Storicizzare l’opera di Luigi Veronelli, uno dei padri della comunicazione enogastronomica e agricola d’Italia, e valorizzarne le azioni e i pensieri, “potentemente attuali”, a 10 anni dalla sua scomparsa, che ricorreranno il 29 novembre 2014: ecco l’obiettivo del comitato “Decennale Luigi Veronelli”, costituito, in accordo con la famiglia di “Gino”, da cinque personalità dell’enogastronomia italiana, che hanno condiviso un percorso di vita e tante esperienze con Veronelli, come Gian Arturo Rota, Alberto Dragone, Aldo Colonetti, Ludovica Amat, Claudio Visentin, con la direzione scientifica di Alberto Capatti, illustre storico di gastronomia, con l’incarico di collocare storicamente e contestualizzare ciò che Veronelli ha realizzato in oltre 50 anni di attività inesauribile, attingendo all’immenso archivio messo a disposizione dagli eredi.
Il primo impegno del Comitato (che sarà attivo fino al 31 dicembre 2015, ovvero fino al compimento dell’Expo, il cui tema è in stretta relazione con il lavoro intellettuale, etico e giornalistico di Veronelli), sarà curato da Claudio Visentin in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo, città dove Veronelli ha trascorso la maggior parte della sua vita e dove hanno sede il suo archivio e la storica cantina. L’evento, dal titolo “Il vino è il canto della terra”, sarà di scena il 2 febbraio - data di nascita di Veronelli - al Teatro Sociale di Bergamo e sarà una serata speciale alla quale interverranno personaggi di spicco della cultura gastronomica italiana, che hanno intrapreso con Luigi Veronelli un importante tratto del loro percorso o a lui si sono ispirati (dal 3 febbraio sarà anche on line su www.decennaleveronelli.it).
Gian Arturo Rota che racconta: “ho vissuto 20 anni pieni con Gino Veronelli. Dopo la scomparsa, mi sono speso quanto più possibile per la custodia della memoria; fedele, credo, ai suoi intendimenti e forte degli insegnamenti appresi. Con la costituzione del Comitato, diamo avvio, anche per l'eclettismo dei componenti, a un lavoro di attualizzazione più organico e completo di quello che sino ad ora ho svolto da singolo. E la presidenza, che ho accettato con orgoglio, in me echeggia come un punto di partenza nuovo”.
Una restituzione alla militanza e all’impegno che lo hanno visto anticipatore di molte tematiche, oggi di elevato interesse e diffusione sia nazionale sia internazionale, come precisa Alberto Dragone: “Veronelli è stato un vero intellettuale al servizio della terra e dei suoi nobili prodotti, degli agricoltori e dei produttori onesti. Il suo impegno civile e morale, anche da giornalista militante, merita un tributo di riconoscenza. L’ho affiancato per oltre 10 anni come editor, imparando molto dalla sua lezione; mettere assieme questo comitato è stato il mio modo per sdebitarmi”.
Aldo Colonetti rileva: “Considero Veronelli un intellettuale a tuttotondo, un uomo di visione e attratto, come me, da un’analisi profonda dei processi e dei riti della cultura materiale; una sorta di istrione capace di captare in anticipo i segnali del cambiamento: indizi che solo oggi siamo in grado di ricondurre a un disegno compiuto”.
L’attualità del lavoro svolto da Veronelli è centrale, come spiega Ludovica Amat: “sono poche le persone che da questo mondo si alzano e vanno via lasciando qualcosa di importante per chi resta. Veronelli è una di queste. Sono qui per mettere in circolo tracce della sua lezione, col cuore alle nuove generazioni, perché cultura è cibo per la mente”.
“Dal mio punto di vista - aggiunge Claudio Visentin - giudico essenziale che ogni percorso di riflessione su Luigi Veronelli cominci da Bergamo, la città d’elezione dove tanta parte della sua vita e del suo pensiero ha messo profonde radici. Pensando a Bergamo Veronelli scrisse: “Passeggiare le mura, le vie, i colli, riacquistare ad ogni posa del piede la serenità Bergamo: città senza uguali per le opere d’arte e per i luoghi di riposante ghiottornia”.
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