L’Agenzia di Pollenzo, uno splendido complesso edilizio fatto costruire dal re Carlo Alberto tra il 1818 ed il 1843 per il riassetto agricolo delle sue ampie proprietà nel territorio, diventerà la sede di uno dei progetti più ambiziosi partoriti da Slow Food: è qui, infatti, che nasceranno la Banca del vino, l’Università del Gusto, un albergo di classe ed uno splendido ristorante, guidato dagli Alciati del mitico Guido di Costigliole d’Asti. L’obiettivo della “banca del vino” sarà quello di costruire un archivio storico (i francesi insegnano) di grandi vini nelle diverse annate per poterli rendere disponibili anche quando saranno ormai introvabili nelle varie enoteche e ristoranti: verrà offerto, insomma, sia un servizio agli appassionati che ai produttori tramite una certa possibilità di stoccaggio delle migliori annate a costo zero; non ci saranno, ovviamente, vincoli territoriali, e quindi la banca non è orientata solo verso vini piemontesi (anche se, ovviamente, i grandi classici di Langa saranno i prediletti) ma verranno acquistati francesi, californiani, australiani ... Proprio in questi giorni, è stata costituita la cooperativa di gestione da 20 soci fondatori, ed anche se per ora non è stato stabilito nulla di certo sembra che la possibilità di associarsi sarà offerta al pubblico tramite quote di 250 Euro che daranno diritto ad una serie di privilegi d’acquisto al momento dell’immissione dei vari vini sul mercato. Per quanto riguarda l’Università del Gusto, il vulcanico Carlin Petrini è riuscito a mettere insieme 300 soci tra enti pubblici, produttori, banche e privati allo scopo di creare un’organizzazione riconosciuta dalle istituzioni per la formazione di una figura professionale relativamente nuova: l’enogastronomo professionista. Il tutto è ancora in fase progettuale, ma vi è già un comitato di esperti e docenti universitari che, in collaborazione con Slow Food, sta analizzando i possibili indirizzi da dare al piano di studi: si tratterà, comunque, di un corso di laurea breve con forte impronta storico-umanistica e le materie alla base del corso saranno antropologia, storia e scienza dell’alimentazione, enologia ... Tutto il progetto contribuirà enormemente al rilancio delle Langhe e restituirà dignità ad un territorio dotato di un grande patrimonio culturale ancora in attesa di essere scoperto.
Massimiliano Calandrini
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