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IL TREND

Spesa online, +9% nel 2022. L’ alimentare trascina la crescita, insieme a personal care e pet care

Per Netcomm un trend positivo, anche se lontano dall’exploit straordinario del 2020, l’anno della pandemia, che aveva registrato un +146%
CIBO, ECOMMERCE, NETCOMM, TUTTOFOOD, Non Solo Vino
Continua nel 2022 il trend positivo dell’ecommerce in Italia (ph: Pexels)

La spesa online di prodotti di largo consumo in Italia è cresciuta del 9% nel 2022, e a trainare sono i consumi nel personal care (+24,6%), pet care (+24,3%) e nel food la drogheria alimentare (+8,8%). Alta penetrazione del numero di acquirenti (42%), ma bassa frequenza (6,8%) e di conseguenza una quota di mercato ancora bassa (3,5%). Nel sud Italia e in Sicilia il valore dell’ecommerce nel grocery cresce del 30,2%, rispetto al +5,9% e il +7,5% del nord-ovest e nord-est. Le spinte inflattive determinano una crescita dei prezzi online in media più cari del +1,6% in queste merceologie, mentre in generale la crescita dei prezzi è del +5,8%, con un trend di aumento negli ultimi due mesi (da 3,7% a 5,8%). L’online abbraccia anche le fasce mature della popolazione, con uno scontrino medio per atto d’acquisto negli over 50 e over 64 pari a più del doppio rispetto a quello registrato offline. Si tratta delle evidenze, presentate oggi alla Netcomm Focus Food n. 5, dove sono stati illustrati i dati dell’Osservatorio Digital Netcomm FMCG, in collaborazione con NielsenIQ. Un’occasione per presentare il work in progress in vista di TuttoFood - l’hub dell’agroalimentare leader in Italia e tra i primi tre in Europa - a Milano dall’8 all’11 maggio 2023.
Il trend registrato è, dunque, positivo, ma piuttosto lontano dall’exploit straordinario del 2020, in cui era stato messo a segno un balzo del +146% negli acquisti online della Gdo, per effetto dei confinamenti. Invece, nel 2021, si era registrato un incremento del 23,5%, raggiungendo 1,8 miliardi di euro di vendite totali, equivalente al 2,5% del volume d’affari dell’intero settore FMCG (ovvero “Fast Moving Consumer Goods”, i prodotti di largo consumo realizzati e commercializzati in grande quantità ad un costo accessibile). Il nostro Paese nello scacchiere europeo si colloca in ottima posizione per l’ecommerce del Fmcg nel grocery, con una penetrazione del 42% (Uk e Francia svettano al 57%), ma una ancora bassa frequenza di acquisto (al 6,8% con UK al 15,8%) fa attestare la market share al 3,5% (con Uk al 12,2%).
Spiega Roberto Liscia, presidente Netcomm, Consorzio del Commercio Digitale Italiano, associazione di riferimento del settore e-commerce in Italia: “lo scenario macro-economico odierno, soprattutto per effetto dell’inflazione che registriamo, sconta un incremento di costi sull’intera filiera agro-alimentare. Si tratta di rincari che è inevitabile che ricadano anche sugli operatori online e che si sommano a un maggior rialzo dei costi di trasporto e consegna. È chiaro che ci troviamo a esplorare una nuova fase e stadio dell’ecommerce, in cui i canali digitali si sono consolidati come abitudine di consumo fondamentale per 33,3 milioni di persone. Ma va anche osservato che se la pandemia ha dato una spinta enorme, è anche vero che l’ecommerce ha sdoganato gli acquisti multicanale, con un italiano su quattro che dichiara di aver comprato sia online che nei negozi fisici da una stessa insegna”. Le spinte inflattive stanno determinando una crescita dei prezzi online in media più alti del 5,8%, con un trend di aumento negli ultimi due mesi (da 3,7% a 5,8%), ma nello specifico comparto dei beni di largo consumo l’innalzamento medio è del +1,6%.
L’analisi dell’Osservatorio traccia un notevole rincaro dei generi di prima necessità, come latte (+7,2%) e pasta (+6,8%). In crescita anche il segmento dei gelati (+6,7%), anche per effetto di un caldo autunnale prolungato in tutto il Paese. Un aumento a doppia cifra (+33,2%) si segnala per le confezioni speciali/ricorrenze (con le uova di Pasqua che costano di più dei panettoni).
Buone le performance dei primi 30 produttori, che insieme valgono oltre il 31% degli assortimenti, e del private label (17%). Ma c’è spazio anche per le Pmi, così numerose nell’agroalimentare: sono quasi 900 e propongono oltre 5.800 marche. Per quanto riguarda l’internazionale, lo European E-commerce Report 2022 di Eurocommerce ed Ecommerce Europe, l’associazione europea del commercio digitale di cui Netcomm è co-fondatore, registra che nel 2021 in Europa il commercio digitale è cresciuto del 13%, raggiungendo i 718 miliardi di euro, e si prevede continuerà a crescere nel 2022. Il Sud Europa conta per il 16% del fatturato totale, pari a 118 miliardi di euro.

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