere il prodotto finale, pur essendo di ottima qualità, rappresenta la principale preoccupazione attuale”.
Buono l’andamento climatico nell’isola di Pantelleria: una buona piovosità in autunno e inverno ha dotato i terreni di un’ottima riserva di umidità, e il ciclo vegeto-produttivo regolare, darà uve sane e ben mature. “La vendemmia avrà inizio alla fine di questa settimana nelle contrade più precoci come Punta Karace dai terrazzamenti più vicini al mare; le prime uve raccolte saranno destinate all’appassimento per la produzione del Ben Ryé - commenta Antonio Rallo, ad e winemaker Donnafugata - la vendemmia entrerà nel vivo dopo Ferragosto secondo l’epoca di maturazione dello Zibibbo nelle 16 contrade in cui sono i vigneti di Donnafugata, e si concluderà entro metà settembre. La quantità attesa è inferiore alla media aziendale, ma in recupero sull’annata 2024. La qualità è molto promettente”.
Infine, il “diamante” enoico della Sicilia, l’Etna, dove l’inizio della vendemmia è atteso per metà o fine settembre. L’inverno piovoso, spiega Assovini, ha consentito di avere un’ottima riserva idrica nei terreni, sebbene i suoli siano molto drenanti e le piante sono riuscite anche ad accumulare le ore di freddo necessarie per il ciclo vegetativo. Alla fresca primavera è seguita un’estate regolare con qualche picco di caldo nel mese di luglio che ha accelerato l’accrescimento dei grappoli. “Al momento appare perfetto lo stato sanitario. Si prevede un periodo di raccolta regolare e di ottima qualità, se si mantengono queste condizioni climatiche. La quantità si stima maggiore delle precedenti annate - circa un +10% - grazie all’ accumulo idrico che ha permesso un ciclo regolare”, commenta l’enologa di Tenute Nicosia, Maria Carella.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli