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TECNICHE PERICOLOSE PER LA SALUTE DELLA POPOLAZIONE MONDIALE O STRAORDINARIO STRUMENTO PER AUMENTARE LA PRODUTTIVITA’ E LA RESISTENZA DELLE COLTURE? GLI OGM CONTINUANO A DIVIDERE IL MONDO SCIENTIFICO. E SE LA SOLUZIONE STESSE NEL MEZZO ?

Non Solo Vino
Vandana Shiva

L’utilizzo o meno degli Ogm in agricoltura continua a tenere banco e a dividere nutrizionisti, scienziati e pensatori di tutto il mondo. È un crocevia fondamentale per dare risposte ad un mondo in cui la povertà, la fame e la malnutrizione stringono nelle loro tenaglie metà della popolazione mondiale.

Per Vandana Shiva, attivista politica, ambientalista e direttore del Research Foundation for Science, Technology & Natural Resource Policy, che da sempre sostiene le ragioni della biodiversità, “più si intensifica la biodiversità, più si produce economia e sviluppo. Potremmo nutrire due Indie se intensifichiamo la biodiversità in agricoltura”. Una posizione motivata dalle difficoltà che sta attraversando il modello monocolturale, “un modello che è entrato in crisi. Se non
passiamo all’agricoltura dei piccoli agricoltori ci saranno - spiega Vandana Shiva - nuove crisi. Del resto, sono i piccoli produttori a rappresentare l’85% del cibo a tavola, mentre è l’agri-business a togliere gli alimenti alle persone”.

Dello stesso avviso il direttore della Foundation on Future Farming e di Save Our Seeds, Benedikt Haerlin: “non abbiamo bisogno di innovazioni calate dall’alto, anche perché risultano nel tempo inefficaci se non dannose. Come i “deserti verdi” in Argentina dove le colture di soia Ogm attirano insetti ‘cattivi’ con cicli di pesticidi che sarebbero legati alle monoculture, e hanno fallito. Ci sono insetti sempre più resistenti, e pesticidi sempre più diffusi. E gli Ogm - continua Haerlin - per il cotone hanno offerto solo soluzioni provvisorie a piccole parti del problema. Mentre sono a portata di mano soluzioni sostenibili. Con le attuali biotecnologie - ha detto - si può raddoppiare la resa delle sementi, ma occorrono più investimenti in ricerca e disseminazione. E bene fanno i consumatori che guardano con attenzione alle etichette degli alimenti. Anche se non c’è trasparenza al 100%, e l’unica speranza è che la mucca da cui
proviene la bistecca sul piatto sia stata nutrita con erba europea”.

D’altro canto, c’è chi non giudica il percorso intrapreso fin qui sull’utilizzo degli Ogm del tutto sbagliato. Camillo Ricordi, scienziato e professore all’Università di Miami oltre che membro dell’Advisory Board del Barilla Center for Food & Nutrition, parla di un utilizzo forse improprio degli Ogm, ma non sbagliato, “molte delle biotecnologie sono non transgeniche e non comportano mutazioni genetiche. Credo - spiega ricordi - sia possibile una sinergia tra le diverse tecniche, e servono più partnership tra pubblico e privato. Un approccio scientifico misto, ma anche un approccio economico misto”. Eppure, la soluzione potrebbe arrivare da un superamento delle antiche spaccature, come suggerisce Klaus Ammann, professore in Biodiversità all’Università di Berna, secondo cui “la sfida alla fame del mondo sta nel combinare le tecnologie moderne con l’agro-ecologia, una cosa non può escludere le altre. Senza essere troppo ansiosi sugli Ogm, laddove è la selezione convenzionale ad essere finora costata molto”. Multinazionali e piccoli agricoltori, niente di più distante, ma pensare ad un’agricoltura senza uno dei due appare impossibile, specie in un mondo ricco di diversità, che presto ospiterà 7 miliardi di persone.

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