Tra i “giganti” del vino italiano c’è Terre Cevico, realtà romagnola nata come consorzio che si è consolidato negli Anni Sessanta del Novecento, ma che, dall’1 gennaio 2024, ha ufficialmente formalizzato il cambio di assetto statutario e organizzativo trasformandosi in cooperativa di primo grado attraverso l’incorporazione di Le Romagnole, Romagnole Due, Winex, Due Tigli, Enoica e Rocche Malatestiane. Un “player” che si avvale di un “collettivo” formato da 1.027 famiglie di viticoltori che si prendono cura di 3.605 ettari di vigneto, spaziando tra varietà autoctone come l’Albana e il Sangiovese, e internazionali, dal Riesling al Merlot, da Rimini a Casola Valsenio, passando per i territori di Cesena, Forlì e Faenza, ed i terreni sabbiosi del Parco del Delta del Po. Terre Cevico ha quindi affrontato la sua prima vendemmia nella veste di cooperativa di primo grado, un banco di prova importante. I numeri parlano di oltre 960.000 quintali di uva conferita con la raccolta meccanizzata che rappresenta ormai il 75% del totale. Il bilancio 2023/2024, il primo con le incorporazioni a regime (Le Romagnole, Winex, Romagnole 2, Due Tigli, Rocche Malatestiane, Enoica) evidenzia un fatturato consolidato di 206 milioni di euro con un utile netto di 1,6 milioni di euro, un plusvalore per i soci a 8,2 milioni di euro (il valore originato dalla differenza tra le liquidazioni dei prodotti conferiti e il prezzo di mercato) e un patrimonio netto a 79,3 milioni di euro. Il confronto con le annate precedenti ha registrato un fatturato consolidato in crescita del +5% sull’esercizio precedente. Un dato che sale in doppia cifra nell’ultimo triennio per una crescita del +51% sull’esercizio 2020/2021 (136 milioni) anche in funzione delle acquisizioni realizzate.
Per quanto riguarda il settore del confezionato a crescere è soprattutto il mercato italiano che sale a quota 83,7 milioni di euro registrando un +3% sull’anno precedente (81,2 milioni di euro), mentre l’export oggi ha un’incidenza del 46% sui ricavi di prodotto confezionato del gruppo. La Cooperativa di Lugo al momento opera, anche tramite le sue controllate, su 90 Nazioni con leadership in alcune aree come, Giappone, Svezia, Stati Uniti, Cina, Ucraina e negli ultimi sette anni ha visto una forte crescita dell’export passato da 42,9 milioni di euro dell’esercizio 2017/2018 a 71 milioni di euro (+65%). I primi tre mercati esteri di imbottigliato vedono al primo posto il Regno Unito (9,5 milioni di euro), il Giappone (7,7 milioni di euro) e la Svezia (6,5 milioni di euro). Il canale Italia cresce in valore nel mercato della grande distribuzione con 54,7 milioni di euro (+3,4%) e nel canale Horeca che vale 19 milioni di euro (+ 7,8%).
I dati sono stati presentati il 10 dicembre, nell’Assemblea di bilancio che si è svolta al Teatro Socjale di Piangipane. Franco Donati, presidente Terre Cevico, ha affermato che “il sistema Cevico in 60 anni ha realizzato importanti risultati per i soci, ma per continuare su questa strada è necessario gestire la crescita con efficienza produttiva ed organizzativa. Sarebbe un grave errore destinare ulteriori risorse solo per tamponare le inefficienze senza affrontare le necessarie innovazioni organizzative, societarie e tecnologiche. Fuori nessuno ci fa sconti e tutta la cooperazione agricola che guarda al futuro deve orientarsi al mercato senza indugi, senza lasciare indietro nessuno, ma assumendosi anche la responsabilità di scelte inderogabili per rendere possibile la convivenza tra i principi cooperativi e l’essere vera impresa. La riorganizzazione di Terre Cevico va in questa direzione ed i numeri di questo bilancio e del budget 2025 ne sono la dimostrazione concreta”.
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