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“SLOW FOOD È NATA COME REAZIONE ALLA CULTURA DEI FAST FOOD, È MATURO IL TEMPO PER UNA NUOVA “PICCOLA DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA”, CONTRO LA GDO CHE HA DISTRUTTO L’ECONOMIA LOCALE”. PAROLA DI CARLIN PETRINI, FONDATORE DI SLOW FOOD

Non Solo Vino
Carlo Petrini

“Proprio come successo per Slow Food, nata come reazione alla cultura dei fast food, è ormai maturo il tempo per un nuovo modello distributivo, basato sulla “piccola distribuzione organizzata”, contro la grande distribuzione che ha distrutto l’economia locale, imponendo al mondo il modello-supermercato”. Tradotto, un nuovo sistema basato sul recupero, l’evoluzione ed una diversa organizzazione delle botteghe di quartiere contro il modello dei supermarket e dei discount. Così parlò Carlin Petrini, fondatore di Slow Food (www.slowfood.com), che ha ricevuto la sua laurea honoris causa n. 4, in Legge Comparata, Economia e Finanza, dall’International University College di Torino.
Dopo aver fatto pace, in passato, con l’industria del cibo, o meglio con quella parte che ha preso a modello il “microuniverso dei Presìdi”, come detto più volte nelle presentazioni del suo ultimo libro, “Cibo e Libertà”, a fine 2013, il guru della “Chiocciolina”, nella “lectio magistralis” tenuta per l’occasione, ha indicato il nuovo obiettivo dell’associazione, che ormai conta centinaia di migliaia di iscritti in tutto il mondo: “il modello di grande distribuzione basato sul supermercato ha ormai toccato il suo massimo punto di espansione. Ma la crisi ha fatto venire alla luce tutte le contraddizioni del sistema, e la gente si sta rendendo conto che solo un nuovo sistema basato su un nuovo modello di Piccola Distribuzione Organizzata può reggere negli anni a venire. Attraverso il cibo - ha sottolineato Petrini - la gente sta tornando a cogliere il vero significato di cosa significa dare il giusto valore alle cose”.
Per Petrini, uno degli esempi più eclatanti delle “storture” della filiera distributiva, è il latte: “al produttore - ha spiegato - vanno 32 centesimi di euro al litro. Poi quel litro arriva alla piattaforma della grande distribuzione, viene scremato, e messo in vendita al pubblico a 1 euro, cioè tre volte tanto. È solo uno dei tanti paradossi che abbiamo di fronte: il latte “vero”, quello davvero “buono”, costa tre volte meno di quello impoverito. Solo che la gente di fatto non lo può comprare, perché trova il latte solo al supermercato”.
Ecco perché, per Carlin, sta prendendo piede l’esigenza sempre più condivisa di dare vita a un nuovo soggetto distributivo. “I tempi sono maturi per la piccola distribuzione organizzata. Un modello distributivo che può svilupparsi a livello locale ma che, sul territorio, può diventare davvero alternativa al modello della grande distribuzione. Negli Stati Uniti, che pure sono il Paese che ha inventato il supermercato, questo modello ha già cominciato a farsi strada. I tempi - ha concluso Petrini - sono maturi anche per l’Europa”.

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