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Sondaggio Winenews-Vinitaly - Per religione, abbinamento o condivisione il vino a Pasqua è una forte tradizione. Metà a casa metà fuori, i wine lover puntano su rossi e semplicità, tra i “secondi vini” delle grandi denominazioni
di Emma Lucherini

Che sia per motivi religiosi, per accompagnare i numerosi piatti tipici che vanta la festività o per il puro piacere di condivisione, il vino a Pasqua è una profonda tradizione: la pensano così quasi 9 eno-appassionati su 10, la maggioranza dei quali stapperà in media 3 bottiglie. Attorno alle quali vince la tradizione, perché che si trascorra tra le mura domestiche o in altro luogo (i wine lovers si dividono a metà, il 52% starà a casa, il 48% andrà fuori), nello scegliere il vino per la tavola preferiscono andare sul sicuro, puntando sui rossi (55%), in testa tra le tipologie. Ma Pasqua è la “riscossa dei fratelli minori”, i “secondi vini” delle grandi denominazioni, indicati dagli amanti del buon bere per un brindisi più semplice e informale: con un Barolo e un Barbaresco ma anche con una Barbera, un Brunello o un Rosso di Montalcino, un Amarone ma anche un Valpolicella, che guidano le preferenze. A dirlo è un sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, e Vinitaly (www.vinitaly.com), appuntamento enologico internazionale, a cui hanno risposto 1.033 “enonauti”, appassionati già fidelizzati al mondo del vino e del web. Ma alla semplicità del brindisi, ben si associano anche le bollicine (predilette dal 26%), tra le quali spopola il Prosecco, e, quindi, i bianchi (15%), attingendo al ricco patrimonio degli autoctoni italiani. E approfittando del lungo weekend pasquale, la maggioranza dei wine lovers si recherà direttamente in cantina per comprare vino, spendendo in media da 20 a 50 euro.
Non c’è forse ricorrenza che vanta tanti piatti tradizionali e simbolici come la Pasqua, molti religiosi, dalle carni ai dolci, passando per l’uovo, che rappresenta la vita che rinasce. E, soprattutto, c’è il vino, simbolo del sangue di Cristo nell’Ultima Cena ed al centro del rituale della Cena pasquale ebraica, immancabile nell’accompagnare le “leccornie” che si portano in tavola dopo il lungo digiuno di Quaresima.
La conferma arriva dagli “enonauti”, la maggioranza dei quali (88%) ha intenzione di acquistare vino per la tavola di Pasqua, sia tra chi la trascorrerà a casa (52%) sia tra chi invece la passerà fuori (48%): in particolare, il 45% acquisterà da 1 a 3 bottiglie, seguito dal 30% che si procurerà da 3 a 6 vini e dal 15% di chi ne comprerà oltre 6. Il budget destinato per stappare fino a Pasquetta, va da 20 a 50 euro per il 36% degli appassionati, da 50 a 100 euro per il 24% e da 100 a 200 euro per il 17%, e se il 7% spenderà da 10 a 20 euro, in pochi, appena il 3%, fino a 10 euro o oltre i 200 euro. Tra i canali di acquisto (c’è anche chi ne indica più di uno), la maggior parte va direttamente in cantina (39%), seguita da chi si rivolge all’enoteca (33%), da chi invece fa la spesa in gdo (27%) e da coloro che, ma sono pochi (6%), fanno shopping sul web.
Certo è che a Pasqua sulla tavola così come per il vino, vince la tradizione, sulla quale gli “enonauti” preferiscono puntare nella scelta dei vini da stappare (69%). Ma c’è, comunque, un 31% di eno-appassionati che, invece, ne approfitta per sperimentare nuovi vini, soprattutto tra coloro che trascorreranno la Pasqua fuori casa, assaggiando etichette dei luoghi dove andranno, e magari visitando le cantine per acquistarle.
Nell’uno o nell’altro caso, la tendenza del vino della Pasqua è quella della scelta dei “secondi vini” delle grandi denominazioni italiane, “alternative” legate ad un consumo più informale e meno impegnato, ma sempre all’insegna della qualità. E così gli “enonauti” stapperanno sì un Barolo o un Barbaresco ma anche una Barbera, un Brunello e un Rosso di Montalcino, un Amarone ma anche un Valpolicella. E, ancora, si va dalla Barbera al Nobile di Montepulciano, dal Chianti al Chianti Classico al Montepulciano d’Abruzzo, dall’Aglianico al Taurasi, dal Lambrusco al Sagrantino, passando per Negroamaro e Primitivo, Cannonau o rossi di Sicilia, ma anche Sangiovese di Romagna, Cesanese del Piglio e Cerasuolo di Vittoria. Così come accanto ai classici bianchi dell’Alto Adige o del Friuli, i wine lovers prediligono anche Soave e Vermentino, Verdicchio e Trebbiano, Pecorino, Fiano e Falanghina o un Greco di Tufo, un Gavi, un Frascati e una Vernaccia di San Gimignano. E se il Prosecco guida le preferenze tra le bollicine, seguito da Franciacorta e Trentodoc, si stappano anche Asti e Oltrepò Pavese. Immancabili come i dolci pasquali, i vini per accompagnarli, dal Vin Santo al Moscato, dal Marsala alla Malvasia delle Lipari fino al Passito di Pantelleria.

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