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SLOW FOOD SI MOBILITA PER IL “TERRA MADRE DAY” (10 DICEMBRE) CON TANTI EVENTI IN TUTTO IL MONDO, DA ROMA A ALMATY (KAZAKISTAN), DA FIGUERAS (SPAGNA) A BRISBANE (AUSTRALIA), E UN UNICO OBBIETTIVO: RACCOGLIERE FONDI PER FAR NASCERE MILLE ORTI IN AFRICA

Non Solo Vino
Il fondatore di Slow Food Carlo Petrini

Incontri, cene a tema, festival gastronomici, mercati contadini, eventi culturali e conferenze, con un unico comune denominatore: raccogliere fondi per far nascere mille orti in Africa. Il 10 dicembre Slow Food si mobilita per il “Terra Madre Day” (info: www.solwfood.it), l’evento nato per celebrare il cibo buono, pulito e giusto prodotto localmente, con tantissimi eventi promossi in tutto il mondo (oltre cento in Italia), da Roma a Almaty (Kazakistan), da Figueras (Spagna) a Brisbane (Australia).
Dal 12 al 17 dicembre a Milano, per un’intera settimana, si terranno corsi per imparare a fare il pane, degustazioni, presentazioni di libri e, per finire, l’edizione natalizia del Mercato della Terra, promossi all’interno del progetto Nutrire Milano, energie per il cambiamento, e coinvolgono produttori e artigiani del Parco Agricolo Sud Milano (www.slowfoodmilano.it).

Torino festeggerà al Museo regionale di Scienze naturali, dove sarà di scena un eat-in, in cui i partecipanti condivideranno i loro piatti preferiti, e un incontro con la comunità torinese del Madagascar. Al Circolo dei Lettori l’appuntamento sarà invece all’insegna del gusto, del cibo e della giustizia sociale con l’Associazione Iran Libero e Democratico. Il programma prevede una conferenza sulla difficile situazione politica in quel Paese e una cena che avrà per tema la raffinata e profumata cucina persiana (www.slowfoodtorino.com). La campagna romana festeggia con i produttori di prossimità, e proprio il 10 dicembre, infatti, la Condotta di Bracciano inaugurerà un nuovo Mercato della Terra ad Anguillara Sabazia. A Grottaferrata, la Condotta di Ciampino festeggerà con un pranzo collettivo contadino a base di materie prime povere e di territorio sfruttando soprattutto la “cucina degli avanzi”. Per rafforzare la comunità locale di co-produttori, inoltre, ogni partecipante dovrà essere accompagnato dal produttore di almeno uno degli ingredienti utilizzati (www.slowfoodroma.it).
Tante le iniziative in tutta Italia anche per il “Pasta Madre Day”, che mira a diffondere la panificazione casalinga e l’utilizzo di cereali antichi: ad oggi saranno distribuiti 1.200 dosi di lievito (www.pastamadre.net). Anche l’educazione al gusto rivolta a grandi e piccini ha un posto d’onore: la Condotta di Venezia si preparerà al “Terra Madre Day” con una settimana di Laboratori della Terra per bambini e ragazzi; il 7 novembre verrà allestito anche un mercato con prodotti dei Presìdi e delle comunità del cibo. Nella sede internazionale di Slow Food, a Bra invece, il 12 dicembre la Condotta dell’Università di Scienze Gastronomiche accompagnerà gli alunni delle primarie in una caccia al tesoro alla scoperta delle attività artigianali della cittadina piemontese, con lezioni su frutta e verdura biologiche, miele, pane e cucina.
In Europa molti appuntamenti saranno incentrati sul futuro dell’agricoltura e sul ruolo dei giovani contadini. In Romania esponenti politici, contadini e giovani si confronteranno sulla riforma della Pac (Politica Agricola Comune) mentre in Olanda giovani da tutta Europa parteciperanno a una conferenza e a una serie di laboratori ad essi dedicati. A Figueras, in Spagna, 18 ristoranti aderenti alla campagna Km 0, che incoraggia gli chef a utilizzare prodotti locali, si sfideranno a colpi di piatti della tradizione locale. In Australia, Slow Food Brisbane si concentrerà sulla sicurezza alimentare e la riduzione degli sprechi preparando una cena con cibo ancora edibile ma non più idoneo alla vendita nei supermercati. Una serie di laboratori sull’agricoltura biologica saranno organizzati in diverse città della Palestina per contadini, studenti universitari e ortolani alle prime armi. Un festival gastronomico sarà dedicato ai meleti di Almaty, in Kazakistan. Le ultime aree boschive in cui cresce la varietà selvatica di mele Sievers si trovano vicino alla cittadina. Negli ultimi 30 anni la superficie di questi boschi è calata del 20% e le mele sono adesso a rischio estinzione. Slow Food gioca un ruolo fondamentale nella protezione di questo patrimonio unico e di tanti altri nel mondo.

Focus - Il punto di vista: “con 1.500 brevetti in campo agroalimentare in mano a tre multinazionali non ci sarà più biodiversità”. È il grido d’allarme di Vandana Shiva, la vice presidente di Slow Food
“Con 1.500 brevetti in campo agroalimentare in mano a tre multinazionali non ci sarà più biodiversità”. È il grido d’allarme di Vandana Shiva, vice presidente di Slow Food, fondatrice e direttore di “Navdanya”- una rete di banche di semi e produttori organici sparsi in 16 Stati dell’India - nonché ricercatrice presso Foundation for Science technology and natural resource policy (India), dal terzo “Forum internazionale su cibo e nutrizione del Barilla Center for food and Nutrition (Bcfn)”, di scena ieri all’Università Bocconi a Milano. “Se usiamo solo quattro colture, il mondo risulterà impoverito - ha detto l’attivista indiana - a fronte delle 8.500 varietà con le quali abbiamo sempre mangiato. Serve democrazia alimentare che consenta alle persone di modellare il proprio regime alimentare e al pianeta di superare il fallimento del paradosso di avere 1 miliardo di sofferenti la fame insieme a un 1 miliardo di cittadini obesi o in sovrappeso”.

Le biotecnologie in agricoltura sono state introdotte, ha ricordato il diabetologo Camillo Ricordi moderatore dell’incontro, per far fronte ai cambiamenti climatici e allo sviluppo demografico, ma “le politiche dei brevetti e dei controlli impongono costi elevati alla produzione, i brevetti possono limitare la ricerca di nuove soluzioni, sono stati evidenziati i limiti degli Ogm, e tre giganti controllano il 73% delle biotecnologie”. “Perché non si parla di più del miglio in Africa? Eppure questa tipologia di sementi ha permesso di superare diverse carestie” ha chiesto Vandana Shiva, nel sottolineare che “l’ingegneria genetica (Ogm) ci propone colture che resistono ai cambiamenti climatici e alle inondazioni. Le royalty non vengono però distribuite tra gli agricoltori degli Stati che non hanno più la libertà di scegliere le sementi. E dopo 50 di colture intensive negli Usa ci sono infestanti sempre più resistenti, con una emergenza nascente legata ai superparassiti. Preoccupano poi il fallimento degli alimenti nutritivi, come il “riso d’oro” con vitamina E che doveva prevenire la cecità ma occorreva mangiarne 3 kg al giorno per sperare in effetti positivi - denuncia. L’ingegneria genetica è stata introdotta - ha affermato - perché gli Stati Uniti non producono più “in casa” neanche una scarpa, ma hanno un unico comparto con eccedenze: l’agricoltura. Occorre dunque ripensare le biotecnologie - ha concluso - e Navdanya propone sementi di proprietà condivisa da tutti; mettere fine al sistema dei brevetti; valorizzare diete ricche di biodiversità come quella mediterranea e ancor più quella indiana dove il coriandolo e il curry sono serbatoi di vitamina”.

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