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SLOW FOOD ITALIA A CONGRESSO AD ABANO TERME, IN VENETO: “DIVENTIAMO FATTO POLITICO”. PETRINI: “DESTRA E SINISTRA SONO CATEGORIE SUPERATE. LA NOVITÀ STA NELLA VISIONE OLISTICA DEL MONDO …”

Slow Food, l’associazione del ‘cibo buono, pulito e giusto’, è “pronta al viaggio” affinche “la sua presenza in un territorio diventi un fatto politico e culturale evidente”. E’ il messaggio che il presidente Roberto Burdese, ricandidato alla guida per il prossimo quadriennio, ha lanciato dal congresso nazionale, ieri ad Abano Terme (Padova).

“La sfida principale dei prossimi 4 anni - ha detto Burdese - è rivolta a ogni nostra Condotta: deve imporsi come un forte soggetto politico, visibile, attivo, in grado di fare rete con altri soggetti e stringere alleanze”.

Negli interventi di Gianni Alemanno, presidente del consiglio nazionale Anci e sindaco di Roma, ha sottolineato come sia fondamentale che le grandi città abbiano a cuore la sostenibilità, facilitando tutte le attività che portano “la campagna nel territorio urbano, per questo sosteniamo le iniziative di Slow Food come gli Orti in Condotta o Mercati della Terra per agevolare il più possibile la filiera corta e l’incontro tra produttori e consumatori. Stiamo lavorando anche per il recupero dei vecchi casali ancora presenti nella città”. Alemanno ha inoltre sottolineato come “Roma stia operando per diventare un modello di città che pone grande attenzione al discorso energetico, cercando di sviluppare modelli di produzione diffusa. E la Capitale sarà una città ogm free”.

Il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha detto che “è ora di smetterla di dire ai contadini la bugia che gli organismi geneticamente modificati sono la soluzione per fare concorrenza all’agricoltura dei Paesi dove lo stipendio è di un euro al giorno. Sono contrario agli Ogm: una contrarietà non ideologica, ma economica, culturale e salutistica. “Mi inquieta l’idea di un seme che genera una pianta che non dà semi - ha aggiunto -ma soprattutto gli Ogm non sono affatto una soluzione per l’economia agricola in crisi, mentre la nostra vera risorsa sono la qualità, la tipicità, la varietà dei gusti. Anche negli Stati Uniti c’è un ripensamento e si sta cercando una seconda via per l’agricoltura. Se il mondo della scienza è diviso, è certo che la Germania ha proibito un mais transgenico che è risultato cancerogeno per le cavie da laboratorio”.

“La battaglia la dobbiamo fare per la biodiversità - ha detto ancora Luca Zaia - in Italia abbiamo 4.750 prodotti tipici, dietro ciascuno di essi c’è una comunità e la sua storia: difendiamo la vera multinazionale, quella dei contadini, che con gli ogm non guadagnano di più. Non è vero che non essere per gli Ogm significa essere contro la modernità, questo è solo uno slogan”. Certo, c’è il problema della fame nel mondo, di 1,2 miliardi di persone che soffrono la fame, di queste, 3 milioni annualmente muoiono di fame, mentre noi sprechiamo cibo per un miliardo e mezzo di euro. “Anche noi dobbiamo dare un contributo, sapendo che il cibo è un grande valore, ma questo significa - ha concluso Zaia - dare a chi soffre la fame le risorse per comprarsi il cibo: il diritto dell’accesso al cibo non ha nulla a che vedere con gli Ogm”.


Focus - Slow Food Italia cosa ha detto Carlo Petrini: “destra e sinistra sono categorie superate. La novità sta nella visione olistica del mondo …”

“Slow Food è un nuovo soggetto politico che incide nella realtà concreta del Paese. La nostra caratteristica, la visione politica, non rientra nei canoni tradizionali e negli schemi della politica tradizionale: destra e sinistra sono categorie superate. La novità sta nella visione olistica del mondo: le vecchie categorie di pensiero basate sul meccanicismo, sul riduzionismo, sono ormai drammaticamente superate dagli attuali avvenimenti dovuti alla crisi. Questa interpretazione scientifica ha danneggiato il mondo agricolo e il nostro cibo; e i fondamenti del cibo sono gli stessi della vita. Il modello basato sul consumismo sempre crescente ha dimostrato il suo fallimento e lo denunciava, con lucidità profetica Pier Paolo Pasolini, in una sua lettera a Italo Calvino, nel 1975. Anche l’espressione “sviluppo sostenibile” è in realtà un ossimoro. Visione olistica: basta separazione tra il mondo della produzione e il mondo del consumo. Oggi ci troviamo di fronte a una grave crisi entropica, che ha bisogno di soluzioni rivoluzionarie. Slow Food darà il suo contributo al nuovo umanesimo partendo da quattro concetti fondamentali:

Qualità del lavoro - alternare l’otium e il negotium, lavorare senza perdere il senso delle cose e della vita. La gente non ha paura di lavorare molto, ha paura dell’alienazione.

Rafforzare la reciprocità - significa mettere in moto nuove energie attraverso la solidarietà: alcuni modelli già esistono, sono le Community Supported Agriculture o i Gruppi di acquisto solidali. Ispirarsi alla generosità contraccambiata delle civiltà contadine.

Buono e bello sono un diritto di tutti - la battaglia politica si fa su questo, è la nuova missione di Slow Food per i prossimi 4 anni.

- Rompere il monopolio del sapere che ignora l’oralità e la cultura contadina. Restituire la giusta dignità alle lingue indigene e ai dialetti, senza dimenticare il riconoscimento storico alla lingua materna come elemento chiave per la costruzione dell’idioma nazionale lasciatoci da Antonio Gramsci”.

Carlo Petrini ha voluto lasciare al Congresso una metafora calzante: “siamo in un momento difficile, in un freddo inverno in cui dobbiamo munirci di una buona coperta. Pensate a un patchwork. Esso è composto da piccoli pezzi di stoffa, che da soli non servono a coprire nulla. Ma se uniamo questi pezzi di diversi colori con un filo robusto, ecco che otteniamo una coperta calda e bella. Le comunità di Terra Madre sono i pezzetti di stoffa. Slow Food è il filo. Siate filo per le comunità dei vostri territori e realizzeremo insieme la nostra concreta utopia”.

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