Stefano Bonilli, editore della rivista di vino e di gastronomia di qualità "Gambero Rosso" e della famosa Guida dei Vini (iniziativa editoriale in collaborazione con Slow Food), lancia la proposta di istituire gli "Stati Generali della Gastronomia Italiana", una sorta di tavolo dell'enogastronomia del Bel Paese, dedicato anche alla comunicazione ed alla promozione di questo importantissimo comparto economico e di alta immagine.
"Manca una sede comune di dibattito, mancano delle regole generali, siamo - spiega Bonilli nel numero del dicembre 2001 del "Gambero Rosso" - ancora al Far West. E allora, se i ministri di Agricoltura, Industria e Turismo dessero vita agli Stati Generali della Gastronomia Italiana ? Se discutessimo in modo serio sul futuro di un settore che è tra i più significativi della nostra economia ?".
Una proposta quella di Bonilli che è anche un grido di allarme contro l'omologazione apparente delle pubblicazioni, dei convegni, dei dibattiti, delle degustazioni, delle rubriche, che ha raggiunto un livello tale che solo un grande esperto del settore può distinguere il vero dal falso, cioè la qualità dal bidone". Bonilli spiega poi che a questo "gioco" contribuiscono "proprio coloro che più dovrebbero essere attenti, cioè ristoratori e produttori, di vino e non. I primi, inebriati dal successo dopo anni di penombra, non si perdono una cena Vip (cioè il peggio del peggio), una comparsata televisiva e un dibattito. E da ultima è esplosa la moda del libro di ricette griffate. Molti produttori di vino fanno anche di peggio: bombardano le redazioni di giornali e riviste con attestati di premi internazionali, nazionali e locali eredi del Mercurio d'oro anni Sessanta o dei premi letterari che proliferano nella provincia italica, partecipano a degustazioni che sono bivacchi, rilasciano dichiarazioni a chiunque e su qualunque tema, accreditano un'immagine caricaturale di un settore che ha tanti meriti e ha portato lustro al made in Italy".
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