La Giornata Nazionale di prevenzione allo spreco alimentare, il 5 febbraio, si avvicina e i dati su quanto cibo è finito nella spazzatura degli italiani nel 2017 sono migliorati rispetto a quelli dell’anno precedente, il 40% in meno, sebbene si parli ancora di cifre significative. I numeri dello studio realizzato nel progetto “Reduce”, promosso dal Ministero dell’Ambiente (www.miniambiente.it) con l’Università di Bologna, l’Università della Tuscia, il Politecnico di Milano, l’Università di Udine e la campagna “Spreco Zero” di Last Minute Market (www.sprecozero.it), condotto su 400 famiglie di tutta Italia e un campione di scuole, iper e supermercati italiani rivela che ogni giorno, fra ciò che rimane nel piatto, nel frigo e nella dispensa di casa, le famiglie gettano 100,1 grammi di cibo a testa: 36,9 chili di alimenti all’anno, per un costo di 250 euro annui. È il 40% in meno rispetto al 2016, quando nella pattumiera erano finiti 84 chili, con un risparmio di 110 euro in 365 giorni.
Il cibo più gettato è la verdura (20 grammi al giorno, pari al 25,6% del totale), seguito subito dopo da latte e latticini (13 grammi al giorno) e la frutta (12 grammi al giorno). Tra le cause principali da imputare allo spreco l’aver raggiunto o superato la data di scadenza nel 46% dei casi, mentre il cibo che non è piaciuto è il 26% dei casi. La cena è il pasto più sprecone: si butta in media 1 volta e mezza più cibo che a pranzo. Ogni famiglia getta 84,9 chili di cibo annui, per uno spreco nazionale di circa 2,2 milioni di tonnellate e un costo di 8,5 miliardi euro, lo 0,6% del Pil.
Anche elle mense scolastiche è stato monitorato lo spreco alimentare, ed è emerso che quasi un terzo dei pasti viene gettato, pari a 120 grammi di cibo per studente ad ogni pasto. La grande
distribuzione invece produce 2,89 chili annui di spreco alimentare per abitante, 55,6 grammi a settimana e 7,9 grammi al giorno.
I dati del Food Sustainability Index, indice creato da Fondazione Barilla e The Economist Intelligence Unit (www.barillacfn.com, www.wiu.com), conferma la tendenza in decrescita dello spreco alimentare degli italiani: l’indice analizza 34 Paesi in base alla sostenibilità del loro sistema alimentare, ed ha rilevato che in Italia è stata la filiera alimentare a compiere i maggiori passi in avanti in questa battaglia. Confrontando infatti l’indice del 2016 con quello del 2017 si è passati dal 3,58% di cibo gettato rispetto a quello prodotto, al 2,3% del 2017.
I dati diffusi dal Ministero dell’Ambiente sono stati analizzati anche dalla Coldiretti, che ha colto l’occasione della Giornata Nazionale per la prevenzione allo spreco alimentare per monitorare la sensibilità ambientale dei consumatori italiani, e i dati emersi sono coerenti con la diminuzione degli sprechi. Secondo la Coldretti infatti, fare la spesa a chilometri zero, e quindi l’acquisto di prodotti locali, taglia del 60% lo spreco alimentare rispetto ai sistemi alimentari tradizionali, e sembra che agli italiani piaccia sempre di più accorciare la filiera acquistando direttamente dai produttori, a chilometri zero. In Italia sono infatti, come sottolinea la Coldiretti, oltre 30 milioni gli italiani che fanno la spesa dal contadino almeno una volta al mese, in aumento dell’11% nel 2017. Coloro che si approvvigionano esclusivamente tramite reti alimentari alternative sprecano meno perché, spiega la Coldiretti, i cibi in vendita sono più freschi e durano di più. Non a caso, continua la Coldiretti, l’Italia ha conquistato in pochi anni la leadership mondiale nei mercati contadini davanti a Usa e Francia, ed è riuscita a creare la più vasta rete di vendita diretta degli agricoltori, organizzata con un proprio marchio, grazie alla Fondazione Campagna Amica.
“Acquistare prodotti a chilometri zero - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - è un segnale di attenzione al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale. Si tratta di una responsabilità sociale che si è diffusa tra i cittadini nel tempo della crisi con la crescita dei mercati contadini che in Italia che sono diventati non solo luogo di consumo, ma anche momenti di educazione, socializzazione, cultura e solidarietà”.
“Una corretta campagna di sensibilizzazione concentrata tra istituzioni - ha detto il sottosegretario al ministero dell’Ambiente, Barbara Degani alla presentazione dei dati in Italia sullo spreco alimentare - può dare grandi risultati. Gli italiani hanno cambiato la percezione sullo spreco, c’è maggiore consapevolezza del problema e quindi hanno cambiato atteggiamento”.
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