“Sono soprattutto le casalinghe e gli anziani ad apprezzare l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine della carne di pollo e dei suoi derivati”. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il provvedimento è importante per favorire l’attività di controllo ma anche per valorizzare i primati qualitativi e di sicurezza alimentare del Made in Italy. Secondo le anticipazioni sui risultati dell’Indagine Coldiretti-Ispo sulle “Reazioni degli italiani all’influenza aviaria”, che saranno presentati al Forum Internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione di Cernobbio il prossimo 21 ottobre, quasi due terzi (64%) dei consumatori che hanno cambiato il proprio comportamento di acquisto a seguito del “virus dei polli” ora compra solo carne di pollo italiana.
Secondo la ricerca - precisa la Coldiretti - rispetto alla media della popolazione italiana questa tendenza è molto piu’ accentuata per le casalinghe (+20% rispetto alla media), gli ultrasessantenni (+18% rispetto alla media) i residenti nel nord ovest (+12% rispetto alla media). Si tratta di un risultato che - sottolinea la Coldiretti - conferma l’importanza di una misura di trasparenza indispensabile per evitare che si riflettano sul mercato comportamenti irrazionali che colpiscono senza fondamento l'allevamento italiano dove negli ultimi tre mesi i prezzi sono crollati di oltre il 40 per cento, ma coinvolgono anche i consumatori considerato che otto famiglie italiane su dieci consumava pollo che è il tipo di carne con il primato della convenienza economica nell'assicurare un apporto proteico adeguato all'organismo.
L’ordinanza del 26 agosto 2005 del Ministero della Salute - continua la Coldiretti - prevede che, in aggiunta alle indicazioni obbligatorie previste dalla normativa in materia di etichettatura dei prodotti alimentari, di cui al Decreto legislativo 109/92, gli operatori che intervengono nella fase macellazione e di sezionamento ed i soggetti che importano nel territorio italiano animali vivi da macellare, o carni fresche da sezionare o già sezionate da commercializzare, riportino in etichetta le informazioni necessarie a ripercorrere con esattezza la storia dell’animale.
La carne di pollo italiana – spiega la Coldiretti - sarà identificata dalla sigla IT e saranno presenti codici per individuare l’allevamento di provenienza e lo stabilimento di macellazione. Si tratta - precisa la Coldiretti - di una norma che è valida per ora fino al 31 dicembre 2007 e la cui violazione nella parte relativa agli obblighi di etichettatura comporta la sospensione dell’attività da un minimo di sette ad un massimo di ventuno giorni. Le disposizioni in materia di etichettatura e, in particolare, l’obbligo di indicare l’origine della carne, rivestono - osserva la Coldiretti - un’importanza fondamentale, in quanto, garantendo la completa tracciabilità del prodotto, agevolano il sistema dei controlli e tutelano la salute dei consumatori ed il loro diritto alla corretta informazione, che si sostanzia nella trasparenza delle indicazioni riportate in etichetta.
Le informazioni obbbligatorie in etichetta
A) A CURA DELL’OPERATORE CHE EFFETTUA LA MACELLAZIONE: sigla IT, numero identificativo di registrazione presso la AUSL dell’allevamento di provenienza, data o numero di lotto di macellazione, numero di riconoscimento dello stabilimento di macellazione;
B) A CURA DELL’OPERATORE CHE EFFETTUA IL SEZIONAMENTO: sigla IT, sigla della Provincia dell’allevamento che ha costituito il lotto di sezionamento delle carni, data di sezionamento o numero di lotto di sezionamento, numero di riconoscimento dello stabilimento di sezionamento;
C) A CURA DELL’IMPORTATORE DI ANIMALI VIVI DA MACELLARE E DELL’IMPORTATORE DI CARNI FRESCHE DA SEZIONARE: ORIGINE, con specifica del Paese di provenienza, data o numero del lotto di macellazione (o di sezionamento), numero di riconoscimento dello stabilimento di macellazione (o di sezionamento);
D) A CURA DELL’IMPORTATORE DI CARNI INTERE O SEZIONATE DA COMMERCIALIZZARE: ORIGINE, con specifica del Paese di provenienza, data di introduzione in Italia;
Fonte: elaborazione Coldiretti
L'allarme della Coldiretti - Bene etichetta origine, ma metà spesa è anonima
“Nonostante l'entrata in vigore dell’etichettatura di origine obbligatoria delle carni fresche di volatili da cortile più della metà dei soldi spesi dalle famiglie italiane per gli acquisti alimentari restano destinati all’acquisto di cibi “anonimi” per i quali non è obbligatorio indicare il luogo di allevamento o coltivazione del prodotto agricolo impiegato”. E' quanto emerge da uno studio della Coldiretti reso noto in occasione dell’entrata in vigore dell’obbligo di etichettatura di origine della carne di pollo e derivati previsto dall’ ordinanza del Ministero del Salute per fronteggiare l’emergenza influenza aviaria a partire dal 17 ottobre 2005.
Di fronte a un mercato globale dove si rincorrono le emergenze sanitarie servono - sostiene la Coldiretti - misure strutturali con un sistema di etichettatura obbligatorio che indichi la provenienza e l'origine di tutti gli alimenti, come elemento di trasparenza per produttori e consumatori e a garanzia della sicurezza alimentare. L’etichettatura della carne di pollo - spiega la Coldiretti - è l’ultima tappa di un percorso che nel 2005 ha già portato dal 7 giugno all'obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco mentre è attesa a breve la pubblicazione del decreto salva pomodoro italiano per impedire che sia spacciato come Made in Italy concentrato di provenienza cinese.
Si tratta dei risultati della campagna avviata dalla Coldiretti per togliere dall'anonimato la componente agricola degli alimenti che ha portato, con la raccolta di un milione di firme, all'approvazione della legge n.204/04 sull'etichettatura d'origine obbligatoria, che accelera il percorso già iniziato a livello comunitario e pone l’Italia all’avanguardia all’interno dell’Unione Europea. Dopo la crisi mucca pazza nel 2002 è stata introdotta - ricorda la Coldiretti - per la prima volta in Europa l'etichettatura di origine della carne bovina che si è unita all'obbligo di indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca, all'arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per le uova e all'obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004, il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.
Un importante passo in avanti per chi vuole conoscere la reale provenienza degli alimenti acquistati e che può contare su 103 prodotti a denominazione di origine (DOP) tra formaggi, salumi, oli extravergini di oliva ottenuti secondo un preciso disciplinare che ne garantisce il territorio di origine. Se dunque la carta di identità è ormai una realtà per oltre il 50% della spesa, molto resta ancora da fare e - rileva la Coldiretti - l'etichetta resta anonima per la carne di maiale, le conserve vegetali e i succhi di frutta, ma anche per l'extravergine di oliva con la possibilità di commercializzare olio ottenuto da miscele di origine diversa senza che questo venga indicato in etichetta.
Una situazione alla quale occorre al più presto porre rimedio per non mettere a rischio la credibilità e la sicurezza del made in Italy sui mercati nazionali ed esteri. Secondo una indagine Coldiretti-Ispo otto italiani su dieci considerano necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti e ben due italiani su tre sono d'accordo sul fatto che "se il prodotto alimentare è italiano sono più sicuro da dove proviene e quindi mi fido di più".
L’etichetta con l’origine sulle tavole degli italiani
- con carta di identità
Carne di pollo e derivati
Carne bovina
Frutta e verdura fresche
Uova
Miele
Latte fresco
Pesce
Prodotti a denominazione di origine (Dop)
- e quelli senza
Carne di maiale e salumi
Carne di coniglio
Frutta e verdura trasformata
Olio di oliva
Derivati del pomodoro
Latte a lunga conservazione
Derivati dei cereali
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