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Smart food, la nuova pausa pranzo: insalate e zuppe pronte conquistano gli italiani

Tra praticità, gusto e benessere, il comfort food si fa sano, con particolare attenzione agli sprechi. A dirlo, un’indagine AstraRicerche

Il 47,7% degli italiani affronta settembre con energia, ma il vero cambiamento è nel piatto. Quasi la metà della popolazione (45,1%) sente il peso dei ritmi serrati del rientro, mentre il 43,1% descrive la routine quotidiana come pesante e più di un terzo dichiara di avere meno tempo per sé. Eppure, in questo scenario di transizione, emerge una risposta sorprendente: gli italiani stanno riscrivendo il concetto di comfort food, scegliendo soluzioni pratiche, sane e sostenibili. Lo rivela una ricerca di mercato - condotta dall’istituto AstraRicerche per Unione Italiana Food, la più grande associazione di categoria del settore alimentare in Europa - che fotografa una rivoluzione silenziosa ma profonda nella pausa pranzo. Le insalate cosiddette di IV Gamma (verdure fresche già lavate, tagliate e confezionate), sono ormai protagoniste: l’82,5% le sceglie abitualmente quando consuma il pranzo fuori casa, il 32,8% le considera una scelta costante e il 36,6% le ha introdotte anche all’interno del nucleo familiare. Accanto al boom delle insalate pronte, cresce in modo significativo anche il successo delle zuppe pronte, che stanno ridefinendo il concetto stesso di comfort food. Secondo AstraRicerche, il 73,2% degli italiani le consuma fuori casa, il 49,5% almeno una volta ogni dieci pranzi, mentre il 43,7% le acquista durante la spesa settimanale e il 39,1% preferisce comprarle direttamente in pausa pranzo.
Le motivazioni che guidano queste scelte confermano un orientamento sempre più razionale e consapevole: per le insalate di IV Gamma, il 69,7% degli intervistati ne apprezza la leggerezza, il 68,2% la digeribilità e lo stesso valore è attribuibile alla praticità delle porzioni già pronte, che aiutano a ridurre gli sprechi. Il 68% le considera ideali per la pausa pranzo. Anche le zuppe pronte rispondono a esigenze concrete: il 68,6% le sceglie per il formato porzionato, il 67,9% per la praticità, il 67,1% per il gusto e il 64,4% per la varietà disponibile, continua la ricerca.
Ma ciò che colpisce è la dimensione emotiva di queste scelte: il 44,5% considera le insalate un vero e proprio comfort food, capace di offrire una coccola salutare nei momenti di stanchezza, mentre il 41,4% attribuisce lo stesso valore alle zuppe. Una rivoluzione che non si ferma al singolo, ma attraversa le famiglie italiane, creando nuove alleanze culinarie tra generazioni. L’83,8% degli adulti consuma regolarmente insalate di IV Gamma, rendendole una presenza fissa sulle tavole, ma anche i più giovani stanno cambiando abitudini: il 36% di bambini e ragazzi le apprezza, segno che il “mangiare sano” non è più solo una scelta adulta. Lo stesso vale per le zuppe pronte, consumate dall’84,2% degli adulti e dal 34,5% dei giovani. Particolarmente attiva è la fascia tra i 30 e i 39 anni, dove il consumo di insalate sfiora il 38%, indicando che i Millennial stanno guidando questa trasformazione culturale, portando un nuovo modo di intendere il cibo anche all’interno del nucleo familiare.
Ma dietro l’entusiasmo crescente per le verdure pronte si cela una contraddizione che merita attenzione: la gestione della catena del freddo. Questo processo, essenziale per garantire freschezza e sicurezza alimentare, impone che insalate di IV Gamma e zuppe pronte siano mantenute costantemente refrigerate, dal momento della produzione fino al consumo ma la pratica quotidiana racconta una realtà diversa. Secondo l’indagine, quattro italiani su dieci ritengono che questi prodotti vadano acquistati direttamente durante la pausa pranzo per essere consumati subito, ma più della metà ammette di non rispettare sempre la catena del freddo per le insalate, senza manifestare particolari preoccupazioni. Ancora più sorprendente è il dato relativo alle zuppe: quasi il 50% degli intervistati dichiara di interrompere occasionalmente la refrigerazione, continuando comunque a consumarle. Un quarto degli italiani è convinto che non siano necessarie particolari accortezze, sostenendo che “questi prodotti possano restare a temperatura ambiente per alcune ore senza problemi”. Solo poco più di un terzo utilizza regolarmente borse frigo per il trasporto delle insalate, mentre la maggioranza si affida ai comuni sacchetti della spesa. Eppure, il rispetto della catena del freddo resta fondamentale per preservare le qualità organolettiche e la sicurezza dei prodotti di IV e V Gamma (frutta e verdure cotte, confezionate e pronte al consumo), che andrebbero sempre trasportati in contenitori termici adeguati.
A completare il quadro di questa rivoluzione alimentare c’è la frutta fresca già tagliata e confezionata, un segmento in crescita che sta superando le ultime resistenze. Il 46,3% delle famiglie italiane ha già adottato questa abitudine, spinta da motivazioni concrete: quattro italiani su dieci la scelgono per la comodità del consumo fuori casa, trasformando la merenda in ufficio, la pausa al parco o lo snack post-palestra in momenti di benessere. Oltre un terzo degli acquirenti la apprezza per la porzionatura, che aiuta a evitare sprechi e conferma come la sostenibilità sia ormai un criterio centrale nelle scelte alimentari.
Gli italiani del 2025 sembrano voler conciliare tutto: efficienza sul lavoro, alimentazione sana, risparmio di tempo e piacere del gusto. Il comfort food non è più sinonimo di eccesso, ma diventa una strategia di benessere quotidiano, dove “sano” è anche “pratico”. I segnali emersi da questa indagine delineano una tendenza destinata a consolidarsi: prodotti sempre più personalizzati e porzionati, perfettamente integrati con gli stili di vita urbani, e una nuova democratizzazione del “mangiare bene”, accessibile anche a chi ha poco tempo per cucinare. Mentre altri Paesi si interrogano ancora sul dilemma tra fast e slow food, l’Italia sembra aver trovato una terza via: quella dello smart food, dove la semplicità consapevole è la vera forma di intelligenza alimentare, conclude Unione Italiana Food.

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