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STANCHI DEI SOLITI CHARDONNAY, O CABERNET SAUVIGNON? A STIMOLARE LA CURIOSITÀ DELL'APPASSIONATO È ARRIVATO IL MOMENTO DEI VITIGNI (E DEI VINI) OTTENUTI DA INCROCI DI VITI GIÀ ESISTENTI. QUALCHE ESEMPIO? REGENT E REBO

Stanchi dei soliti Merlot, Chardonnay, o Cabernet Sauvignon? Assuefatti dalla straordinaria complessità dei Sangiovese, Nebbiolo o Aglianico italici? Certo, resta sempre la ricchezza rappresentata dai vitigni di antica coltivazione del Bel Paese, ma oltre a questa grande variabilità forse non tutti sanno che ne esiste una ulteriore. E’ quella dei vitigni (e dei vini) originati dagli incroci di varietà già esistenti, che portano a prodotti assolutamente nuovi per caratteristiche organolettiche e per comportamento agronomico. La sperimentazione su questi nuovi vitigni, ottenuti attraverso un processo di incrocio o ibridazione intraspecifica (cioè dall’unione di varietà diverse appartenenti alla stessa specie) per impollinazione diretta, è un processo abbastanza complesso che, in futuro, potrebbe avere una decisa accelerazione grazie alla genomica.
Di questa tematica si è discusso nel convegno “Il mondo delle selezioni clonali e del miglioramento genetico”, di scena, nei giorni scorsi, a MondoMerlot, la kermesse trentina dedicata al Merlot, ad Aldeno.
Per intanto, in Italia, i centri specializzati in questo tipi di attività sono principalmente l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige e l’Istituto Sperimentale di Laimburg di Bolzano. Da quest’ultimo centro arrivano buoni risultati su varietà già regolarmente omologate dalla Provincia dell’Alto Adige, come nel caso del Regent, ottenuto dall’incrocio della varietà Diana e Chambourcin. Questo ibrido, creato nel 1967 all’Istituto di Viticoltura di Geilweilerhof, dal 1996, è classificato pari alle varietà vitis vinifera tradizionali ed è ufficialmente riconosciuto atto a produrre vini di qualità a denominazione di origine controllata in Germania.
Dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, molti passi avanti sono stati fatti sul vitigno Rebo (peraltro regolarmente presente nel portafoglio prodotti di aziende quali Cantina di Isera, Maso Salengo, Pravis, Pisoni, Dorigati), originato dall’incrocio tra Merlot e Teroldego (le prime sperimentazioni risalgono al lontano 1948). Ma questi sono soltanto due esempi della sterminata potenzialità di differenziazione possibile attraverso l’incrocio di vitigni già esistenti (altri esempi ormai noti e, in qualche caso, già in produzione sono l’Incrocio Manzoni (Riesling Renano per Pinot Bianco), il Kerner (Riesling Renano per Trollinger) … .
Naturalmente, accanto alle possibili ricadute commerciali che potrebbero nascere dall’entrata sempre più massiccia di questo tipo di vini sui mercati, l’obbiettivo principali della sperimentazione e degli studi di ibridazione è quella di ottenere vitigni sempre più in grado di auto-contrastare le malattie della vite e le varie virosi a cui sono storicamente soggette le viti stesse (dalla “storica” fillossera al devastante mal dell’esca).

La curiosità - Merlot e cibo per promuovere al meglio Aldeno, il Trentino …
Aldeno, Merlot. La conferma è precisa, il legame più solido che mai. L’edizione n. 10 ha sancito come questa comunità del Trentino sia legata indissolubilmente a questo vino/vitigno: per tre giorni Aldeno è stata letteralmente presa d’assalto da oltre 5.000 eno-appassionati.
Protagonisti 130 merlot tra i più importanti d’Italia: dai blasonati “leaders” (Produttori Cortaccia, Renntal; Avignonesi, Desiderio; Castello di Ama, L’Apparita; Tenuta di Castelgiocondo, Lamaione; Tenuta dell’Ornellaia, Masseto; Falesco, Montiano; Feudi di San Gregorio, Patrimo; Cesconi, Pivier; Cecchetto, Sante Rosso; Planeta, Merlot) ai vini dell’Ungheria, il Paese di “MondoMerlot”.
La “tre giorni” è stata un’occasione imperdibile per conoscere tutte le sfumature possibili del Merlot: da quello prodotto in Francia (attraverso una bella verticale del Merlot di Pomerol di Chateau La Fleur Du Gay) a quello prodotto nel Bel Paese, con una intrigante degustazione comparativa tra Villa Gresti e San Leonardo, vini di rango, vanto della tenuta trentina dei Marchesi Guerrieri Gonzaga.
La kermesse ha premiato anche, con il concorso nazionale, i migliori merlot italiani: Giorgio Cecchetto, Piave Doc Merlot “Sante Rosso” 2007; Produttori Cortaccia, Alto Adige Doc Merlot “Brenntal” 2006; Col di Bacche Maremma Toscana Igt Merlot “Cupinero” 2007; La Sansonina, Rosso Veronese Igt Merlot “Sansonina” 2006.

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