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SLOW FISH - LA BILANCIA COMMERCIALE ITTICA ITALIANA ... TUTTI I DATI

Deficit superiore ai 3 miliardi di euro (+7,1%) per la bilancia commerciale ittica italiana nel 2006. Nonostante la variazione positiva registrata complessivamente dalle esportazioni (+ 6,9% in volume e 15,9% in valore), le importazioni sono nettamente superiori. A pesare sul piatto delle importazioni (complessivamente 901.436 tonnellate) l’aumento negli arrivi dall’estero di pesce fresco (+2%) e la forte accelerazione delle importazioni di crostacei (+13%) e molluschi (+5%) che insieme rappresentano circa il 40% del dato complessivo.

Le esportazioni in Europa e nel resto del mondo

Nei primi dieci mesi 2006, l’Italia ha avviato sul mercato comunitario 119 257 tonnellate di prodotto, pari all’85,2% delle quantità complessivamente esportate ovvero 375 milioni di euro su 460, pari all’81,5% dei valori esportati in totale. In termini finanziari è la Spagna a beneficiare del 46,4% delle esportazioni di prodotti ittici, confermandosi nuovamente il principale mercato di sbocco per le vendite italiane. Seconda la Germania, che acquisisce il 13,4% dell’export totale, con un incremento nel valore delle spedizioni del 18,2% rispetto all’anno precedente. Risulta rilevante l’aumento del volume delle esportazioni verso la Grecia (+24,9%), oltre un quarto del quale (26,3%) è dato da farine, polveri e agglomerati in forma di pellets di pesci, crostacei, molluschi e altri invertebrati. Le esportazioni sono aumentate notevolmente anche verso l’Austria per la quale si è registrato un +41,3%, dovuto principalmente alle trote vive, che hanno inciso per il 23,3%.

Sempre nel periodo gennaio-ottobre 2006, tra i Paesi extracomunitari, Svizzera e Giappone sono stati i principali partner commerciali in termini monetari. In particolare, le esportazioni verso il Giappone hanno segnato una forte crescita rispetto allo stesso periodo del 2005 (+88%). Circa 3 milioni di euro (il 28% dei valori totalmente esportati verso il Giappone) sono stati incassati grazie alla vendita di pesci vivi (esclusi gli esemplari ornamentali); il 14,7% dei valori complessivamente esportati verso il mercato nipponico sono stati tonni rossi freschi o refrigerati (escluso il prodotto destinato alla preparazione industriale e alla conservazione).

I principali mercati di approvvigionamento

Tra i Paesi extra Ue, i mercati di approvvigionamento che hanno segnato rilevazioni percentuali significative in valore sono stati Argentina (+77,4%) e Vietnam (+68,3%). A determinare la crescita il prodotto congelato: le importazioni dall’Argentina si sono concentrate principalmente su gamberetti (35,1%) e filetti di nasello (25,8%); per il Vietnam, invece, filetti di pesce d’acqua dolce (22,1%) e calamari e calamaretti (15,6%). Sul fronte dei volumi, delle 28 412 tonnellate di prodotto importate dal Vietnam, il 23,5% ha riguardato i filetti di acqua dolce e il 17,8% polpi e piovre, il tutto congelato. Complessivamente, i volumi importati dal mercato vietnamita nel periodo gennaio-ottobre 2006 hanno registrato una sensibile crescita tendenziale, +47,8%. Per quanto riguarda la zona Ue, la Spagna resta il maggior Paese di importazione, con un incremento del 5,8%.

Freschi, congelati o conservati: le tipologie di prodotti più esportate e importate

A guidare le esportazioni complessive i pesci (62,3% dei 460 milioni di euro totali). Segno meno per crostacei e freschi e conservati (rispettivamente -9,1% e -29,3) mentre un aumento significativo si è registrato nel volume delle esportazioni per i pesci vivi e freschi (+8,9%) delle preparazioni e conserve (+11,5%), dei molluschi freschi (+5,2%) e dei pesci congelati (+7,8%).

I prodotti freschi nei primi 10 mesi del 2006 hanno pesato sul totale delle esportazioni per il 45,7% in valore e il 48,1% in volume. Tra i più esportati, acciughe e alici (+42,6% in valore e 21,3% in volume); a seguire, tonni, tonnetti e palamiti freschi, nonostante quest’anno si sia registrato un calo del 4,1% in valore e del 4,6% in volume; stessa tendenza anche per i mitili (-6,1% in valore e -3,7% in volume), mentre trote e cappesante si sono confermate in aumento (in valore rispettivamente +41,2%, +127,7%). Per le spigole, nonostante una diminuzione dei volumi esportati (-8,1%) si è registrato un aumento in valore del 6,5%.

Dall’altro lato della bilancia commerciale, si è registrata una crescita nelle importazioni di pesci (+9,6%), molluschi (+9,5%) e crostacei (20,7%). Un dato interessante emerge se si prende in considerazione il settore ittico nel suo complesso. Se nel calcolo dei volumi importati si inseriscono oli, grassi, farine e altri prodotti non destinati all’alimentazione umana, che hanno registrato il vistoso calo del 22% rispetto al 2005, l’import totale in volume aumenta comunque dello 0,9%.Riguardo all’import del prodotto fresco (26,6% in valore e 20,5% in volume sul totale in entrata), hanno pesato maggiormente spigole, salmoni, orate e sogliole. Importante il valore dei mitili, seppur solo in termini di quantità e non di valore. Da segnalare, nel periodo gennaio-ottobre 2006, un calo nelle importazioni di spigole sia in valore (-9,1%) che in volumi (-11,5%), al contrario di quanto accaduto invece per il salmone che, nonostante la stabilità in volume (+0,2%) ha segnato un +31,7% in valore.

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