Immaginate di riunire intorno ad un grande tavolo centinaia di apicoltori in arrivo dal Venezuela, dal Camerun, dall’India, dall’Italia, dall’Armenia e da molti altri Paesi del mondo, intenti ad elaborare tutti insieme un manifesto della qualità per un miele “buono, pulito e giusto”: accade a Terra Madre, l’evento di Slow Food che richiamerà dal 26 al 30 ottobre a Torino le comunità mondiali del cibo.
Di cosa è fatta la qualità del miele? Territorio, informazioni sull’origine, tradizioni, biodiversità, igiene e non utilizzo di antibiotici. Una qualità che va esattamente nel senso opposto ad un modello di stampo industriale: grandi quantità, molta chimica, poco lavoro dell’uomo. Di questo parleranno gli apicoltori di tutto il mondo uniti in una sorta di “Internazionale del Miele”, un movimento che getterà le basi di una nuova e corretta filosofia per la produzione del miele.
Terra Madre riunisce e mette a confronto produttori e operatori del settore agroalimentare mondiale rappresentativi di un modo diverso e più complesso di intendere il cibo di qualità: attento alle risorse ambientali, all’aspetto organolettico dei prodotti, alla dignità dei lavoratori e alla salute dei consumatori. A Torino si incontreranno 1.600 comunità del cibo provenienti dai cinque continenti, e oltre 5.000 contadini, allevatori, pescatori e produttori artigianali dell'agroalimentare.
La curiosità - E’ Torino diventa la capitale dei mieli del mondo ...
Degustazione di decine di mieli stranieri
Torino si trasforma, per cinque giorni, nella capitale dei mieli del mondo: per Terra Madre, l’evento di Slow Food che riunisce dal 26 al 30 ottobre le comunità mondiali del cibo, si realizzerà anche a Torino (Spazio Oval) l’incontro fra tante comunità del miele provenienti da tutto il mondo. A cura dell’Unione Apicoltori Italiani debutta l’Honey bar, una “mieloteca” che offrirà un’eccezionale degustazione dei diversi di tipi di miele italiani, e altri in arrivo dai quattro angoli del pianeta.
Le delegazioni di apicoltori di tutto il mondo avvieranno un grande confronto per approvare e lanciare il “Manifesto” del “buono, pulito e giusto”. Ogni delegazione porterà con sé un dolce bagaglio, dal Brasile come dall’Equador, dall’India (miele di api selvatiche raccolto dai “cacciatori d’api”) come dal Marocco. Ovviamente saranno presenti anche i mieli d’’Italia, il Paese che detiene il primato per varietà di tipi prodotti - nelle nostre regioni se ne producono decine da specie vegetali diverse.
Quest’anno il legame tra Salone del Gusto e Terra Madre si accentua, con la totale coincidenza temporale dei due eventi e la maggiore contiguità tra le rispettive sedi, Lingotto Fiere per il Salone del Gusto e i nuovi spazi dell’Oval per Terra Madre. I due eventi mantengono però la loro specificità: il Salone del Gusto si caratterizza sempre più come un momento di incontro diretto tra la produzione di qualità e i consumatori, mentre Terra Madre 2006 è il momento della relazione e dell’approfondimento tra le comunità del cibo.
Due problematiche del miele ...
Basta con i mieli e la pappa reale contaminati da antibiotici:
La pappa reale ...
La pappa reale, prodotto naturale delle api utilizzato come integratore alimentare e spesso destinato ai bambini, agli anziani e ai malati, risulta sempre più spesso contaminata da antibiotici. Le comunità apistiche di tutto il mondo pongono con forza in discussione un modo di produrre che per abbassare i costi del lavoro ricorre alla scorciatoia dell’uso di antibiotici somministrati anche alle api. Negli ultimi anni oltre l’80% della pappa reale arrivata in Italia risulta contaminata da antibiotici: proviene dalla Cina, che è il primo produttore mondiale con oltre un milione di chili ogni anno, e risulta pesantemente contaminata da cloramfenicolo, un pericoloso antibiotico che viene impiegato per forzare la produzione delle api e che in Europa è vietato perché genotossico. I produttori italiani da tempo hanno lanciato l’allarme sui pericoli della pappa reale cinese e chiedono normative specifiche e l’introduzione dell’obbligo di dichiarare in etichetta del Paese di provenienza, così come avvenuto recentemente per il miele. Nello scambio mondiale così come nell’approvvigionamento di prodotti apistici non può essere tenuto in considerazione solo il prezzo più basso possibile, ma debbono essere tenute nel giusto conto anche le garanzie igienico-sanitarie e la assoluta salubrità dei prodotti alimentari. In Italia infatti la pappa reale è priva di normativa e questo apre la strada a prodotti anche pericolosi. Un vero paradosso, poiché l’Italia è stato il primo Paese al mondo che a metà del secolo scorso ha scoperto e iniziato a produrre la pappa reale, ed oggi i consumatori italiani sono inconsapevoli di utilizzare quella cinese. In Italia il consumo medio annuo è 400 quintali, ma solo il 3% è italiano e il resto del prodotto viene quasi interamente dalla Cina.
Nasce il miele buono, pulito e giusto ...
Basta con i mieli contaminati da antibiotici: lo dicono le centinaia di apicoltori di tutto il mondo riuniti a Torino per Terra Madre (26-30 ottobre), l’evento di Slow Food che vede protagoniste oltre 1.600 comunità mondiali del cibo dai cinque continenti per scambiarsi esperienze e discutere proposte concrete per una nuova idea di agricoltura. Le delegazioni delle comunità di apicoltori giunte dal Brasile, dal Camerun, dalla Romania, dall’India e da molti altri Paesi, inclusa ovviamente l’Italia, hanno approvato la Carta internazionale della qualità del miele che stabilisce qual’è il miele “buono, pulito e giusto”.
L’utilizzo di antibiotici nell’allevamento apistico è consentito in molti Paesi del mondo, come in Nord America e in gran parte del Sud America e Asia. Fino a quando negli scambi internazionali si porrà attenzione solo al prezzo ci saranno sempre importanti rischi per i consumatori. Può e deve essere affiancato al libero commercio anche l’obbligo del rispetto delle regole igienico-sanitarie che garantiscano l’assoluta salubrità degli alimenti.
Quello degli antibiotici nel miele è un problema che tocca da vicino l’Italia, in particolare in seguito alla riapertura delle frontiere all’importazione dei prodotti delle api made in Cina, dopo che per due anni erano stati banditi dall’Europa e da tutto il mondo perché contenenti un antibiotico killer (il temibile cloramfenicolo). Oggi i prodotti apistici cinesi (mieli e pappa reale) sono stati “riammessi” sugli scaffali della distribuzione europea dall’Unione Europea previa una semplice autocertificazione da parte dell’esportatore. Ma sono decine negli ultimi anni gli “allarmi” del sistema dei controlli europeo che continuano a rinvenire prodotti apistici contaminati prevalentemente provenienti dal colosso d’Oriente.
“I prodotti apistici in arrivo dalla Cina - spiega Francesco Panella, presidente dell’Unione Nazionale Apicoltori Italiani - hanno un costo bassissimo e dunque altamente concorrenziale, capace da solo di stravolgere qualsiasi politica di prezzo in barba ad ogni sorta di qualità. L’unica maniera per difendersi è leggere con attenzione l’etichetta, ed in questo per il miele fornisce un piccolo e parziale aiuto ai consumatori la nuova normativa comunitaria, che prevede la cosiddetta “etichetta di origine obbligatoria” per i mieli che provengono da un solo Paese - misura utile per riconoscere e distinguere il prodotto italiano da quello di importazione - che impone di indicare dove il miele è stato prodotto. Invitiamo i consumatori a scegliere con attenzione i mieli che hanno l’onestà di dichiarare in etichetta la loro origine geografica e “nome, cognome ed indirizzo” del produttore”.
In Italia operano nel settore ben 50.000 apicoltori, con 1,1 milioni di alveari che ospitano una popolazione di 55 miliardi di api. Il giro d’affari dell’apicoltura italiana è di 60 milioni di euro, ma arriva a 2,5 miliardi se si considera il servizio di impollinazione fornito dalle api all’agricoltura.
Eleonora Ciolfi
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