Nei primi due mesi del 2025 le esportazioni di cibo made in Italy verso gli Usa sono cresciute in valore dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contro un calo generale del 3% di tutti i settori produttivi: è quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati Istat diffusa all’inaugurazione di “TuttoFood”, uno dei principali appuntamenti fieristici internazionali dedicati al settore agroalimentare, a Milano (Rho Fiera), da oggi fino all’8 maggio. I dati indicano che ad inizio anno si è registrata una crescita degli acquisti da parte degli importatori statunitensi, con l’obiettivo di “fare scorta” di prodotti italiani in attesa di capire la mosse di Trump sui dazi, annunciati già in campagna elettorale e dopo il suo insediamento, poi fissati successivamente al 20%, prima di essere dimezzati e sospesi per 90 giorni. Se si prende in esame il solo mese di febbraio, l’aumento è stato addirittura del 14% rispetto a un crollo del 10% se si considerano tutti i comparti. Se per quanto riguarda l’export del vino si rilevano segnali discordanti tra le cantine, “TuttoFood” sarà l’occasione per presentare la la campagna “Bevi consapevole”, con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, un’iniziativa realizzata in collaborazione con Fipe e Filiera Italia e volta al consumo responsabile. E tra i protagonisti principali di “TuttoFood” anche la Sicilia, eccellenza nel panorama internazionale, che quest’anno celebra il titolo di “Regione Europea della Gastronomia 2025”, conferito dall’Istituto Internazionale di Gastronomia, Cultura, Arti e Turismo, un’occasione unica per valorizzare le tradizioni culinarie e i prodotti tipici dell’isola.
Dal monitoraggio Coldiretti sui prodotti simbolo del made in Italy a tavola emergono comunque situazioni differenti da filiera e filiera. Per il vino, prima voce delle esportazioni agroalimentari tricolori negli States, arrivano segnali discordanti, tra chi sta registrando una ripresa delle vendite e chi, invece, rileva un calo almeno a livello di volumi. L’unico fattore ad accomunare tutte le cantine è un senso di incertezza, considerata anche l’estrema mutevolezza degli annunci da parte del presidente americano Donald Trump. Proprio al vino è dedicato l’appuntamento di Coldiretti, con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, per presentare la campagna “Bevi consapevole” in collaborazione con Fipe e Filiera Italia, iniziativa rivolta al consumo responsabile delle bevande alcoliche, nel segno della qualità, della tradizione mediterranea e del rispetto delle regole. Un progetto che coinvolge agricoltura, ristorazione e mondo istituzionale e che vedrà la partecipazione anche di Roberto Calugi, dg Fipe, e Dominga Cotarella, presidente Terranostra.
Sempre riguardo ai dazi, per i formaggi, altro simbolo dell’Italian food, il Consorzio del Grana Padano segnala un aumento ad inizio anno dell’11% delle forme spedite negli Usa, quasi il doppio rispetto al risultato generale. Per le conserve di pomodoro la situazione resta, invece, incerta, anche in considerazione dell’annunciato calo a doppia cifra della produzione della California e delle attese rispetto a quella cinese. “Nonostante le tensioni commerciali, è evidente che il lavoro fatto in questi anni sulla promozione del cibo italiano negli States ha funzionato - sottolinea il presidente Coldiretti Ettore Prandini - e, prescindere da quali saranno le prossime mosse di Trump, occorre ora fare tutto il possibile per evitare un muro contro muro che finirebbe per danneggiare tutti”
“Gli Stati Uniti rappresentano un mercato di fondamentale importanza per l’Europa, e in particolare per l’Italia, non solo per l’agroalimentare ma anche per altri comparti - rileva il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo - evidente che ci troviamo in un contesto geopolitico profondamente mutato rispetto a pochi anni fa, dove le tensioni commerciali possono avere conseguenze rilevanti. L’auspicio è che l’Italia e l’Europa continuino a portare avanti il dialogo".
Tra le performance più rilevanti del food made in Italy all’estero quella del Gruppo Mutti, azienda di Parma leader in Europa nel mercato dei derivati del pomodoro: la quota export ha raggiunto il 59% delle vendite complessive a valore e con un fatturato europeo che vale l’80% del totale. Mutti chiude il 2024 con un fatturato complessivo di 703 milioni di euro, in crescita del 13% rispetto all’anno precedente, e amplia la sua posizione internazionale con Mutti Poland, che avrà il compito di presidiare e sviluppare i mercati dell’Est Europa.
Intanto restano anche le preoccupazioni sul possibile effetto dei dazi sul fenomeno dell’Italian sounding. Per l’occasione, nello stand Coldiretti è stata allestita una mostra sui prodotti simbolo del Made in Italy in America, messi a confronto con le loro imitazioni che dall’imposizione dei dazi e dal possibile calo di vendite degli “originali” potrebbero trovare una ulteriore spinta. Non bisogna, infatti, dimenticare che già oggi gli Usa si piazzano in testa alla classifica dei maggiori taroccatori con una produzione di cibo italiano tarocco che ha superato i 40 miliardi in valore e che vede come prodotto di punta i formaggi.
Secondo l’analisi della Coldiretti su dati Usda, il Dipartimento di Stato dell’agricoltura statunitense, si producono negli Stati Uniti 222 milioni di chili di Parmesan, 170 milioni di chili di provolone, 23 milioni di chili di pecorino romano oltre a quasi 40 milioni di chili di formaggi italian style di altro tipo, come il friulano. Senza dimenticare gli oltre 2 miliardi di chili di mozzarella, che portano il totale dell’“Italian cheese” a quasi 2,7 miliardi di chili. Il 90% dei formaggi “tipo italiano” è realizzato in Wisconsin, California e New York e ha superato la produzione dei veri formaggi statunitensi come Cheddar, Colby, Monterrey e Jack. Il problema riguarda però tutte le categorie merceologiche a partire dai salumi più prestigiosi, come le imitazioni del Parma e del San Daniele o la mortadella Bologna o il salame Milano, fino al vino.
Tra i protagonisti dei “TuttoFood 2025” c’è anche la Sicilia, con 34 aziende d’eccellenza del comparto agroalimentare. “Un’occasione strategica per raccontare al mondo l’eccellenza e la tradizione della nostra terra - spiega Salvatore Barbagallo, Assessore dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea della Regione Sicilia - le aziende siciliane sono portatrici di valori unici, legati alla qualità, alla sostenibilità e alla cultura del nostro territorio. Questo evento offre loro una vetrina privilegiata per consolidare la presenza sui mercati globali, creare connessioni con buyer e operatori internazionali e aprire nuove opportunità di crescita e sviluppo. Il nostro obiettivo è sostenere e valorizzare la straordinaria varietà e qualità delle produzioni agroalimentari siciliane, contribuendo al rafforzamento dell’immagine della Sicilia come fiore all’occhiello del Made in Italy”.
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